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Data: 14/11/2014 22:20:00 - Autore: Marina Crisafi Il Jobs Act sembra in dirittura d'arrivo, nonostante le polemiche e i quasi 600 emendamenti presentati al testo licenziato dal Senato lo scorso 9 ottobre. La riforma, secondo gli annunci dell'esecutivo, dovrebbe infatti approdare alla Camera venerdì prossimo (anche se la presidente Laura Boldrini ha chiesto uno slittamento al 26 novembre e la proposta in merito sarà votata lunedì), con un impianto sostanzialmente immutato nei punti principali che prevede, innanzitutto, l'introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e il “disboscamento”, ovvero la riduzione delle varie forme di lavoro a tempo e precario. Possibile apertura sugli emendamenti relativi ai controlli a distanza, che dovranno riguardare gli impianti e non i lavoratori, i voucher e i demansionamenti, con l'assegnazione di un ruolo di negoziazione con le organizzazioni sindacali, sui quali la commissione lavoro sta ancora lavorando prima del via definitivo al testo da presentare in aula per il voto. Ma la vera novità riguarda l'art. 18, che stando a quanto emerso nelle ultime ore, ha visto “siglare” l'accordo in seno alla maggioranza con l'inclusione del reintegro obbligatorio nei casi di licenziamento discriminatorio e per motivi disciplinari, senza giusta casa, ma solo per determinate ipotesi che saranno specificate nei decreti attuativi, successivamente all'approvazione della legge delega. Tra i cambiamenti, annunciato anche l'aumento delle risorse per gli ammortizzatori sociali, oltre quelle previste dalla legge di stabilità. Una fumata bianca che però sembra trovare resistenze tra i principali alleati della maggioranza e che potrebbe portare a far arrivare in aula il testo blindato dalla fiducia (cosa che al momento è stata esclusa), pur di approdare all'approvazione della riforma nei tempi previsti: ovvero prima della legge di stabilità, in modo da entrare in vigore dal 1 gennaio prossimo e consentire alle imprese di usufruire delle agevolazioni e degli sgravi contributivi previsti dalla stessa, innestando così un meccanismo sinergico di assunzioni. Una volta approvato, il testo, comunque, dopo le modifiche apportate dalla Camera, dovrà tornare al Senato per il sì definitivo. Qui sotto in allegato il testo integrale del Jobs Act |
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