Data: 04/01/2015 15:29:00 - Autore: G.C.
L'approvazione da parte del Governo del decreto attuativo della delega fiscale, che già in molti hanno ribattezzato "decreto salva Berlusconi" ha sollevato una serie di reazioni nel mondo politico. 
Il motivo è presto svelato, infatti l'articolo 19-bis del decreto stabilisce la non punibilità nel reato di evasione fiscale qualora l'Iva o l'imposta sui redditi evasa non sia superiore al 3%. La condanna di Berlusconi per evasione fiscale in questo modo decadrebbe, infatti l'ex premier, già condannato in passato per l'evasione fiscale relativa alle sue società editoriali registrata nel 2002 e nel 2003, ha accumulato una percentuale inferiore al 3%, che si stabilizza fra l'1,2% del 2002 e lo 0,7% del 2003 se si considera il patrimonio totale.

Grazie alla nuova norma, approvata in Italia dopo il Patto del Nazareno, Berlusconi non ha più condanne penali a suo carico ma soltanto un'ammenda amministrativa: questo assicurerebbe all'ex-leader di Forza Italia la possibilità di "tornare in pista" nello scenario politico italiano, infatti sarà resa nulla anche l'interdizione dai pubblici uffici per due anni stabilita con la sentenza definitiva della Corte di Cassazione lo scorso marzo. 
Il premier Renzi, accusato da più fronti di aver realizzato un decreto ad hoc, un "Salva Silvio", afferma che Berlusconi, data la condanna in via definitiva, non potrà usufruire della nuova legge, che non risulta retroattiva. 
Tuttavia il giallo è ancora aperto e nei prossimi mesi si potrà stabilire come il Patto del Nazareno abbia cambiato le sorti dell'Italia e se davvero è stato un accordo fra due leader come paventano in molti.
Ecco la rassegna stampa su questo argomento:


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