Data: 16/03/2015 17:00:00 - Autore: Briciole di diritto
BRICIOLE DI DIRITTO - A cura dell'Avv. Barbara Pirelli del Foro di Taranto; email: barbara.pirelli@gmail.com
Immagine di copertina: opera d'arte di Giampaolo Casarini- Bologna-
Qui di seguito 53 notizie flash sulle sentenze più significative di questi ultimi giorni. 
Questa settimana: dall'illecito endofamiliare commesso nei confronti del figlio naturale, al detenuto risponde per violazione degli obblighi di assistenza familiareInoltre: e' reato guidare con il foglio rosa senza essere accompagnati?


1. Illecito endofamiliare commesso nei confronti del figlio naturale.
Anche il figlio naturale che non sia stato mai mantenuto dal padre ha diritto al riconoscimento di un danno non patrimoniale . Il risarcimento e' dovuto perché il mancato mantenimento per anni, da parte del genitore, ha violato i diritti fondamentali della persona.
Va ricordato che l'obbligo di un genitore di mantenere un figlio si determina sin dalla nascita a prescindere se siano state presentate domande giudiziali per il riconoscimento della paternità o della maternità .
Di conseguenza il genitore e' tenuto ad assolvere tutti i doveri correlati alla procreazione del figlio incluso il dovere di mantenimento di cui all'art. 148 c.c..
Va da se che il figlio avrà diritto al risarcimento del danno patrimoniale per l'inadempimento dell'obbligazione relativa al mantenimento ma avrà diritto ad un danno non patrimoniale scaturito dal totale disinteresse del genitore.
Corte di Cassazione sentenza n. 3079 del 16 Febbraio 2015 


2. Guida con il foglio rosa senza essere accompagnati.
Con questa pronuncia la Cassazione precisa che guidare l'auto con il semplice foglio rosa, senza essere accompagnati da una persona che abbia la patente di guida da almeno 10 anni, non costituisce un reato. Si è però obbligati a pagare una sanzione amministrativa che parte da un minimo di 419 a euro a un massimo di 1.682, inoltre è anche previsto il  fermo amministrativo del mezzo per tre mesi.
Va ricordato che chi e' in possesso del foglio rosa può esercitarsi alla guida su tutto il territorio nazionale (non all'estero), in qualsiasi ora del giorno e della notte solo in presenza dell'istruttore o di una persona avente tale funzione. L'esercitazione può avvenire su tutte le strade e sul veicolo per il quale è stata chiesta la patente, provvisto di lettera "P" nella parte anteriore e posteriore.
Chi possiede il figlio rosa per la patente A può esercitarsi senza istruttore solo in "luoghi poco frequentati". 
Va infine ricordato che la lettera "P" non va sui motoveicoli .
Corte di Cassazione sentenza n.9195 del  2 marzo 2015


3. Sentenza vintage -anno 2012-
Pignoramento mobiliare.
Con questa sentenza vintage la Cassazione ricorda che il pignoramento mobiliare non può avvenire se la residenza del debitore e' fissata nella casa dei genitori o di altri familiari.
Dunque, tutti i beni mobili che si trovano all'interno di una abitazione appartengono al proprietario dell'immobile; logica conseguenza e' che in tutte queste circostanze l'ufficiale giudiziario dopo aver preso contezza di ciò deve astenersi dall'eseguire il pignoramento.
L'attività dell'ufficiale giudiziario ha natura esecutiva mentre lo stesso non può fare valutazioni giuridiche circa la proprietà dei beni da pignorare.
Nell'ipotesi in cui il pignoramento mobiliare venga fatto comunque, i terzi proprietari dei beni possono azionare l'opposizione di terzo all'esecuzione. 
Corte di Cassazione sentenza n. 23625 del 20 dicembre 2012.

4. Magistrato lumaca.
Inutile rimarcare il fatto che la macchina giudiziaria sia affetta da molte patologie e tra queste la cronica lentezza nel deposito delle sentenze.
Secondo la cassazione un magistrato "lumaca" può essere punito sotto il profilo disciplinare con la sanzione della censura.
La sanzione può essere inflitta tutte le  volte in cui il ritardo, nel deposito delle sentenze, superi ogni limite  di tollerabilità e ragionevolezza.
Il magistrato ponendo in essere questa condotta viola il  dovere fondamentale di diligenza insito nella sua professione.
Corte di Cassazione sentenza n. 2889 del 13 febbraio 2015

5. Adottabilita' di minore.
Il minore ha diritto di crescere in un ambiente sano ed equilibrato, quindi tutte le volte in cui si trovi in uno stato di abbandono deve essere disposta la declaratoria di adottabilita'.
Va da se che deve considerarsi in evidente stato di abbandono il minore che abbia entrambi i genitori con problemi psichiatrici; la patologia dei genitori non può essere superata in alcun modo ed è talmente grave da non poter consentire una vita normale al minore, quindi, l'unica strada percorribile e' quella dell'adozione.
Corte di Cassazione sentenza n. 2676 dell'11 febbraio 2015

6. Prova dell'etilometro.
Per contestare ad un automobilista il reato di guida in "stato di ebbrezza" e' sufficiente la prova singola dell'etilometro.
L'ebbrezza dell'automobilista può essere provata non solo dall'evidente alito vinoso ma anche dal rifiuto del conducente di sottoporsi alla seconda prova dell'alcooltest, il rifiuto infatti va valutato come esito della seconda prova.
Corte di Cassazione sentenza n. 7814 del 20 febbraio 2015

7. Danni al terzo trasportato.
Merita attenzione questa sentenza emessa dal Giudice di Pace di Palermo con cui è stato stabilito che al terzo trasportato non possono applicarsi le limitazioni del contratto assicurativo.
Nel caso de quo una persona, in qualità di terzo trasportato, subiva dei danni in conseguenza di un sinistro e per questa ragione agiva direttamente nei confronti dell'assicurazione del proprietario del veicolo.
Il conducente del veicolo però non aveva la patente, quindi, l'assicurazione riteneva di non dover provvedere al pagamento dei danni in favore del terzo trasportato perché  la copertura assicurativa non prevedeva l'ipotesi del conducente non munito di patente.
Il Giudice di Pace di Palermo ha invece ritenuto che il terzo trasportato avesse comunque diritto al risarcimento perché la condizione contrattuale non poteva considerarsi una eccezione opponibile al terzo trasportato .
Giudice di Pace di Palermo sentenza del 14 novembre 2014

