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Data: 24/12/2014 17:20:00 - Autore: Marina Crisafi Mentre c'è già chi parla di “regalo sotto l'albero” e chi, invece, di “cenere e carbone” portati in anticipo dalla Befana, il Consiglio dei Ministri n. 43 concluso alle 15:45 circa dopo tre ore di lavori nel giorno della vigilia di Natale ha approvato, non senza tensioni, i primi due decreti attuativi del Jobs Act. Si tratta, forse, dei più delicati dei decreti previsti dalla legge delega sul lavoro. Il primo disciplina il contratto indeterminato a tutele crescenti prevedendo indennizzi legati all'anzianità di servizio. Si supera di fatto, nella maggior parte delle ipotesi di licenziamenti disciplinari illegittimi il reintegro previsto dall'art.18, con la previsione per le aziende della possibilità di ricorrere al c.d. “opting out”, ovvero di pagare un indennizzo maggiorato (pari a 30 mensilità) in luogo del rientro del lavoratore sul posto di lavoro. Il quadro delineato sugli indennizzi per i licenziamenti economici illegittimi invece prevede da un minimo di 4 ad un massimo di 24 mesi di retribuzione, per le imprese con più di 15 dipendenti, mentre per le più piccole rimane la previsione attuale (ovvero tra i 2,5 e i 6 mesi di stipendio). Le norme si applicano a tutti i nuovi contratti, mentre i lavoratori già contrattualizzati continueranno a vedere applicate le disposizioni precedenti. Via libera anche al secondo dei decreti attuativi che introduce la nuova Aspi, estendendo l'ammortizzatore sociale sia in termini di durata che di platea (anche ai lavoratori precari). Ma oggi sull'impegnativo tavolo del Cdm era previsto anche il decreto salva-Ilva, che ha approvato il passaggio del gruppo all'amministrazione straordinaria e due importanti passi avanti sulla delega fiscale: l'approvazione del decreto su abuso del diritto e cooperative compliance che ora passano all'esame delle commissioni parlamentari competenti. Prorogati, infine, i contratti dei lavoratori precari delle province che erano in scadenza per il 31 dicembre prossimo. |
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