Data: 01/10/2014 14:00:00 - Autore: Briciole di diritto
A cura dell'Avv. Barbara Pirelli del Foro di Taranto; email: barbara.pirelli@gmail.com
Di questa autrice vedi la fan page Diritto & Photo dedicata all'associazione tra l'informazione giuridica e l'arte pittorica e fotografica.

Immagine di copertina: opera d'arte di Stefano Marangon- Venezia-
Questa settimana: il risarcimento danni da fumo passivo; La madre può allontanarsi con il figlio se il padre è alcolista;   rumori molesti nell'appartamento a volte non sono addebitabili al vicino ma da un difetto di costruzione dell'edificio; può essere dichiarata la nullità di un matrimonio se lui è troppo mammone; non è necessaria l'autorizzazione del giudice tutelare perché una madre si costituisca parte civile per conto dei figli; violenza sessuale per la condanna dell'imputato possono bastare le dichiarazioni della vittima.
Qui di seguito 48 "micro sentenze".
1.Risarcimento del danno da fumo passivo.
Una sentenza del Tribunale di Milano, emessa pochi giorni fa, ha chiarito che il datore di lavoro e' tenuto a risarcire i danni non patrimoniali al lavoratore che a causa della postazione di lavoro, se esposto ripetutamente al fumo passivo, possa subire gravi danni alla salute . Dunque il comportamento omissivo del datore di lavoro viola specifiche disposizioni di legge, di conseguenza se all'interno del posto di lavoro il datore non fa rispettare il " divieto di fumo" sarà tenuto a versare il risarcimento del danno nei confronti del lavoratore che subisce il fumo passivo.
Tribunale di  Milano sentenza del 04 agosto 2014.
2.Ipoteca.
La parola "ipoteca" spesso spaventa. Ma non certo chi l'Ipoteca la iscrive per ottenere un mutuo. Stiamo parlando di chi l'Ipoteca la subisce ad opera di un creditore o del fisco.
La Cassazione con una sentenza emessa a Sezioni Unite ha ora chiarito che  l'iscrizione ipotecaria immobiliare per debiti erariali non pagati deve essere comunicata preventivamente al contribuente.
L'obbligo di notifica del resto si basa sul principio generale che ritiene doverosa la comunicazione di tutti gli atti lesivi della sfera giuridica del cittadino. E tale comunicazione diventa il il presupposto imprescindibile per la impugnabilità dell'atto.
Corte di Cassazione sentenza n. 19667 del 18 settembre 2014
3.Rumori molesti nell'appartamento, non è sempre colpa di chi lo abita.
A molti di noi sarà capitato nella vita di avere a che fare con vicini un po' troppo rumorosi.
Spesso convivere con questi rumori quotidiani può davvero diventare uno stress ma in alcuni casi non è sempre colpa del vicino poco accorto a fare meno rumore possibile .
Secondo una sentenza del Tribunale di Brescia, infatti, pare che a volte i rumori possano essere determinati da un difetto di costruzione dell'edificio.
Cioè in buona sostanza non c'è un buon isolamento acustico tra un immobile e l'altro quindi la responsabilità di ciò deve essere imputabile sia all'impresa appaltatrice ma anche al direttore dei lavori.
Nel risarcimento inoltre si può includere anche un danno derivato dal deprezzamento dell'immobile.
Tribunale di Brescia sentenza n.2644 del 2014
 
4.Compenso dell'avvocato.
Con questa sentenza la Suprema Corte, con riferimento al compenso dell'avvocato, fa una precisazione interessante: "l'avvocato non può stabilire il compenso della sua attività sulla base del valore iniziale di una controversia, ma deve aver riguardo esclusivamente al valore che risulta al momento in cui assume l'incarico."
La vicenda in questione riguarda una società edile che aveva stipulato una convenzione con un Comune per eseguire dei lavori urbanistici; il costo complessivo per eseguire le opere era pari a 3 miliardi delle vecchie lire.
L'azienda però non aveva rispettato i tempi di consegna, dunque, si rivolgeva ad un avvocato che sarebbe intervenuto con una lettera legale per giustificare i ritardi e per stipulare una convenzione integrativa; il costo però questa volta era più basso e cioè 340 milioni di lire.
Dopo aver terminato la prestazione accadeva però che nasceva una controversia relativa alla richiesta di pagamento del compenso professionale; l'avvocato quindi agiva in giudizio ritenendo che il suo compenso doveva essere calcolato sulla base del valore relativo dalla prima convenzione stipulata dalla ditta e cioè 3 miliardi di lire.
Nei due gradi di merito l'avvocato riusciva ad avere ragione ma il verdetto e' stato ribaltato dalla Cassazione che ha invece dato ragione all'azienda perché "il legale era intervenuto a lavori ampiamente iniziati e solo per giustificare i ritardi con la sottoscrizione di una convenzione integrativa tra impresa e Comune". 
Di conseguenza il suo compenso andava calcolato sulla base della seconda convenzione.
Corte di Cassazione sentenza n. 19406 del 2014
5.Tribunale di Piacenza:  per il padre che dimentico' il figlio in macchina non luogo a procedere perché affetto da amnesia dissociativa temporanea.
Molti ricorderanno un caso di cronaca accaduto qualche tempo fa;era il giugno 2013 quando  un padre dimenticava in macchina, sotto il sole, suo figlio di circa due anni e in seguito a ciò il bambino moriva.
