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Data: 31/12/2014 15:30:00 - Autore: Marina Crisafi A una manciata di ore, ormai, dalla sua entrata in vigore, sulla legge di stabilità imperversano ancora le polemiche. Porterà più o meno benefici agli italiani? Aumenteranno o diminuiranno le tasse? E le risorse per le famiglie? Arriverà la decantata ripresa o si tratta solo di una manovra “difensiva” figlia dei dettami dell'Europa? Sono diverse le domande che sorgono spontanee sulla maximanovra finanziaria da oltre 32 miliardi che, nonostante tutto il tempo utile per la sua approvazione, è frutto della “contingenza”, con misure rinviate all'ultimo minuto e altre licenziate nella notte a colpi di fiducia. Tante le luci, quindi, e altrettante le ombre che partono proprio dall'aver lasciato fuori alcuni temi importanti o dall'averli inseriti in tutta fretta, con interventi superficiali e non strutturali: in primis, le pensioni e la scuola, con la famosa “quota 96” i cui nodi sono rimasti irrisolti, ma anche la semplificazione dei tributi locali che doveva finalmente riordinare il comparto con la c.d. “local tax” e che invece ha visto solo stabilire un tetto su Imu e Tasi rinviando il tutto a data da destinarsi (ecc.). Molte luci illuminano senz'altro il fronte imprenditoriale, grazie agli sgravi dell'Irap, ai zero contributi per le nuove assunzioni, al credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, passando per quelli in beni strumentali d'impresa con il rifinanziamento della c.d. legge Sabatini. Non si dissipano, invece, le ombre per le famiglie, che dopo gli eclatanti annunci, hanno visto ridurre drasticamente molte misure: dal bonus bebè originariamente pensato per i nuclei con redditi fino a 90mila euro poi abbassato a 25mila, al bonus di 80 euro in busta paga che diventa una detrazione ed è rimasto sempre su base individuale mentre da più parti si auspicava una rimodulazione su base familiare per generare maggiore equità, soprattutto per i nuclei con figli. Tra le ombre anche i tagli ai patronati (seppur notevolmente ridotti), alle province e agli enti locali, la tassazione ordinaria sul TFR in busta paga. Per non parlare delle clausole di salvaguardia, “paracadute” che dovrà aprirsi se non basteranno le coperture (e se l'Europa non darà l'ok per la reverse charge) e che, una volta aperto comporterà un aumento delle accise della benzina e dell'Iva (di due punti percentuali!) a partire dal 2016, trasformando così le ombre in buio pesto per tutti gli italiani. E voi cosa ne pensate? Quali sono le luci e le ombre della manovra che guiderà l'Italia il prossimo anno? Dite la vostra rispondendo al sondaggio o lasciando un commento utilizzando l'apposito form
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