Data: 13/12/2014 09:37:00 - Autore: Marina Crisafi
Marina Crisafi - Con la sentenza
in commento (n. 25935 del 9 dicembre
2014) la Corte di Cassazione è
tornata ad esprimersi in materia di responsabilità
per custodia ex art. 2051 c.c. dando ragione ad una donna che chiamava in
causa Poste Italiane per ottenere il risarcimento dei danni subiti a seguito della
caduta sulla scalinata d'ingresso dell'ufficio
postale, dove si era recata per effettuare un versamento.
Rigettando le
motivazioni della società, la sesta sezione civile della Cassazione ha considerato
conforme alla giurisprudenza consolidata la decisione della Corte d'Appello di Venezia,
la quale ha ritenuto provato “il nesso
causale tra la cosa in custodia e il danno, per essere stata la caduta la
conseguenza normale della particolare usura dei gradini”.
Secondo la Corte,
in particolare, acclarato, sulla scorta delle testimonianze e della consulenza
tecnica, che la scala “nella parte
centrale normalmente usata per l'accesso all'ufficio era usurata per essere
venuta meno col tempo la bocciardatura e la zigrinatura”, era compito del custode “ripristinare i dispositivi
antisdrucciolo usurati e segnalare il pericolo nei giorni di pioggia”.
Prendendo le
distanze dalle argomentazioni della decisione di primo grado, la Corte di
merito ha correttamente escluso, ha affermato la Cassazione che “il sinistro fosse imputabile all'attrice
per mancanza di diligenza per non aver la danneggiata utilizzato la parte
laterale con i corrimano e per non aver considerato come avrebbe dovuto la
scivolosità e l'usura dei gradini”.
Pertanto,
ritenendo non integrata la prova del
fortuito, la S.C. ha rigettato il ricorso condannando Poste Italiane anche
al pagamento delle spese processuali.
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