Questo purtroppo non è un caso isolato ed in Italia tragedie del genere si sono già verificate soprattutto nel periodo estivo.
Bene, con riferimento alla vicenda in questione, dopo una lunga serie di indagini si è ritenuto di non dover procedere nei confronti dell'uomo perché gli è stata riconosciuta una amnesia dissociativa temporanea e quindi non in grado di intendere e volere al momento del fatto. 
Infatti, è stato accertato che nei giorni precedenti alla tragedia, l'indagato si trovava sottoposto a un forte stato di stanchezza e tensione psico-fisica. 
Questa condizione psichica patologica anche se relativamente comune può in alcuni casi, come questo,  avere esiti drammatici .
6.Omicidio efferato:  si può riconoscere la capacità di intendere e volere? 
Il caso affrontato dalla Suprema Corte e' davvero raccapricciante per le modalità con cui è stato realizzato il disegno omicidiario.
L'omicidio vede come vittima un gallerista d'arte che è stato ucciso da un uomo affetto da personalità borderline; l'omicida si impossessava delle opere esposte(che poi è riuscito a vendere) e per far sparire ogni traccia del cadavere decideva di tagliarlo a pezzi.
Il difensore dell'imputato chiedeva che venisse riconosciuto il vizio totale o parziale di mente rigettato negli altri due gradi di giudizio.
Anche la Cassazione però non ha ritenuto si potesse riconoscere il vizio di mente sia perché l'imputato era in uno stato di lucidità nell'esecuzione della condotta ma anche perché la natura prettamente economica non lasciava dubbi sulla responsabilità dell'omicidio.
Dunque, la Corte ha ribadito che: "anche i disturbi della personalità possono rientrare tra le infermità mentali, purché siano tali da incidere gravemente e concretamente sulla capacità di intendere e di volere dell'agente, e a condizione che esista un nesso causale con il reato commesso".
Corte di Cassazione sentenza n.37573 del 12 settembre 2014
7.Il matrimonio e' nullo se lui è troppo mammone.
Come diceva Honorè De Balzac: "Il cuore di una madre è un abisso 
in fondo al quale si trova sempre un perdono."
Eh già una mamma arriva davvero a perdonare tutto ma una moglie no soprattutto se l'uomo che ha sposato e' rimasto molte legato alla madre al punto da non aver un normale rapporto di tipo psichico-sessuale con la moglie.
In questa coppia, dunque, l'uomo era talmente legato alla madre che aveva dimenticato completamente la figura della moglie non riservando alla stessa ne' attenzioni, premure, coccole e intimità tra le lenzuola.
Questo distacco emotivo dalla moglie aveva reso intollerabile la convivenza al punto che la moglie si rivolgeva al Tribunale ecclesiastico affinché venisse dichiarata la nullità del matrimonio.
I giudici ecclesiastici infatti riscontravano nell'atteggiamento dell'uomo una sorta di incapacità dell'uomo nell'assumersi le responsabilità e i doveri nascenti dal matrimonio; inoltre, una relazione di periti aveva dimostrato che l'attaccamento morboso alla madre aveva generato nell'uomo "un comportamento anaffettivo e indifferente" nei confronti della legittima sposa.
Corte di Cassazione sentenza n. n. 19691 del 2014
8.Sentenza vintage:  il provvedimento di assegnazione della casa all'ex coniuge con figli deve essere trascritto per evitare che terzi rivendichino diritti.
Con la separazione il giudice oltre a stabilire l 'importo dell'assegno di mantenimento dispone anche a chi debba andare la casa familiare. Nella maggior parte dei casi viene assegnata alla madre collocataria di figli minori o maggiorenni non autonomi economicamente. 
Per evitare però che terze persone(ad esempio i creditori del marito) rivendichino diritti sulla casa e' indispensabile trascrivere, presso la  Conservatoria dei registri immobiliari, il provvedimento di assegnazione della casa emesso dal giudice della separazione.
Questo significa che se il marito vende la casa a terzi questi acquistano la casa ma non possono andare ad abitare perché la trascrizione del provvedimento di assegnazione prevale sui loro diritti.
Allo stesso modo se c'è stata la trascrizione  i creditori non potranno pignorare ed espropriare la ex casa coniugale.  
L'unico rischio e' quello che possono esserci  dei creditori che abbiano iscritto una ipoteca sull'immobile prima della trascrizione dell'assegnazione della casa.
Di conseguenza, per i debiti contratti dall'ex marito potrebbero soddisfare i loro diritti di credito pignorando e poi vendendo l'immobile . 
Corte di Cassazione sentenza n. 12466 del 19 luglio 2012
9.Diffamazione nel caso di notizia non veritiera pubblicata su un sito web.
Quando si pubblica una notizia che riguarda la sfera privata di una persona e' necessario riportare le notizie in maniera esatta diversamente, così come accade per le testate giornalistiche, anche il sito web può rispondere del reato di diffamazione.
Se la notizia riportata offende la reputazione, anche in maniera allusiva, della persona il sito web e' tenuto a risarcire i danni.
E' vero anche che un sito web così, come sostenuto dalla Cassazione, non è assimilabile alla Tv o ai giornali di carta stampata però è sempre un contenitore di notizie; di conseguenza  si possono applicare i criteri di verità, pertinenza e continenza così come prevede il diritto.
In questi casi se il sito web ha riportato una notizia allusiva o non vera sulla persona offesa dovrebbe aggiornare la notizia ridefinendo i contenuti.
