Data: 19/01/2015 10:00:00 - Autore: Mara M.

Da Padova in giù (per parafrasare un celebre motivetto d'antàn), i cimiteri per cani e gatti sono ormai una realtà presente o prossima futura in molte regioni del Belpaese. Fra gli esempi più riusciti di questa iniziativa di civiltà: il Parco Beato, sito nelle campagne di Zagonara di Lugo di Ravenna, che ospita 7000 tombe di animali domestici su un ettaro di terreno ricoperto da prati inglesi, siepi e alberi secolari; oppure, scendendo a Sud, i campi santi di Bari e Reggio Calabria. 

È notizia di questi giorni, poi, l'approvazione all'unanimità da parte del Consiglio Regionale della Toscana di una apposita legge per l'istituzione e regolamentazione di strutture deputate ad accogliere salme o ceneri degli animali da compagnia, il cui preambolo recita che: “Alla luce della mutata e crescente sensibilità maturata nel nostro Paese in materia di tutela degli animali, è tangibile il contributo degli animali d'affezione alla qualità della vita umana ed il loro valore per la società”.  

E del resto, nessuno potrebbe negare l'effetto migliorativo sulla qualità della vita umana prodotto dalla compagnia di un cane, di un gatto o di un canarino con cui condividere parte delle proprie giornate: una sincera "corrispondenza di amorosi sensi" – così l'avrebbe chiamata il poeta – che ben giustifica il desiderio di curare il loro ricordo dopo che i nostri piccoli amici senza parola ci avranno ormai lasciato.


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