8. Favoreggiamento della prostituzione.
Chi non ricorda il celebre brano di Fabrizio De Ande' "Bocca di rosa" che racconta la storia di una prostituta che con la sua presenza riusciva a scatenare passioni, allegria ed invidia.
Ed è proprio di prostitute  che la Cassazione si è occupata chiarendo che commette il reato di favoreggiamento della prostituzione chi protegge ed accompagna abitualmente la prostituta sul luogo di lavoro.
Ovviamente per la configurazione del reato devono sussistere elementi sintomatici quali la non occasionalità e lo svolgimento di attività ulteriori al semplice accompagnamento.
Corte di Cassazione sentenza n. 7795 del 20 febbraio 2015

9. Nel caso di omessa fatturazione l'illecito disciplinare non può venire meno anche nel caso di ravvedimento operoso.
Qualche tempo fa il Consiglio Nazionale Forense con una sentenza ha precisato che deve applicarsi il provvedimento disciplinare della sospensione nei confronti dell'avvocato se lo stesso ha violato il dovere di adempimento fiscale omettendo le fatturazioni.
La sanzione va applicata anche se c'è stato poi il ravvedimento operoso.
Nel caso di specie un avvocato veniva sospeso per tre mesi perché non aveva fatturato i compensi percepiti in contanti, ritenuti anche sproporzionati, e aveva sanato l'irregolarità l'anno successivo con il "ravvedimento operoso".
Consiglio Nazionale Forense sentenza n. 86 del 2014

10. Concessione delle attenuanti generiche.
Tutte le volte in cui venga chiesta l'applicazione delle attenuanti generiche il giudice se decide di non concederle deve fornire una adeguata motivazione.
Ciò significa che il giudice non può dare per scontata la non meritevolezza delle attenuanti ma deve valutare con attenzione tutti quegli elementi rilevanti anche evidenziati dall'imputato.
Dunque, se tutti gli elementi evidenziati non risultino convincenti il giudice può rifiutare l'applicazione ma deve argomentarne il diniego in maniera dettagliata.
Corte di Cassazione sentenza n. 7914 del 23 febbraio 2015

11. Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: niente assegno di mantenimento se si scopre che lei aveva intrapreso una relazione sentimentale stabile.
In questa vicenda giudiziaria a presentare il ricorso per separazione e' stata la moglie la quale ritenendo che il fallimento del matrimonio fosse stato determinato dalle continue infedeltà dell'uomo  ne chiedeva l'addebito; il marito si costituiva in giudizio e spiegando domanda riconvenzionale chiedeva a sua volta  che venisse pronunciato l'addebito della separazione a carico della moglie perché la stessa da tempo aveva una relazione sentimentale con un altro uomo.
In sede di udienza presidenziale veniva disposto il mantenimento in favore della moglie.
Una sentenza penale emessa pochi mesi prima che la causa di separazione fosse presa a sentenza ha determinato le sorti del giudizio.
Il marito infatti era stato assolto dalle accuse di violazione degli obblighi di assistenza familiare mentre nel corso del giudizio era emerso che la moglie aveva avuto una relazione stabile con un altro uomo con tuttte le conseguenze in relazione all'addebito e alla perdita dell'assegno di mantenimento.
Questo provvedimento partecipa al mio progetto: "tour turistico nel diritto" menzionato agli inizi di questa rubrica.
Il provvedimento mi è stato segnalato dal collega Salvatore Piccolo del foro di Santa Maria Capua Vetere; i colleghi interessati ad avere il provvedimento per esteso possono rivolgersi direttamente al collega al suo indirizzo e-mail: studio@avvocatosalvatorepiccolo.it.

12. Sentenza vintage.
Tribunale di Napoli: illecito endofamiliare nella sfera della sessualità .
Spesso si parla di illecito endofamiliare ma che cos'è esattamente?
In buona sostanza per illecito endofamiliare si intende l'illecito commesso da un familiare in danno di un altro soggetto facente parte dello stesso ambiente domestico.Logica conseguenza e' che la vittima di un illecito endofamiliare ha diritto al risarcimento del danno.
Anche il diritto alla sessualità e' un diritto che se leso deve essere risarcito.
In merito va ricordata una sentenza emessa dal Tribunale di Napoli che nel lontano 2007 ha riconosciuto al coniuge superstite, che aveva perso l'altro coniuge per fatto illecito del terzo, un danno non patrimoniale pari ad euro 20.000 perché perdendo il coniuge aveva subito un danno alla propria sfera sessuale.
La perdita del coniuge, infatti, va letta come perdita dell'esclusivo partner sessuale.
Tribunale di Napoli sentenza n. 3996 del  del 13 aprile 2007

13. Sentenza vintage.
Illecito endofamiliare a causa di infedeltà .
Ancora un'altra sentenza vintage, datata 2006, ha riconosciuto un risarcimento per illecito endofamiliare derivante dall'infedeltà del coniuge.
A prendere questa decisione e' stato il Tribunale di Venezia che ha accolto la domanda risarcitoria proposta dalla moglie nei confronti del marito e delle nuova compagna.
Nel caso di specie l'accoglimento della domanda non e' stato determinato tanto dalla violazione dell'obbligo di fedeltà quanto, invece, sulla violazione dei diritti inviolabili della persona dell'altro coniuge. 
L'infedeltà del marito aveva non solo leso la sfera psicofisica della moglie ma ne aveva leso anche la dignità perché la stessa era venuta a conoscenza della relazione extraconiugale del marito in termini drammatici perché lo aveva colto in flagranza; l'uomo nonostante il torto aggrediva la moglie spalleggiato anche dalla nuova compagna.
Tribunale di Venezia sentenza del 3 luglio 2006