Corte di Cassazione sentenza n. 18174 del 25 agosto 2014
10.Abuso di autorità .
Con una sentenza di qualche tempo fa la Cassazione ha precisato che commette il reato di "abuso di autorità "chi abusando di una propria situazione di gerarchia o autorità cerca di avere un rapporto sessuale con un'altra persona, ad esempio una giovane ragazza alla quale promette un 'offerta di lavoro.
Perché si concretizzi il reato non è necessario che l'agente rivesta una funzione pubblica. 
Dunque, l'abuso di potere può essere commesso non solo da soggetto pubblico, che abbia una certa autorità come ad esempio un vigile, un poliziotto, ma anche da un soggetto privato come può essere il datore di lavoro che utilizza questo suo potere per avere un rapporto sessuale con la dipendente magari promettendole una promozione.
Corte di Cassazione sentenza n. 36704 del 3 settembre 2014
11.Agire davanti al Garante della Privacy non impedisce di ricorrere anche al giudice ordinario.
Con questa sentenza la Cassazione precisa che:  il soggetto che ritiene di aver subito un danno alla propria privacy può non solo agire davanti al Garante per ottenere una tutela della propria privacy ma può anche rivolgersi al giudice ordinario per ottenere il risarcimento dei danni subiti;  si tratta infatti di due azioni che hanno un oggetto differente quindi possono essere presentate separatamente.
Solo nell'ipotesi in cui il Garante rigetti  il ricorso allora  per poter chiedere il risarcimento dei danni  è necessaria anche la contestuale e tempestiva impugnazione del diniego. 
Corte di Cassazione sentenza n. 19534 del 17 settembre 2014 
12.Cassazione:  no alla revisione dell'assegno alla ex anche se lui è affetto da una patologia invalidante.
Il caso affrontato dalla Corte di Cassazione e' piuttosto singolare; la storia vede come protagonista un uomo che si rivolge al Tribunale di Catania per ottenere la revisione delle condizioni stabilite nel decreto di omologazione della sentenza di separazione consensuale.
Lui era un medico psicoterapeuta e l'accelerazione della  malattia aveva determinato un decremento dei suoi redditi da lavoro successivamente alla omologazione della separazione consensuale.
Sia in primo grado che in appello le doglianze dell'uomo non venivano accolte perché l'uomo era già malato all'epoca del matrimonio e dunque era naturale che ci fosse un percorso degenerativo della malattia; inoltre, con riferimento alla riduzione delle risorse economiche si faceva rilevare che all'epoca della separazione non risultava che l'uomo avesse intrapreso un'attività professionale. 
Corte di Cassazione n. 4416 del 25 febbraio 2014
13.Non serve l'autorizzazione del giudice tutelare perché la madre si costituisca parte civile, per conto dei figli minori, in un processo penale.
Il caso affrontato dalla Corte di Cassazione vede una situazione familiare particolarmente difficile in cui un uomo si era reso responsabile di episodi di lesioni e maltrattamenti nei confronti della moglie e delle figlie.
L'uomo in sede di appello sollevava l'inammissibilità della costituzione di parte civile delle figlie minori avvenuta per mezzo della madre in quanto sarebbe stato opportuna  un'autorizzazione del giudice tutelare.
In buona sostanza secondo la tesi difensiva sostenuta dal difensore dell'uomo la costituzione di parte civile, di conseguenza l'intero procedimento erano nulli perché la costituzione di parte civile e' un atto di straordinaria amministrazione in conflitto di interessi con le figlie minori .
La cassazione invece ha chiarito che si tratta di un atto di ordinaria amministrazione per il quale non è richiesta l'autorizzazione del Giudice Tutelare e neppure la nomina di un curatore speciale.
Corte di Cassazione sentenza  n. 18266 del 2014
14.Il convivente rimane nella casa anche dopo la morte del compagno.
Ancora un'altra sentenza della Cassazione che tutela i diritti delle coppie di fatto.
Nel caso in oggetto un nipote cercava di mandar via di casa la compagna del nonno  defunto perché in qualità di erede era diventato proprietario della casa dove aveva vissuto la coppia.
La Suprema Corte però ha dato ragione alla donna perché la coppia anche se non legalmente coniugata condivideva il diritto di abitazione sulla casa in questione, luogo in cui avevano deciso di mettere in atto il proprio progetto di vita comune.
Quindi viene ribadito il concetto che il convivente non è un mero ospite ma ha sulla casa una  detenzione qualificata, che ha titolo in un negozio giuridico di tipo familiare". 
Corte di Cassazione sentenza n.19423 del 15 settembre 2014
15.Infortunio del lavoratore.
Il datore di lavoro e' tenuto a risarcire i danni riportati dal lavoratore se quest'ultimo si infortuna mentre cerca di migliorare la propria postazione lavorativa, anche quando questo compito non era stato prescritto dal datore di lavoro.
Nel caso di specie un guardiano era rovinosamente caduto al suolo mentre era su una scala intento a montare delle tende nella portineria.   
In questo caso il risarcimento e' stato riconosciuto perché un'attività come questa e' stata considerata strettamente connessa alla prestazione lavorativa. 
Il lavoratore, invece, non ha diritto al risarcimento quando si fa male correndo il c.d. "rischio elettivo", cioè quando volontariamente ed in maniera arbitraria affronta rischi diversi che vanno oltre la normale prestazione lavorativa.
Corte di Cassazione sentenza n.18786 del 5 settembre 2014
16.La direttrice scolastica resta agli arresti domiciliari per i maltrattamenti subiti da alcuni alunni della scuola.
