Data: 02/01/2015 18:30:00 - Autore: Marina Crisafi
Dall'1 gennaio 2016 per andare in pensione
serviranno 4 mesi in più.
Ad
allungare i tempi per l'addio al lavoro per i circa 300mila italiani pronti per il pensionamento è il decreto del Ministero dell'Economia e delle
Finanze del 16 dicembre scorso (pubblicato in G.U. n. 301 del 30 dicembre
2014).
Il
decreto recepisce gli aggiornamenti dei
parametri sulla “speranza di vita”, rilevata dall'Istat, rappresentando,
pertanto, un rinvio già atteso ma che ha sortito comunque l'effetto “sorpresa” (amara, sic!) una volta messo nero su bianco in
Gazzetta Ufficiale.
Ma
il provvedimento del Mef non si limita a spostare i requisiti d'età per i
pensionamenti per i lavoratori (uomini e donne) del pubblico e del privato in
base alle nuove aspettative di vita.
Al
suo interno, infatti, viene aggiornato
anche il sistema delle quote pre-Fornero, che ancora è valido per determinati
target tra cui i prepensionati del pubblico impiego, i lavoratori adibiti ad
attività usuranti e gli esodati.
Per
tutti costoro, dal 2016 “i valori di
somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla tabella B
allegata alla l. n. 243/2004 e successive modifiche ed integrazioni” verranno
ulteriormente incrementati di 0,3 unità.
Ciò
significa che il diritto all'uscita dal lavoro potrà essere conquistato solo con
il raggiungimento della quota 97,6 e
61 anni e 7 mesi di età (contro i 97,3
e 61 anni e tre mesi di oggi).
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