14. Stalking .
Interessante e' questa pronuncia della Corte di Appello di Trento che ha condannato per stalking un uomo per aver messo in atto una serie di atteggiamenti irritanti e fastidiosi  in danno del figlio della compagna.
Il ragazzo esasperato dagli scherzi pesanti e dai comportamenti pericolosi del compagno della madre abbandonava la casa familiare in preda ad un forte disagio.
La Corte di Appello ha quindi confermato la condanna di primo grado anche se ne ha diminuito la pena.
Corte di Appello di Trento sentenza n.252 dell'8 settembre 2014

15. Morosità dell'inquilino .
Se il conduttore di un immobile non paga il canone mensile di locazione il proprietario dell'immobile e' tenuto comunque a pagare  le tasse anche per i canoni non percepiti.
Dunque, il proprietario non si libera dal pagamento della tassa annuale semplicemente con il deposito dell'intimazione di sfratto presso la cancelleria ma tutti gli obblighi fiscali restano validi finché non venga emessa la sentenza di sfratto o finche il conduttore non firmi il verbale di rilascio dell'immobile. 
Quindi se non si verificano queste circostanze il proprietario e' tenuto a pagare l'imposta di registro.
Commissione Tributaria Provinciale di Salerno sentenza n. 190 del 2015

16. Stato di necessità .
Non può invocarsi lo stato di necessità per giustificare l'occupazione illegittima di un immobile.
In questa vicenda una donna, con un lavoro precario e con quattro figli a carico, non potendo sostenere le spese di locazione della casa in cui abitava decideva di occupare un immobile popolare e la tesi difensiva giustificava il gesto invocando lo stato di necessità.
Questo assunto difensivo non ha comunque evitato alla donna la condanna per occupazione abusiva di immobile. 
NOTA: Invasione di terreni o edifici
Art. 633 Codice Penale
Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da centotre euro a milletrentadue euro.
Le pene si applicano congiuntamente, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso da più di cinque persone, di cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi. 
Corte di Cassazione sentenza n. 8603 del 26 febbraio 2015

17. Tribunale di Milano: non basta il ricovero in casa di cura per nominare l'amministrazione di sostegno.
Il Tribunale di Milano con un decreto dell'anno scorso ha chiarito che non è necessaria la nomina di un amministratore di sostegno per un paziente ricoverato in una casa di cura.
In questa ipotesi, infatti, della persona debole si occuperà un operatore professionale in forza di un contratto oneroso.
La richiesta di ADS era stata avanzata dalla moglie sulla base della presunta prodigalità del soggetto; la donna aveva poi dichiarato che in considerazione della contrarietà del marito voleva rinunciare al ricorso.
Il tribunale aveva però chiarito che il ricorso non è rinunciabile; in merito alla prodigalità la stessa non era stata provata anzi quasi tutta la pensione dell'uomo, di circa 4000 euro, veniva utilizzata per pagare la Casa di Cura. 
In definitiva va puntualizzato che la nomina di un amministratore di sostegno va valutata caso per caso ad esempio sarà  necessaria non solo in caso di incapacità della persona ma anche se vi sia un ingente patrimonio la cui gestione risulta complessa.
Se invece non ci sono conflitti circa il perseguimento degli esclusivi interessi del soggetto debole e' sufficiente la protezione del contesto familiare e sociale.
Tribunale di Milano decreto del 3 novembre 2014

18. Decorrenza dell'assegno di mantenimento.
A partire da quando decorre l'assegno di mantenimento?  
Con una ordinanza di pochi giorni fa la Cassazione precisa che l'assegno di mantenimento in caso di revisione del suo ammontare comincia a decorrere dalla data del deposito del ricorso introduttivo e non dalla data della sentenza. Quindi se c'è stato un aumento lo stesso decorrerà dalla data di deposito della domanda.
L'assegno divorzile invece decorre dalla data del passaggio in giudicato della sentenza e non dalla data della domanda.
La ragione di ciò sta nel fatto che l'assegno divorzile trova la propria fonte nel nuovo "status delle parti"rispetto al quale la pronuncia del giudice ha efficacia costitutiva.
Ma questa non è una regola fissa, infatti, il giudice in considerazione dei vari casi, ha il potere di anticipare la decorrenza dell'obbligo di corresponsione dell'assegno dalla data della domanda di divorzio(art. 4 comma 13 legge 898 del 1970).
Corte di  Cassazione ordinanza n. 3348 del 19 febbraio 2015

19. Anche il detenuto risponde per violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Il padre detenuto non può giustificare la mancata corresponsione dell'assegno di mantenimento facendo leva sul proprio stato detentivo e quindi su l'impossibilità oggettiva di poter adempiere le obbligazioni del mantenimento.
Seconda la Cassazione lo stato detentivo rappresenta una colpevole impossibilità ad adempiere dunque non può essere una causa di giustificazione; di conseguenza anche il detenuto se non versa  il mantenimento a moglie e figli risponderà del reato di cui all'art. 570 c.p.(violazione degli obblighi di assistenza familiare").
Corte di Cassazione sentenza n. 4960 del 2015

20. Incendio doloso.
Se sulla proprietà di qualcuno si verifica un incendio di natura dolosa il vicino non può chiedere il risarcimento dei danni.
Nel caso di specie e' stata rigettata la richiesta di risarcimento danni avanzata da i proprietari di un immobile danneggiato a causa di un incendio doloso che aveva interessato uno stabilimento industriale.
Dunque, in queste ipotesi non scatta la responsabilità del custode perché l'incendio doloso e' un evento eccezionale ed imprevedibile.
Corte di Cassazione sentenza n. 3953 del 26 febbraio 2015

21. Danni provocati dai venditori ambulanti.
Merita particolare attenzione questa sentenza emessa dal Tribunale di Bari con cui è stato precisato che: i danni provocati dai venditori ambulanti ai palazzi adiacenti ai mercati rionali devono essere risarciti dall'amministrazione comunale.
Infatti, e' il Comune che deve preoccuparsi di mantenere in buono stato le strade e le zone destinate agli ambulanti che posizionano banchetti o bancarelle.
Il giudice nel decidere la questione ha preso come riferimento una sentenza della Cassazione la n. 4039 del 19 febbraio 2013 con cui è stato ritenuto concettualmente ed astrattamente configurabile, nei confronti della PA la responsabilità per danni da cose in custodia ex art. 2051 c.c., relativamente ai danneggiamenti subiti a seguito dell'utilizzo di strade pubbliche”.
Quindi l'amministrazione comunale risponde ai sensi dell'art. 2051 c.c. salvo che non provi il caso fortuito . 
Tribunale di Bari sentenza n. 3717 del 2014