La Cassazione non ha accolto  il ricorso presentato dal difensore della direttrice scolastica di una scuola materna di Roma dove si sono verificati episodi di maltrattamenti verso alcuni alunni.
La donna rimarrà dunque agli arresti domiciliari per non aver esercitato i poteri di vigilanza, controllo, segnalazione e denuncia». 
La donna dunque ha posto in essere condotta omissiva di fronte a questi episodi.
Tra le fonti di prova ci sono le intercettazioni ambientali mediante video riprese effettuato dalla Polizia e che dimostrano che la donna non fosse presente sul posto mentre  aveva un obbligo di vigilanza che doveva essere più incisivo.
Corte di Cassazione sentenza n. 38060 del 2014
17.Non è previsto un aumento automatico del mantenimento se il coniuge obbligato riceve una eredità.
Se il coniuge obbligato a versare il mantenimento alla ex moglie riceve una eredità questo non è un buon motivo per chiedere l'aumento dell'assegno di mantenimento.
Nella determinazione dell'assegno di mantenimento quello di cui bisogna tenere conto sono gli eventuali miglioramenti reddituali del coniuge che derivano da sviluppi naturali e prevedibili dell'attività professionale o di carriera svolta durante la convivenza matrimoniale. 
Corte di Cassazione ordinanza  n. 19385 del 15 settembre 2014
18.Cassazione:  il diritto di visita di un padre non può essere sostituito con Skype e altri mezzi telematici di comunicazione.
Con la sentenza, n. 19694 del 19.09.2014, la Corte di Cassazione mette dei paletti ben precisi sul diritto di visita del genitore non collocatario; in merito ha precisato che, nel caso in cui l'altro genitore decida di allontanarsi dal luogo di residenza familiare magari ritornando nel paese di origine come ad esempio  in un altro Stato,  i periodici incontri con l'altro genitore non possono essere sostituiti da Skype.
Questa sentenza toglierebbe dunque valore ad una ordinanza, di qualche tempo fa,  del Tribunale di Milano, esattamente del 16 aprile 2013, che aveva dato vita ad un precedente rivoluzionario in tema di diritto di famiglia.
Nel caso affrontato dal Tribunale di Milano, il giudice per ricostituire il rapporto parentale aveva disposto in via provvisoria, dietro consenso dei genitori, che le figlie avrebbero potuto incontrare la madre attraverso il collegamento Skype una volta a settimana, alla presenza del padre.
19.Violenza sessuale:  per la condanna dell'imputato possono bastare le dichiarazioni della vittima.
La Cassazione con questa sentenza precisa come e quando, nel caso di violenza sessuale, le dichiarazioni della vittima possono da sole valere come prova.
Nel caso in cui una violenza sessuale si consumi senza la presenza di testimoni e' più difficile provare i fatti, mancando la testimonianza di un terzo estraneo alla vicenda, ma questo non vuol dire che le dichiarazioni rese dalla vittima siano inattendibili.
In questi casi però è opportuno che il giudice valuti le dichiarazioni rese dalla vittima non in modo "puro e semplice" ma è necessaria una analisi attenta del racconto e delle circostanze proprio per far emergere eventuali contraddizioni o omissioni nel tessuto discorsivo della persona offesa ma anche dell'imputato. 
Corte di Cassazione sentenza n. 37840 del 16 settembre 2014
20.Ipoteca.
La parola "ipoteca " spaventa molti debitori i quali ad esempio per ottenere un grosso prestito danno in garanzia un immobile di proprietà.
L'ipoteca  è dunque un diritto reale di garanzia che riguarda, principalmente, beni immobili o beni mobili registrati. Esso tuttavia non comporta la perdita del possesso, da parte del debitore-proprietario; solo nelle ipotesi di insolvenza del debitore  il creditore potrà rivalersi sull'immobile, dato in garanzia, mettendolo in vendita.
La Cassazione con una sentenza emessa a Sezioni Unite ha chiarito che:  "anche la comunicazione di ipoteca va considerata come un atto impugnabile.
In questo modo il debitore ha la possibilità di difendersi ancor prima che la misura venga inflitta in concreto.
Corte di Cassazione sentenza n. 19667 del 18 settembre 2014
21.Cassazione:  si configura il reato di stalking anche nei confronti di chi si fa giustizia da se.
Con questa  sentenza la Cassazione precisa che: "commette questo reato anche chi sia stato oggetto di un comportamento illegittimo altrui e per difendersi mette in atto una serie di atteggiamenti persecutori."
Il caso in questione riguarda un sessantenne di Sassari che aveva effettuato una serie di pedinamenti, moltissime telefonate ed  inviato sms ad un gruppo di persone che svolgevano attività abusive all'interno di una cava che si trovava in un'area soggetta a vincolo ambientale.
Corte di Cassazione sentenza n.37448 del 10.09.2014
22.Sfratto.
L 'inquilino deve fare molta attenzione ad essere puntuale nel pagamento dei canoni di locazione.
Infatti, se nel contratto di locazione e' prevista una clausola risolutiva espressa basta un semplice ritardo o il mancato pagamento di una sola  rata per giustificare la risoluzione del contratto.
Nel caso in oggetto la Corte ha accolto il ricorso di una società locatrice contro il conduttore di un immobile adibito ad uso commerciale che non aveva effettuato il pagamento del non canone trimestrale.
