Data: 20/12/2014 18:00:00 - Autore: Avv. Sabrina Vitiello

Secondo il Censis i comuni del Sud dove sono presenti i sodalizi criminali ammontano a 406 su 1608; gli enti locali in cui sono presenti i beni confiscati alle mafie sono 396 su 1608; i comuni sciolti negli ultimi tre anni per infiltrazioni sono 25. Se ampliamo l'orizzonte, possiamo notare che il 3,5% del PIL � composto da economia illegale e criminale.

I fenomeni criminali di tipo mafioso sono caratterizzati dall'utilizzo della violenza come capitale per produrre e assicurarsi ricchezza.  I mafiosi dimostrano l'economicit� della violenza, cio� il valore economico della violenza e del suo impiego. La violenza � un bene che nella societ� capitalistica ha trovato e ha prodotto un mercato.

Non sempre, per�, l'arricchimento dei mafiosi comporta un arricchimento del territorio in cui vivono. John Stuart Mill scrisse nel 1848 inPrincipi dell'economia politica� che la criminalit� non d� luogo a produzione, perch� essa distrugge e non crea ricchezza. Marx, ne �Il Capitale�, parl� di violenza come potenza economica, a proposito dell'accumulazione originaria. Ma non si riferiva alla criminalit�. Nell'impresa criminale l'accumulazione violenta e selvaggia non � un prima che viene poi superato quando l'impresa � diventata concorrenziale sul mercato. L'impresa criminale di tipo mafioso, anche quando entra nell'economia legale, non lascia mai le attivit� illegali. Se le lasciasse smetterebbe di essere mafiosa.

Ma perch� l'economia criminale non produce ricchezza e sviluppo del territorio in cui divampa? Maggiore circolazione di ricchezza criminale non si traduce in sviluppo produttivo perch� la presenza di economia criminale scoraggia gli investimenti esterni all'area o interni al territorio.

Per Arlacchi, l'impresa mafiosa presenta tre specifiche caratteristiche: scoraggiamento della concorrenza; compressione salariale e flessibilit� totale della manodopera; disponibilit� ingente di risorse finanziarie. Giova, altres�, distinguere l'impresa mafiosa dalla mafia-impresa. Mafia- impresa � l'insieme delle attivit� controllate e gestite dai mafiosi, o i profitti derivanti da attivit� in cui si fa uso di violenza. La mafia-impresa indirizza la sua azione all'arricchimento con qualsiasi mezzo, anche le attivit� non sono quelle classiche imprenditoriali. Per impresa mafiosa, invece, intendiamo quelle attivit� imprenditoriali prevalentemente ad oggetto lecito ma avviate con capitali di provenienza illecita.

I settori economici prediletti dai mafiosi sono: l'edilizia; il ciclo dei rifiuti; il settore terziario; l'approvvigionamento alimentare; l'accaparramento di aziende agricole; la distribuzione di oli e benzine.

Tutti settori, come si pu� vedere, a bassa tecnologia e ad alta intensit� di lavoro. Settori e mercati protetti, in cui � alto � l'apporto di capitale e bassa la capacit� gestionale e di innovazione. Settori a dominio pubblico o dipendenti dalle decisioni o dalla regolazione pubbliche. Settori dove � forte la possibilit� di condizionamento delle scelte e dove � pi� robusta la corruzione. Settori dove non c'� una vera e propria competizione di mercato. Settori, come l'agricoltura, dove � pi� sfruttabile la manodopera immigrata. Appare evidente che i mafiosi sono pi� presenti nella distruzione che nella produzione. Nel settore industriale li rinveniamo soprattutto in quegli ambiti che si espongono all'economia del falso: tessile e alimentare. Non pensiamo, tuttavia, che la mafia abbia un'ideologia anti � industriale, si tratta solo di ragioni di opportunit�. Nel settore industriale i guadagni sono pi� incerti e pi� bassi. Meglio investire in settori condizionabili dalle relazioni politiche e sociali, dall'uso della violenza e della minaccia. Anche quando reinveste la mafia ha una mentalit� che cerca il massimo profitto con il minor rischio, ha una mentalit� speculativa. A questo punto, allora, viene da domandarci perch� i mafiosi investono in mercati legali quando potrebbero tranquillamente investire ci� che guadagnano nell'economia illegale, dove i profitti e le rendite sono senza dubbio pi� alti. Diverse sono le ragioni che spingono i boss a reinvestire capitali sporchi nell'economia legale. Innanzitutto i mercati illegali possono conoscere una saturazione, dovuta al contrasto delle forze dell'ordine. Inoltre pi� investi pi� entri in contrasto con gli interessi di altri malavitosi e il conflitto permanente � in antitesi alla logica del profitto. Ancora c'� la ricerca della rispettabilit� che spinge ad investire in attivit� legali. Il mafioso non vuole essere considerato un delinquente, e un'attivit� legale lo aiuta. Infine, anche i mafiosi si preoccupano del futuro delle loro famiglie. Un investimento fuori dall'illegalit� permetterebbe di sopravvivere anche a condizioni di pressione sui mercati illegali delle forze dell'ordine o dal venir meno di un ruolo di dominio sugli stessi. Si pensi, ad titolo semplificativo, che il riciclo avviene anche mediante attivit� economiche pi� vicine al comune cittadino, come la ristorazione. In Italia, il giro d'affari della ristorazione da riciclo coinvolge 5.000 locali tra bar e ristoranti. Per non pensare a come anche i centri commerciali siano ottimo strumento di lavaggio e di controllo dell'attivit� economica, imponendo tangenti ai commercianti che hanno investito in quelle attivit�.

Una mafia, dunque, non pi� lupara e coppola ma pi� che mai impresa. Un'impresa mafiosa che si insinua sempre pi� nelle attivit� legali, svuotandole ed utilizzandole in modo strumentale per il suo malaffare. Al cittadino e all'imprenditore il dovere di non delegare alle istituzioni il compito di sbarrare l'avanzamento di questo male, che si nutre in special modo di indifferenza, dolosa ingenuit� e avidit� di potere economico. Le mafie, lo hanno dimostrato in questi 150 anni di storia, non hanno mai condiviso n� potere n� ricchezza. Spartire affari con loro non � mai conveniente. La lotta ora si gioca tutta sulla conoscenza dei meccanismi che permettono loro di impadronirsi di realt� economiche, anche e soprattutto attraverso la corruzione.

 E' tempo di aprire gli occhi perch� nessuna ingenuit� pu� essere pi� accettata.

Avv. Sabrina Vitiello

svitiello84@vodafone.it

www.ilvolto.it

 


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