22. Licenziamento del dipendente .
Un dipendete può essere licenziato se muove delle critiche all'azienda per cui lavora? Pare proprio di si e a confermarlo e' proprio una sentenza della Cassazione con cui si chiarisce che il dipendente può essere licenziato se cerca di denigrare la società per cui lavora esprimendo critiche eccessive circa l'operato della stessa.
Il licenziamento e' una scelta obbligata perché viene meno il rapporto fiduciario tra lavoratore e datore di lavoro.
Corte di Cassazione sentenza n. 3853 del 25 febbraio 2015

23. Tribunale di Milano: soccombenza qualificata.
Il Tribunale di Milano con un decreto del 2014 nel decidere un caso ha ritenuto che vi fosse una soccombenza qualificata(disciplinata dal D.M. n. 55 del 2014) dunque in considerazione di ciò ha liquidato le spese di lite a carico della parte soccombente con un incremento fino ad un terzo rispetto a quello altrimenti liquidabile in quanto le difese della parte vittoriosa sono risultate manifestamente fondate.
Nel caso di specie una signora ricorreva ex artt. 710 e 737 c.p.c., per chiedere la modifica delle condizioni economiche fissate, a proprio favore, con un provvedimento del 2009.
Va ricordato che per chiedere la modifica delle condizioni economiche e' necessario che vi siano circostanze nuove rispetto a quelle rappresentate nel provvedimento di cui si chiede la modifica.
La donna però non provava concretamente la modifica delle condizioni economiche e in seguito a ciò il Tribunale non solo rigettava il ricorso ma condannava la signora al pagamento delle spese di lite con incremento pari ad 1/3,  in virtù del disposto di cui al comma 8 dell'art. 4 del D.M. n. 55/2014.
Tribunale Milano decreto dell'11.12.2014 

24. Diritto di visita dei figli.
Chi si occupa di separazioni spesso assiste a scenari familiari dolorosi soprattutto quando gli ex coniugi, in preda a conflittualità patologiche, finiscono per strumentalizzare i propri figli.
Così accade di sovente che il genitore collocatario, avendo presso di se i figli, crede di poter gestire a proprio piacimento il diritto di visita dei figli riconosciuto all'altro coniuge.
Ma così non è perché il coniuge collocatario dei figli deve attenersi a quelle che sono le disposizioni del Tribunale con riferimento all'esercizio del diritto di visita riconosciuto al padre.
Di conseguenza, il genitore collocatario ostruzionista cioè che impedisca di fatto che l'altro coniuge possa vedere i propri figli può essere condannato a pagare una sanzione pecuniaria per aver ostacolato il diritto dell'altro genitore.
Nel caso di specie una donna e' stata condannata a pagare mille euro alla Cassa delle ammende.
Corte di Cassazione sentenza n. 3810 del 25 febbraio 2015

25. Astensione dell'avvocato.
L'astensione dell'avvocato dalle udienze e' un diritto di libertà ma non può considerarsi come un legittimo impedimento.
Ciò significa che quando l'avvocato aderisca all'astensione dalle udienze e' necessario disporre un rinvio anche se si tratta di udienza camerale.
Presupposto fondamentale e' che l'avvocato abbia comunque manifestato in maniera univoca la volontà di partecipare all'udienza.
Nel caso di specie la Cassazione ha accolto il ricorso di un uomo che era stato condannato dalla Corte di Appello di Venezia per trasporto e detenzione di sostanze stupefacenti.
In questa circostanza la condanna dell'uomo doveva considerarsi nulla perché la decisione era stata presa senza che vi fosse la presenza del suo difensore il quale era "assente giustificato" perché aveva presentato una istanza di rinvio dell'udienza perché lo stesso aveva aderito all'astensione collettiva proclamata dall' Unione delle "Camere Penali".
Corte di Cassazione sentenza n. 8525 del 25 febbraio 2015

26. Processo telematico che si blocca.
Il PCT e' una di quelle novità inserite nel sistema giustizia che più che semplificare le procedure spesso le complica perché può capitare il blocco del sistema.
Cosa accade in questi casi? Bene con una ordinanza del Tribunale di Milano e' stato chiarito che: quando il sistema telematico si blocca, dunque, non è possibile depositare gli atti nei termini le parti possono essere autorizzate a depositare gli atti in forma cartacea in deroga alle norme sul deposito telematico.
Va da se che l'impossibilità deve essere di tipo oggettivo ed inoltre bisogna dimostrare che il cattivo funzionamento del sistema non sia limitato solo ad una fascia oraria ma che si sia prolungato fino alla scadenza dei termini per il deposito.
Tribunale di Milano ordinanza del 12 gennaio 2015

27. Nel calcolo dell'assegno di mantenimento bisogna tener conto anche degli "hobby costosi" dell'ex marito.
Va precisato che per valutare o rideterminare l'importo dell'assegno di mantenimento bisogna tener presente una serie di parametri indicativi dell'effettiva redditività  del coniuge obbligato.
Quindi incidono sulla posizione reddituale del coniuge anche le attività sportive o distensive di un certo costo.
Nel caso in questione, in merito ad un procedimento di divorzio, la Corte d'Appello di Trento aveva riformato la sentenza di primo grado, elevando l'assegno da corrispondere alla moglie ad euro 700, 00 mensili.
Il marito ricorreva in Cassazione ma qui la Suprema Corte non ha fatto altro che confermare la decisione di secondo grado secondo cui la rivalutazione dell'assegno divorzile e' stata determinata dallo stile di vita dell'ex marito il quale era titolare di una impresa edile, aveva una casa di proprietà, guidava macchine di lusso e si dedicava ad attività costose come la caccia.
La moglie, invece, era malata e con un lavoro saltuario quindi in una posizione economica di svantaggio rispetto al marito.
In buona sostanza in questo caso la determinazione dell'assegno e' avvenuta facendo riferimento a dati reali e non a presunzioni o ad aspettative future dell'ex coniuge.
Corte di Cassazione sentenza n. 2574 del 10 febbraio 2015