Corte di Cassazione sentenza n.19865 del 22 settembre 2014 
23.Estorsione in danno dell'ex coniuge.
Nel caso di separazione conflittuale gli ex coniugi, animati da livori e rabbia, possono arrivare a farsi di tutto, commettendo spesso anche dei reati.
Così ad esempio un marito e' stato condannato per estorsione(art. 629 c.p.)nei confronti della moglie perché le aveva inviato un sms e in tono minaccioso le aveva chiesto di rinunciare alla casa coniugale. 
L'estorsione quindi si configura nei confronti di chi usa la "rivendicazione formale "per distruggere moralmente e psicologicamente la vittima. 
Corte di Cassazione sentenza n . 38559 del 19 settembre 2014
24.Responsabilità medica.
Se il consenso informato si basa semplicemente su un colloquio tra paziente e medico il documento e' da ritenersi invalido dunque si presume la responsabilità sia della clinica che del chirurgo anche se e il rischio-morte era molto basso. 
E' opportuno sempre che il paziente venga informato dei pericoli che può comportare una operazione anche se l 'ipotesi di insuccesso e' piuttosto remota.
Corte di Cassazione, sentenza n. 19731 del 19 settembre 2014
25.Responsabilità medica.
Il caso affrontato dalla Suprema Corte e ' piuttosto delicato.
In pratica un uomo che soffriva di una disfunzione erettile si sottoponeva ad un intervento chirurgico in seguito al quale rimaneva impotente. All'uomo però non è stato riconosciuto alcun risarcimento perché non è stato dimostrato  il nesso eziologico tra la condotta dall'équipe chirurgica e il danno lamentato. 
Inoltre, anche il consenso informato era stato prestato validamente ed infine l'intervento chirurgico era l 'unica soluzione per cercare di risolvere un problema irreversibile.
Corte di Cassazione sentenza n. 19724 del 19 settembre 2014
26.Sostanze alimentari alterate.
Fare una buona alimentazione e' fondamentale per la nostra salute, per questo motivo gli alimenti che consumiamo devono essere sottoposti a rigorosi controlli.
Al bando quindi tutti quei prodotti che possono essere dannosi per la nostra salute.
Questa sentenza della Cassazione, depositata qualche giorno fa, ha ritenuto che si configurasse il reato di "corruzione ed alterazione di sostanze alimentari" l'aver somministrato ad un animale vivo(nel caso di specie dei coniglietti) un farmaco nocivo.
E' vero che gli animali vivi  sotto il profilo strettamente fisiologico non possono essere considerate sostanze destinate all'alimentazione ma dal punto di vista funzionale, dopo la macellazione,  sono normalmente destinati all'alimentazione umana.
Corte di Cassazione sentenza n. 38624 del 22 settembre 2014
27.Coppia separata che vive sotto lo stesso tetto, può parlarsi di riconciliazione? 
Un uomo riteneva di essersi sempre opposto alla separazione con la moglie e che tra di loro vi era stata anche una riconciliazione dettata dal fatto che vivevano sotto lo stesso tetto.
La Corte di Appello respingeva questa tesi difensiva sottolineando invece che: "perché possa parlarsi di riconciliazione non basta la semplice coabitazione ma è necessario il "ripristino della comunione di vita e di intenti materiali e spirituali".
Inoltre, la non corrispondenza alla dichiarata riconciliazione si desumeva da comportamenti processuali contrari a questa volontà, inoltre, l'uomo non aveva provato in concreto la reale coabitazione che restava una sua semplice affermazione.
Corte di Cassazione sentenza n. 19535 del 17 settembre 2014
28.Al difensore non possono essere negate le copie per le intercettazioni.
Il difensore ha diritto ad avere una copia delle intercettazioni (attraverso la trasposizione su nastro magnetico)dopo la notificazione o l'esecuzione dell'ordinanza che dispone una misura cautelare.
Quindi, il difensore ha diritto ad avere una copia di tutte le conversazioni o comunicazioni intercettate anche se non depositate e non è tenuto a spiegare che il suddetto materiale serve per impugnare la misura cautelare attraverso il riesame(art.309 c.p.p.
Corte di Cassazione sentenza  n. 37366 del 9 settembre 2014
29.Un'altra sentenza sull'addebito della separazione ad entrambi i coniugi.
Nella maggior parte dei casi, la fine di un matrimonio dipende da atteggiamenti contrari ai doveri coniugali posti in essere da un solo coniuge.
Ma non sempre è così, la separazione, infatti, può essere addebitata anche ad entrambi i coniugi e cio' accade tutte le volte in cui la coppia con atteggiamenti riprovevoli reciproci determina la rottura del legame coniugale.
Nella vicenda in questione il marito era dedito all'alcool, quindi assumeva nei confronti della moglie un atteggiamento violento e manesco.
La moglie, però, dal canto suo aveva abbandonato la casa familiare allontanandosi, per lungo tempo, con un altro uomo sino in Australia.
Aveva cercato poi di far ricoverare il marito in un ospedale psichiatrico cercando di scappare con i suoi soldi.
In primo grado, il Tribunale di Bolzano aveva dichiarato la separazione dei coniugi senza riconoscere alcun addebito, aveva però disposto che il marito versasse in favore della moglie l'assegno di mantenimento.
Questo verdetto e' stato ribaltato prima dalla Corte di Appello di Trento e poi riconfermato dalla Cassazione  secondo la quale la separazione andava addebitata ad entrambi perché gli stessi con i loro comportamenti si erano resi "innegabilmente responsabili della intollerabilità della prosecuzione della convivenza”.
