Data: 29/11/2014 12:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Sono aumentati del 16,1% i processi per stalking iscritti nei tribunali italiani nel 2012 rispetto all'anno precedente e l'identikit dello stalker � per la quasi totalit� maschio (nel 91,1% dei casi), italiano (83% circa dei casi), con un'et� media di 42 anni e con precedenti penali (46,4%).

Sono questi i numeri evidenziati dal rapporto realizzato dalla Direzione generale statistica del Ministero della giustizia sul fenomeno dello stalking, relativamente ai procedimenti definiti presso i tribunali italiani negli anni 2011-2012.

Oltre al profilo medio dello stalker, l'indagine campionaria, che ha interessato 14 sedi di tribunali rappresentative della realt� nazionale per dimensione e ubicazione, ha messo in evidenza molteplici aspetti del fenomeno e, in particolare: l'et� delle vittime, i moventi, le modalit� della condotta e la durata della persecuzione.

Dallo studio emerge, infatti, che se l'et� media dell'autore si aggira sui quarant'anni, quella delle vittime, per il 7,1% dello stesso sesso dello stalker, � di circa 38 anni, mentre solo nell'1% dei casi si tratta di minorenni e soltanto nel 3% con pi� di 60 anni.

Quanto al movente, il pi� frequente che spinge l'imputato al reato di cui all'art. 612-bis c.p. � il tentativo di ricomporre il rapporto di coppia (50,6%), seguito dalla gelosia (26,4%) e dall'ossessione (21,1%), ma insieme ai motivi �passionali�, ci sono anche ragioni di vendetta (11,1%) e disturbi mentali (6,4%).

La durata media della persecuzione � pari a 14,6 mesi mentre in ordine alle modalit�, le condotte delittuose avvengono nel 65,5% dei casi tramite molestie e nel 54,2% tramite minacce, ma nella quasi totalit� in maniera congiunta. Destinatarie del reato non sono solo le singole vittime, ma anche le persone alle stesse vicine (42% dei casi esaminati).

L'indagine ha sottolineato, inoltre, l'esito delle sentenze di primo grado, che finiscono nel 42,5% dei casi con una condanna, nel 14,9% con un patteggiamento e solo nell'11,5% con un'assoluzione. Quasi il 71% viene impugnata in appello, mentre una vittima su quattro ritira la querela e solo il 44% si costituisce parte civile.

Dati preoccupanti che, unitamente all'aumento dei casi di femminicidio (179 nel 2013, 14% in pi� rispetto al 2012), come annunciato dal Ministro della Giustizia nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne il 25 novembre scorso, evidenziano una dimensione allarmante del fenomeno, �che sta assumendo un carattere di emergenza sociale e politica�, nonostante il fronte della repressione sia efficace.

L'inasprimento delle pene per i sex offenders e le misure cautelari non si sono dimostrate sufficienti a contenere la violenza sulle donne, da combattere, ha aggiunto il ministro, attraverso �la piena attuazione della prevenzione - e la messa - a sistema di tutte le forme di tutela esistenti� da parte del Governo


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