28. Si configura il reato di maltrattamenti in famiglia anche se si tratta di "famiglia di fatto."
Con questa pronuncia la Cassazione chiarisce che: sussiste il reato di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p.  non solo nei confronti del coniuge ma anche nei confronti del convivente.
Più in dettaglio va precisato che il delitto di maltrattamenti deve configurarsi solo nelle ipotesi di relazioni intense e che abbiano le caratteristiche dell'affidamento e della solidarietà.
Dunque, la legge tutela tutti quei soggetti deboli che facciano parte di un "nucleo sociale organizzato" anche se non sussiste un vincolo matrimoniale o di parentela.
Il reato in questione non sussiste solo se si riesce a dimostrare che non vi sia alcuna relazione di tipo familiare con la vittima.
Corte di Cassazione sentenza n. 31121 del 2014

29. Le siepi possono essere piantate a distanze inferiori rispetto a quelle previste per legge?
Prima di rispondere a questa domanda e' necessario capire qual e' lo scopo delle siepi.
Lo scopo delle siepi e' quello di fungere da protezione e da habitat per le specie di animali e vegetali che possono subire dei danni dall'urbanizzazione, inoltre,  riparano dal vento, schermano la vista e proteggono i terreni e le scarpate dall'erosione.
Inoltre, le siepi hanno anche la funzione di difendere la privacy delle persone ma questa non è una funzione principale ciò significa che se le siepi vengono piantate ad una distanza inferiore rispetto a quella prevista dalla legge, anche se c'è stata una tolleranza prolungata, sarà necessario modificare l'assetto e la distanza degli arbusti vietando anche per il futuro di piantare siepi o alberi ad una distanza non consentita.
Di conseguenza il diritto alla privacy e' un diritto minore che deve quindi essere sacrificato nel rispetto di quelle che sono le norme circa la distanza da rispettare nel piantamento di alberi o siepi.
Corte di Cassazione sentenza n. 3232 del 18 Febbraio 2015.

30. Negoziazione assistita.
Preliminarmente va ricordato che la negoziazione assistita e' quell'istituto che è entrato di recente nel nostro ordinamento con il "decreto giustizia" n. 132 del 2014 e poi convertito nella legge 162 del 2014, finalizzato a dettare “misure urgenti di degiurisdizionalizzazione e altri interventi per la definizione dell'arretrato in materia di processo civile”.
La negoziazione assistita e' stata prevista anche in materia di separazione e divorzio; 
in questo modo  i coniugi possano raggiungere una soluzione consensuale di separazione personale, di cessazione degli effetti civili  nonché di modifica delle condizioni di separazione o divorzio precedentemente stabilite.
La procedura è applicabile sia in assenza che in presenza di figli minori o di figli maggiorenni, incapaci, portatori di handicap grave ovvero economicamente non autosufficienti.
Una delle prime pronunce in materia arriva dal Tribunale di Torino con cui il PM ha espresso il proprio no all'accordo di separazione.
Va, infatti, chiarito che l'accordo di negoziazione assistita effettuato dai coniugi alla presenza di due avvocati deve essere sottoposto al vaglio del procuratore della Repubblica presso il tribunale competente.
L'accordo va trasmesso al PM entro 10 giorni di conseguenza  se  l'accordo non presenta irregolarità il PM ne comunica il nullaosta agli avvocati; se, invece, l'accordo non supera il vaglio del PM, ad esempio perché non corrisponde agli interessi dei figli, il PM entro 5 giorni lo trasmette al presidente del tribunale che nel termine massimo di 30 giorni dispone la comparizione delle parti.
Dunque, in conclusione il primo no all'accordo di negoziazione assistita arriva proprio dal Tribunale di Torino sentenza del 15 gennaio 2015

31. Licenziamento.
Deve considerarsi nullo il licenziamento intimato al lavoratore per assenza ingiustificata se lo stesso e' stato assente dal luogo di lavoro a causa di disturbi psichici come la sindrome ansioso-depressiva.
Quindi i problemi di salute che hanno interessato il dipendente rendono meno grave l'assenza ingiustificata dunque il lavoratore deve essere reintegrato nel posto di lavoro ed ha diritto ad un risarcimento del danno.
Corte di Cassazione sentenza n. 4171 del 2 marzo 2015

32. Responsabilità medica.
Deve ravvisarsi una responsabilità medica nel caso di ritardo informativo commesso dal medico.
Nel caso in oggetto un medico chirurgo, dopo aver effettuato un controllo radiografico in seguito ad un intervento chirurgico, non si era accorto che all'interno del paziente vi era un frammento di una protesi che aveva causato al paziente un dolore aggiunto costringendolo a sottoporsi ad un ulteriore trauma come quello di un'altra operazione per eliminare il corpo estraneo.
Tribunale di Firenze sentenza n. 2594 del  4 settembre 2014 

33. Costituzione di parte civile da parte dell'Ordine degli Avvocati anche per danni non patrimoniali.
Con questa pronuncia la Cassazione chiarisce che nel caso in cui un avvocato sia vittima di una serie di reati, posti in danno del suo studio professionale, il Consiglio dell'ordine può costituirsi parte civile nel procedimento penale anche se il danno patito non abbia natura patrimoniale.
In particolare l'avvocato in questione era stato oggetto di un atto intimidatorio attraverso un'azione incendiaria a danno del suo studio professionale, lo scopo dell'azione delittuosa era quello di impedire al professionista l'esercizio del diritto di difesa.
La costituzione di parte civile dell'Ordine professionale e' giustificata dal fatto che l'Ordine rappresenta l'insieme degli avvocati appartenenti ad un Foro, quindi, unitamente al singolo avvocato anche l'Ordine di appartenenza e' titolare del diritto di difesa e la lesione di questo diritto legittima l'azione risarcitoria.
Corte di Cassazione sentenza n. 846 del 12 gennaio 2015