Corte di Cassazione sentenza n. 19002 del 10 settembre 2014
30.Attraverso una radiografia si può stabilire l'età di un soggetto.
Questo e' un caso davvero particolare; in questa storia giudiziaria sono coinvolti due ragazzini che erano stati arrestati per  la cessione concorsuale di una dose di stupefacente ad una persona non identificata; inoltre, sugli stessi venivano rinvenuti diversi ovuli di cocaina.
I ragazzi ritenevano di essere minorenni e dunque sollevavano  l'incompetenza del tribunale ordinario a favore del tribunale per i Minori, chiedendo contestualmente la revoca della custodia in carcere.
Per fare chiarezza sul caso, i due ragazzi venivano sottoposti all'esame radiologico del polso che dimostrava che i due avessero una età superiore agli anni 18.
Ricorrevano quindi in Cassazione e la Suprema Corte non faceva che confermare la precedente decisione; veniva precisato che  la radiografia del polso secondo il metodo di Greulich e Pyle non può far sorgere incertezze. 
Con questo metodo era stato verificato dai medici la completa saldatura dei nuclei di accrescimento radiale ed ulnare; logica conseguenza era che i ragazzi avessero una età di almeno 18 anni.
Corte di Cassazione sentenza n. 38280 del 18 settembre 2014
31.Avere in atto una colica renale non è un buon motivo per superare i limiti di velocità .
La multa elevata per avere superato i limiti di velocità e' comunque valida anche se il trasgressore ha violato le norme del codice della strada per soccorrere qualcuno; 
nel caso di specie un automobilista superava i limiti di velocità perché trasportava al pronto soccorso un parente che era stato colpito da una terribile colica renale.
per portare al pronto soccorso il passeggero colpito da colica renale.
Secondo la Suprema Corte la colica renale anche se deve considerarsi uno stato di malattia non può comunque integrare uno stato di necessità .
Lo stato di necessità può ravvisarsi solo quando vi sia un reale pericolo di vita del passeggero e quindi la situazione di estrema urgenza pericolo può giustificare il superamento dei limiti di velocità .
Corte di Cassazione sentenza n. 20121/14 del 24 settembre 2014
32.Giudice di Pace di Civitanova Marche:  risarcimento danni sinistro stradale.
Con questa sentenza e' stato puntualizzato che nel caso di sinistro stradale, se viene accertata la colpa esclusiva di uno dei conducenti, nella determinazione del sinistro, l'altro conducente non deve provare di aver fatto il possibile per evitare il danno.
Dunque, e' liberato dalla presunzione di responsabilità ex art. 2054 c.c
Il percorso argomentativo seguito dal giudice marchigiano e' stato quello non solo di rifarsi  ad una precedente sentenza di legittimità, la  12976/2012; ha richiamato anche il principio di diritto secondo il quale "la condotta dell'automobilista che abbia cagionato un sinistro stradale è meritevole di censura a prescindere dall'altrui condotta, seppur connotata da colpa, laddove l'automobilista abbia mancato di rispettare la precedenza (disciplinata ex art. 145 CdS) nei confronti di altri automobilisti."
Giudice di Pace di Civitanova Marche, dott. Fedeli sentenza del 10 aprile 2014
33.Valida la multa con il telelaser anche se manca la documentazione fotografica. 
Un automobilista riteneva che l'accertamento effettuato con strumentazione telelaser fosse illegittimo perché il suo tachimetro al momento della rilevazione segnava una velocità inferiore rispetto a quella accertata; inoltre, sosteneva che mancasse la documentazione fotografica che provasse il superamento dei limiti imposti.
Gli Ermellini hanno invece chiarito che il superamento dei limiti di velocità e' provato dal verbale degli accertatori che è dotato di fede privilegiata fino a querela di falso.
Ha poi sottolineato che l'accertamento delle infrazioni al codice della strada compiuto attraverso mezzi di rilevamento a distanza richiede, per essere valido, la documentazione fotografica dell'infrazione nei soli casi in cui i suddetti mezzi siano privi di assistenza da parte degli organi preposti al rilevamento delle infrazioni. 
(articolo 4 del d.l. 121 del 2002 convertito nella legge 168 del 2002)
Corte di Cassazione sentenza n. 85056 del 2014
34.Cassazione:  Equitalia non può pignorare la prima casa.
Prima di questa sentenza della Cassazione a sancire l'impignorabilità della prima casa era stato il c.d. Decreto del Fare (D. lgs. 69/2013). 
Con questa decisione la Suprema Corte conferma l'impignorabilità della prima casa da parte dell'agente riscossore;restano esclusi gli immobili accatastati come beni di lusso
Per "prima casa" deve intendersi la sede in cui il contribuente, sottoposto a processo esecutivo, dimora stabilmente ed effettivamente. 
Corte di Cassazione sentenza numero 19270 del 12 settembre 2014
35.Reato di minaccia:  tu non sai chi sono io, te la farò pagare.
Perché possa configurarsi il reato di minaccia non è necessario che si verifichi in concreto uno stato di intimidazione essendo sufficiente la mera attitudine della condotta ad intimorire".
Va precisato che l'espressione “tu non sa chi sono io” da sola non costituisce reato, a meno che non sia inserita nel “contesto” della frase “tu non sa chi sono io e te la farò, quindi, pagare” in quanto  in questo “contesto” la persona può realmente sentirsi minacciata.
Ovviamente spetta al giudice  valutare il contesto concreto in cui l'espressione si inserisce.
Corte di Cassazione sentenza n. 11621 del 23 gennaio 2012
36.Mantenimento coniuge.
Con una sentenza di ieri la Cassazione precisa che l'assegno divorzile, che il coniuge obbligato deve versare all'ex coniuge, deve essere calcolato facendo riferimento non al reddito lordo percepito dal coniuge ma al reddito netto.
Corte di Cassazione sentenza n. 20024 del 24.09.2014
37.Riduzione dell'assegno di mantenimento.
Nel caso in cui un marito chieda una riduzione dell'assegno di mantenimento, che versa in favore della moglie, perché le proprie condizioni economiche sono cambiate per motivi di salute, il giudice non può valutare il peggioramento solo sui certificati medici prodotti.
In questi casi, l'indagine deve essere più approfondita;  per questo e' necessario che venga nominato un CTU che abbia specifiche competenze scientifiche.
In buona sostanza la richiesta del marito di riduzione dell'assegno di mantenimento non può essere valutata superficialmente ma deve essere indagata con competenze specifiche. 
Corte di Cassazione ordinanza  n. 20145 del 24 settembre 2014
38.Reato di minaccia.
Perché possa configurarsi il reato di minaccia non è indispensabile che la persona offesa sia presente e' sufficiente che la stessa sia venuta a conoscenza della minaccia nei suoi confronti anche attraverso altre persone.
Nella vicenda in questione la Corte di Appello di Napoli ha condannato un marito che a casa della suocera, in assenza della moglie, impugnando un'arma minacciava di morte la moglie.
Questa circostanza e' stata riportata in giudizio dalla suocera ed è bastata questa testimonianza per fare condannare il genero.
Corte d'Appello di Napoli sentenza n. 2255 del 2014
NOTA: 
Ai sensi dell'art. 612 c.p.:  chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.
Se la minaccia è grave  o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno e si procede d'ufficio.
Va precisato che non rilevano le modalità utilizzate per porre in essere la minaccia, che quindi rileva sia se esplicita sia se implicita, a patto che si tratti di un atteggiamento intimidatorio riguardante la sfera morale della vittima di cui risulta compromessa la capacità di autodeterminarsi.
 Un esempio di danno ingiusto è rappresentato dal datore di lavoro che prospetta ai propri dipendenti la minaccia del licenziamento.
39.Responsabilità medica.
Con questa sentenza la Cassazione ha precisato che:  nel caso di richiesta di risarcimento del danno subito per una cattiva gestione del parto e successiva assistenza e' possibile effettuare una riduzione del danno non patrimoniale basandosi sulla reale sopravvivenza del bambino.
La riduzione del danno non può leggersi come una personalizzazione del danno ma più semplicemente come un dato obiettivo; vanno invece documentalmente provati altri aspetti di una esistenza difficile a causa della menomazione subita.
Per la Suprema Corte, dunque,  non vi è stata una compressione del principio della personalizzazione del danno nel momento in cui si è tenuto conto della breve durata di vita del bambino (nella specie 11 anni).
Corte di Cassazione sentenza n.19864 del 22 settembre 2014
40.Violenza sessuale nei confronti del coniuge.
Secondo questa sentenza della Cassazione, in alcuni casi, la violenza sessuale perpetrata dal marito nei confronti della moglie può essere meno grave, quindi possono applicarsi le attenuanti, tutte le volte che la libertà sessuale della vittima sia stata compressa in maniera non grave.
Nel caso di specie la Suprema Corte ha annullato con rinvio una sentenza della Corte di Appello di Venezia che aveva escluso l'attenuante nei confronti di un uomo condannato per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale ai danni della moglie.
Per poter concedere l'attenuante e' però necessario tenere presente una serie di fattori tra cui:  le condizioni fisiche e mentali della vittima,  il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le caratteristiche psicologiche della vittima, l'età, la compressione della libertà sessuale e il danno arrecato alla vittima anche in termini psichici.
Corte di Cassazione sentenza n.39445 del 2014
41.Diritto di autore.
Secondo questa sentenza del Tribunale di Milano perché un'opera dell'ingegno possa essere tutelata non è importante che abbia un valore artistico ma requisito minimo e' che l'opera sia creativa e che quindi la suddetta opera possa comunque essere chiaramente individuata come creazione di quel dato autore.
Dunque, la tutela di un'opera dell'ingegno non è collegata al probabile valore commerciale o all'apprezzamento da parte del pubblico e' sufficiente che quell'opera sia stata rappresentata in maniera assolutamente originale e soggettiva per essere tutelata dal copyright .
 Tribunale di Milano sentenza  n. 4116 del 2014
42.Sottrazione di minore.
La madre economicamente agiata che si allontana dalla casa familiare portando con se il figlio, non risponde di sottrazione di minore se ha compiuto questo gesto solo per tutelare il figlio dal padre alcolista. La donna ha agito per salvare il bambino dal pericolo attuale di danno grave alla persona, non altrimenti evitabile. La Suprema Corte ha dunque accolto il ricorso di una madre che invece era stata considerata colpevole del reato di sottrazione di minore dalla Corte di Appello di Caltanissetta.
Nel caso di specie, la donna era costretta a vivere con la figlia, a causa dell'alcolismo patologico del marito, in condizioni di degrado sociale ed ambientale, circostanze peraltro riferite dai servizi sociali che seguivano la vicenda familiare. 