34. Dovere di riservatezza dell'avvocato.
Merita attenzione questa sentenza del Consiglio Nazionale Forense che chiarisce un aspetto non trascurabile come il "dovere di riservatezza che deve essere rispettato dall'avvocato.
In buona sostanza con questa pronuncia si ricorda che il dovere di riservatezza è posto esclusivamente a tutela della sfera privata del cliente mentre questo stesso dovere non deve estendersi alla controparte .
Nella vicenda in questione un avvocato era stato sanzionato dal proprio Ordine con "l'avvertimento" perché in una controversia afferente una separazione tra coniugi, aveva trasmesso via fax al collega di controparte una comunicazione “riservata-personale” e di conseguenza i collaboratori dello studio ne avevano preso visione.
L'avvocato sanzionato ritenendo di non aver commesso un illecito ricorre al CNF e il suo ricorso trova accoglimento perché  nel codice deontologico non è contemplato uno specifico dovere di riservatezza nei confronti della controparte.
Consiglio Nazionale Forense sentenza 84 del 2014

35. Gratuito patrocinio e pensione sociale.
Va preliminarmente ricordato che il "gratuito patrocinio" e' quell'istituto pensato per le persone meno abbienti che non possono permettersi di pagare un avvocato;
 il legale sarà compensato direttamente dallo Stato. L'assistenza gratuita è prevista per i processi civili, penali, tributari e amministrativi.
Può godere del gratuito patrocinio chi abbia un reddito  pari a 11.369 euro annui,  come indicato nell'ultima dichiarazione dei redditi del contribuente. 
La Cassazione con una pronuncia dello scorso anno ha precisato che va conteggiato nei redditi anche la pensione sociale che non deve considerarsi un contributo occasionale ma un trattamento stabile  che deve essere calcolato nella dichiarazione dei redditi presentata per poter essere ammessi al gratuito patrocino detto anche patrocinio a spese dello Stato.
Quindi chi dichiara una posizione reddituale diversa da quella effettiva risponde della fattispecie delittuosa prevista dall'articolo 4 del Dlgs 74/2000 (dichiarazione infedele); la dichiarazione contiene elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo oppure elementi passivi fittizi in misura superiore a una certa soglia.
Questo tipo di tipologia criminosa e' meno grave rispetto a quella di dichiarazione fraudolenta attraverso l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti o della dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici .
Corte di Cassazione sentenza n. 38980 del 12 giugno 2014.

36. Sentenza vintage.
Responsabilità della scuola.
Se un alunno, all'interno della scuola, subisce dei danni da terze persone o da animali la responsabilità di questi eventi e' addebitabile all'istituto scolastico.
Nel caso in questione un alunno mentre si trovava nel cortile della scuola veniva morso da un cane; inevitabilmente la scuola deve considerarsi l'unico responsabile dell'evento e l'obbligo di custodia della scuola scaturisce semplicemente dall'iscrizione scolastica dell'alunno.
In particolare nella sentenza viene precisato che: "con l'iscrizione gli alunni sono affidati all'amministrazione scolastica che esplica il proprio servizio attraverso il personale - docente e non - e mediante la messa a disposizione di locali, laboratori etc". "
Corte di Cassazione sentenza n. 3680 del 2011

37. Sanatoria edilizia.
Con questa pronuncia della Suprema Corte e' stato chiarito che non commette "abuso di ufficio" il funzionario comunale che suggerisca via email al richiedente una soluzione alternativa nel caso in cui vi sia stato il diniego della sanatoria edilizia.
In questa ipotesi il funzionario suggeriva al richiedente di poter ottenere comunque la sanatoria edilizia demolendo parzialmente le opere abusive. 
Corte di Cassazione sentenza n. 8977 del 2 marzo 2015

38. Diritto di visita del padre.
Merita attenzione questo decreto del Tribunale di Milano emesso nell'ambito di un procedimento per l'affidamento e il mantenimento dei figli nati fuori dal matrimonio.
In buona sostanza con questo provvedimento si è tutelato il diritto di visita del padre  anche in presenza di un minore in tenera età sul presupposto che le competenze di un genitore possono crescere e migliorare solo con la pratica. 
La compagna dell'uomo chiedeva che i tempi di permanenza del padre con la figlia, di appena due anni, fossero ristretti in considerazione della tenera età della minore e credendo che il padre non fosse in grado di provvedere alle primarie esigenze della piccola.
Il Tribunale ha invece ritenuto che nell'ambito di un affidamento condiviso i tempi di permanenza con l'altro genitore non possono essere ridotti notevolmente perché  "la genitorialita' si apprende solo facendo i genitori".
Tribunale di Milano decreto del 14 gennaio 2015

39. Sentenza di non luogo a procedere.
I giudici con l'ermellino con questa sentenza hanno ricordato che: all'esito dell'udienza preliminare, se il giudice decide di emettere una sentenza di "non luogo a procedere" la stessa deve essere completa, coerente e comprensibile e deve motivare l' inutilità del giudizio.
Quindi una "sentenza di non luogo a procedere" non deve essere criptica al punto da non comprendere con certezza il senso della stessa.
In definitiva il giudice dell'udienza preliminare non deve esprimersi sulla colpevolezza dell'imputato ma deve solo accertare la carenza di elementi per fondare una condanna e che la stessa carenza di elementi rimarrebbe tale anche all'esito di un dibattimento.
Corte di Cassazione sentenza n. 8625 del 2015

40. Per liquidare un danno il giudice e' tenuto a rispettare sempre le Tabelle?  
A rispondere a questa domanda interviene una recente pronuncia della Suprema Corte; i giudici di Piazza Cavour puntualizzano che nella quantificazione del danno le tabelle(ad esempio quelle predisposte dal Tribunale di Milano o di Roma) sono un valido criterio ma non è l'unico.
Il giudice, dunque, al momento della valutazione del danno non è vincolato ai criteri di calcolo tabellari ma può discostarsi da questi, prendendo come riferimento altri parametri, purché il giudice adotti una motivazione equa spiegando in modo adeguato perché abbia fatto riferimento ad altri criteri di giudizio.
Puo' accadere che la liquidazione di un danno su base tabellare sia sproporzionata rispetto al caso concreto, dunque, in questi casi il giudice deve quantificare il risarcimento del danno sui parametri della ragionevolezza e della proporzionalità. 
Corte di Cassazione sentenza n.3592 del 24 febbraio 2015