Corte di Cassazione sentenza n. 29507 del 7 luglio 2014
43.Violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Risponde comunque del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare il padre che, pur essendo stato ammesso al patrocinio a spese dello Stato, non si occupa di provvedere al mantenimento della moglie e del figlio minore.
L'uomo era stato condannato per il reato di cui all'art. 570 c.p. dalla Corte di Appello di Milano; aveva poi proposto ricorso in Cassazione ma gli Ermellini ritenevano infondato il ricorso perché la circostanza che l´uomo fosse stato ammesso al patrocinio a spese dello Stato non giustificava  il coniuge obbligato a venir meno all'impegno di mantenimento dovuto verso i propri familiari.
Inoltre, nel caso di grave difficoltà economica grava sull'obbligato al mantenimento l'onere di  allegare tutta quella documentazione da cui possa  desumersi l´impossibilità di adempiere al mantenimento; e' invece insufficiente far riferimento ad un calo delle entrare economiche oppure fare riferimento generico a delle difficoltà che non vengano poi provate documentalmente.
Corte di Cassazione sentenza n. 39091 del 24 settembre 2014
44.Come si pagano le rate condominiali? 
Vi siete mai chiesti come si pagano le rate condominiali?  Bene a rispondere a questo quesito ci ha pensato il Ministero dell'Economia e delle Finanze; per rispondere a questo quesito il Ministero ha richiamato la circolare 5 febbraio 2014 del Dipartimento del Tesoro in materia di tracciabilità dei canoni di locazione degli immobili.
In questa circolare viene specificato che la norma riguardante il limite imposto all'uso dei contanti è quella di cui all'art. 49 del decreto legislativo n. 231/2007, che fissa a 1.000 euro tale soglia.
Di conseguenza il Ministero ha esteso l'interpretazione di questa circolare anche alla gestione economica condominiale; per cui sotto i 1000 euro i pagamenti avvengono in contant, se le somme da pagare sono  superiori a mille euro il pagamento sarà effettuato tramite bonifico.
45.Danni al terzo trasportato.
Secondo questa sentenza della Cassazione se qualcuno trasporta un  passeggero su un ciclomotore e non aveva l'abilitazione per farlo, l'assicurazione non può invocare l'inoperativita della polizza ritenendo che al conducente fosse vietato di trasportare terze persone sul sellino del ciclomotore.
Secondo la Suprema Corte infatti la mancanza di abilitazione a trasportare un passeggero non può essere paragonata all'assenza di abilitazione alla guida.
Per questo motivo la Corte ha accolto il ricorso dell'infortunato.
Corte di Cassazione sentenza n. 20190 del 25 settembre 2014
46.Prostitute in strada con perizoma in vista:  non si configura il reato di atti contrari alla pubblica decenza.
In una società moderna come la nostra anche la nozione  di "pubblica decenza" ha subito un cambiamento concettuale; non possono quindi trovare spazio atteggiamenti moralistici o alquanto bacchettoni.
Nella vicenda in questione due donne dedite alla prostituzione  erano state trovate per strada con abbigliamento succinto al punto che dallo stesso era messo in bella mostra anche un indumento intimo come il perizoma. Le donne venivano condannate da un Giudice di Pace per il reato di atti contrari alla pubblica decenza; la vicenda giungeva sino in Cassazione e in questa sede le due donne venivano  assolte.
Secondo il ragionamento seguito dagli Ermellini il concetto di pubblica decenza nel tempo ha subito delle modifiche dovute proprio al cambiamento della mentalità e dei comportamenti delle persone.
Dunque, anche un abbigliamento piuttosto provocante come indossare micro gonne, reggiseni o perizoma in pubblico(come e' accaduto alle due donne  protagoniste della vicenda) e' stato sdoganato in considerazione dei cambiamenti della società.
Va però precisato che non tutto è concesso; quindi se è consentito poter indossare un abbigliamento succinto ciò non legittima anche a far vedere parti intime che restano comunque censurate.
Corte di Cassazione sentenza n. 39860 del 26 settembre 2014
47.Cassazione:  sentenza di assoluzione per Raniero Busco.
Chi non ricorda l'omicidio di Via Poma a Roma?  In quella tragedia perse la vita una giovane ragazza che si chiamava Simonetta Cesaroni colpita mortalmente più volte da una mano omicida che ad oggi resta ancora ignota.
Dopo tanti anni però è finito anche il calvario giudiziario per uno dei maggiori sospettati, Raniero Busco, che all'epoca era il fidanzato di Simonetta e che oggi può ricominciare a vivere dopo una sentenza di assoluzione pronunciata dalla Cassazione.
Secondo la Suprema Corte la sentenza di appello emessa nel 2012 dimostrava che non poteva essere attribuita a Busco l'origine  salivare del Dna presente sui capi di vestiario repertati.
Inoltre, non è stato dimostrato che il segno sul seno della povera ragazza fosse riconducibile all'ex fidanzato; e' stato anche sottolineato che c'era anche grande incertezza sul fatto che il segno trovato sulla ragazza corrispondesse ad un morso; questa circostanza era stata infatti riferita da un medico che dopo aver esaminato il cadavere non aveva affatto affermato con certezza che quei segni fossero stati prodotti da un morso, né in sede di verbale autoptico, né in sede di escussione dibattimentale.
Corte di Cassazione sentenza n. 39220 del 2014

Tutte le notizie