41. L'avvocato cassazionista, che sia persona offesa, può presentare personalmente ricorso  contro il decreto di archiviazione?  
A questo quesito ha risposto la Cassazione che ha precisato un principio di diritto in base al quale non solo la persona offesa non può presentare personalmente un ricorso avverso il decreto di archiviazione  ma questa regola vale anche se la persona offesa in questione sia un avvocato cassazionista.
Va precisato, infatti, che nel processo penale chi ha la qualità di "litigante" non può esercitare lo "jus postulandi" (per jus postulandi si intende la facoltà  di proporre domande in giudizio).
Nell'esercizio dell'azione civile questo e' possibile  così come dispone l'art.  86 c.p.c.: "la parte o la persona che la rappresenta o assiste, quando ha la qualità necessaria  per esercitare l'ufficio di difensore con procura presso il giudice adito, può stare in giudizio senza il ministero di altro difensore."
Per completezza di ragionamento va però rammentata un'altra sentenza della Cassazione, la n. 10546 del 2014, con cui è stato affermato che "la parte civile è legittimata a proporre personalmente ricorso per cassazione avverso la sentenza impugnata, purché si tratti di avvocato iscritto nell'albo speciale per il patrocinio davanti alle magistrature superiori. 
 Corte di Cassazione sentenza n. 8995 del 2 marzo 2015.

42. Illegittimo il licenziamento del dipendente che si allontana dal posto di lavoro perché ha avuto un calo ipoglicemico.
Può capitare improvvisamente di essere colti da un calo ipoglicemico cioè quando si ha un basso livello di zuccheri (glucosio) nel sangue. 
Quando accade ciò si avverte un malore quindi è necessario assumere degli zuccheri.
Questo evento e' accaduto ad un vigilante che proprio in seguito a questo malore si era allontanato dalla guardiola lasciandola incustodita.
Per questo motivo il vigilante e' stato licenziato ma la Corte di Appello di Firenze ha ritenuto illegittimo il licenziamento perché l'allontanamento momentaneo del dipendente era stato giustificato dal malore.
Quindi gli allontanamenti momentanei dal posto di lavoro, per motivi di salute anche se non documentati, non possono giustificare il licenziamento.
Va precisato che la" Jobs Act" la riforma del lavoro varata dal governo Renzi, ha modificato l'art 18 in base al quale: saranno reintegrati i lavoratori licenziati per motivi discriminatori, ma sarà possibile il reintegro anche per i licenziamenti disciplinari. I reintegri saranno tipizzati per ridurre il più possibile la discrezionalità dei giudici. Per i licenziamenti economici che saranno considerati illegittimi resta invece solo l'indennizzo.
Corte di Appello di Firenze sentenza  n. 345 del 2013

43. Mantenimento figli.
Davvero interessante e' questa sentenza della Cassazione che sicuramente desterà l'attenzione di molti padri obbligati al mantenimento dei figli.
Nella vicenda in questione un uomo era stato condannato in appello per il reato di" violazione degli obblighi di assistenza familiare in danno dei figli minori."
L'uomo però ricorrendo in Cassazione sosteneva che il giudici di appello tra i mezzi di sussistenza che l'uomo aveva passato alla sua famiglia non avevano tenuto conto che tra le spese sostenute per i figli vi erano anche gli oneri condominiali, il servizio telefonico e il canone della tv, inoltre, l'uomo aveva versato anche altre cifre in seguito a richieste di natura voluttuaria.
La Suprema Corte ha quindi chiarito che se il genitore obbligato ha garantito ai figli il soddisfacimento di altri bisogni "complementari", quali "le spese di abbigliameno, i libri di istruzione, i mezzi di trasporto e di comunicazione", non si possono avanzare altre richieste di natura voluttuaria.
Corte di Cassazione sentenza n. sentenza 49755 del 2012 

44. Rinvio dell'udienza.
Nell'ipotesi in cui il difensore non possa partecipare all'udienza per legittimo impedimento il rinvio dell'udienza non può essere negato anche se c'è un rischio di prescrizione.
La richiesta di rinvio e' valida anche se in maniera generica si è indicata la mancata nomina di un sostituto.
Nel caso in questione un uomo ricorreva in Cassazione impugnando la sentenza della Corte d'Appello di Firenze che aveva rigettato la richiesta di rinvio dell'udienza da parte del suo difensore nonostante lo stesso avesse fatto rilevare l'impedimento a causa di concomitante impegno professionale.
Per i giudici della Cassazione deve considerarsi "legittimo impedimento" la concomitanza dell'impegno del difensore in un altro procedimento purché si dimostri l'esistenza dell'impegno ma anche le ragioni che rendono indispensabile l'espletamento delle funzioni difensive in tale procedimento.
Corte di Cassazione sentenza n. 8973 del 3 marzo 2015

45. L'assegno di mantenimento può essere deducibile?
L'assegno di mantenimento disposto, nei confronti del coniuge obbligato, in sede di separazione può essere deducibile cioè scaricabile dalle tasse.
Invece, non sono deducibili gli assegni periodici per il mantenimento dei figli. 
Inoltre, se nel provvedimento del giudice e' stato disposto che il coniuge obbligato debba provvedere a versare una certa somma all'altro coniuge per far fronte a spese periodiche della casa coniugale, anche queste somme possono essere deducibili.
Non è invece deducibile l'assegno di mantenimento versato a titolo di "una tantum" ed ancora non possono essere deducibili, anche se previsti nel provvedimento del giudice, neppure i premi pagati per l'assicurazione sulla vita a favore dell'ex coniuge. 
Corte di Cassazione sentenza  n. 13029 del 24 maggio 2013

46. Sentenza vintage
Casa concessa in comodato durante il matrimonio.
In molti casi i coniugi dopo il matrimonio vanno a vivere presso la casa di proprietà dei genitori dell'altro coniuge, in buona sostanza l'immobile viene concesso in comodato al figlio 
Ma cosa succede se dopo il matrimonio il giudice, in sede di separazione, assegna la casa al coniuge collocatario dei figli?  
A ricordarlo e' una sentenza della Cassazione di qualche tempo fa con cui è stato chiarito che: se i genitori hanno concesso in comodato la casa al figlio per essere destinata a casa familiare, allora in questa ipotesi la nuora potrà restare in casa per tutto il tempo necessario a soddisfare i bisogni propri della famiglia "ridotta"; se invece i genitori non hanno stabilito la durata o lo scopo del bene allora in questa circostanza il comodatario, cioè la nuora, dovrà restituire l'immobile su richiesta del richiedente.
Corte di Cassazione ordinanza n. 23567 del 16 ottobre 2013. 

47.  Stalking.
Chi è vittima di stalking deve fare i conti non solo con l'ansia e la paura ma anche con dei cambiamenti di vita obbligati per sfuggire alle morse del persecutore.
Accade quindi che il giudice per consentire tranquillità alla vittima disponga che lo stalker non si avvicini ai luoghi frequentati dalla vittima ma anche ai familiari e alle persone amiche della vittima.
Il giudice dunque non potendo indicare in maniera dettagliata tutte le persone alle quali il molestatore non può avvicinarsi dice in maniera generica che lo stalker non può avvicinarsi 
a tutte le persone legate alla vittima da un rapporto di "parentela, di lavoro o di natura affettiva”.   
Va da se che per applicare una misura tanto restrittiva il giudice dovrà prendere in considerazione la personalità dell'indagato nonché la sua propensione a commettere reati. 
Corte di Cassazione sentenza  n. 14297 del 26 marzo 2013.

48. Mobbing.
Il lavoratore che venga adibito a svolgere più incarichi o a sostituire colleghi assenti non può essere considerato vittima di mobbing.
Perché non si trascenda nel mobbing e' importante che gli incarichi siano compatibili con le mansioni del lavoratore e che non ci sia un atteggiamento persecutorio posto in essere dal datore caratterizzato da continue condotte vessatorie .
Nel caso di specie il lavoratore aveva sostenuto di essere vittima di mobbing perché a causa del forte stress subito, per il continuo cambio di incarichi, si era anche ammalato di depressione.
Corte di Cassazione sentenza n. 4174 del 2 marzo 2015

49. Assegni postdatati
In Italia e' molto diffusa la pratica degli assegni postdatati cioè pagando con un assegno postdatato si ritarda il momento dell'effettivo pagamento di merci e servizi.
Va chiarito però che emettere un assegno postdatato è illegale; ad oggi però non si ha più una responsabilità penale, e' infatti scomparso come reato con l'entrata in vigore del decreto legislativo 30 dicembre 1999, n. 507, e' prevista invece una sanzione amministrativa per l'evasione dell'imposta di bollo.
Ma cosa succede se qualcuno ci paga con un assegno postdatato, garantendo la disponibilità futura di somme, mentre poi in realtà quando si va a chi cambiare l'assegno sul conto non ci sono le somme?  
Bene secondo una sentenza della Cassazione in queste ipotesi si configura il reato di truffa.
Nel caso in questione un uomo, che è stato poi condannato per truffa, aveva acquistato da una ditta delle merce aveva pagato con  degli assegni postdatati e al momento del pagamento il conto era privo di liquidità .
Corte di Cassazione sentenza n. 52021 del  15 dicembre 2014

50. Disturbo delle occupazioni e del riposo .
Chi gestisce un locale come un bar o un pub non è responsabile degli schiamazzi che avvengono fuori dal locale; ovviamente per rimanere indenne da responsabilità il gestore deve dimostrare che si sia attivato esercitando un potere di controllo per evitare gli schiamazzi ad esempio affiggendo dei cartelli rivolti ai clienti invitandoli a non lasciarsi andare ad urla o altri rumori molesti.
Corte di Cassazione sentenza n. 9633 del 5 marzo 2015 

51. Attenzione a fare dei gavettoni.
Anche fare uno scherzo come un gavettone può avere conseguenze penali.
Il reato che si configura e' quello di molestie.
Nella vicenda in oggetto un uomo fingendo di innaffiare le piante si divertiva a bagnare il vicino di casa; il vicino non ha assolutamente accettato lo scherzo portando il vicino molesto in tribunale.
Corte di Cassazione sentenza  n. 15956 del 2014

52. Accertamenti fiscali.
Anche chi ha un reddito molto basso deve stare attento al tenore di vita che fa, sostanzialmente il tenore di vita deve essere corrispondente al reddito dichiarato.
Ma non per tutti e' così, dunque, logica conseguenza e' che: chi dichiara un reddito molto basso può essere sottoposto ad accertamento fiscale soprattutto se sostiene le spese di un immobile.
Peraltro è assolutamente irrilevante che l'immobile sia di proprietà dei genitori.
Commissione Tributaria Provinciale di Roma sentenza n. 2991 del 2015

53. Favoreggiamento della prostituzione.
Limitarsi a mettere una inserzione sul giornale, con lo scopo di favorire incontri sessuali, non può configurare il reato di favoreggiamento della prostituzione.
Perché possa realizzarsi la condotta illecita e' necessario che vengano compiute altre attività per agevolare la prostituzione ad esempio rendendo la proposta di prestazione sessuale particolarmente allettante al punto tale da attirare un gran numero di clienti.
Quindi la semplice inserzione non consiste in un procacciamento di clienti a favore delle "prostitute" ma deve leggersi come un semplice rapporto contrattuale privo di collegamento con l'attività delle donne.
Quindi chi pubblica l'annuncio offre un servizio che non è quello di procacciare clienti.
Dello stesso avviso e' stata anche una precedente pronuncia della Cassazione la n. 48981 del 2014.
Corte di Cassazione sentenza n. 9215 del 3 marzo 2015

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