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Data: 17/03/2015 21:45:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi - Non ci sarà nessuna norma sul divorzio immediato nel disegno di legge in materia di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio e di comunione tra coniugi discusso oggi pomeriggio nell'aula di Palazzo Madama. L'emendamento, inserito dalla Commissione Giustizia del Senato, pur ritenuto utile quale rimedio giurisdizionale alternativo alla negoziazione assistita e al divorzio facile, è stato stralciato su proposta della relatrice, la senatrice pieddina Filippin, al solo fine di una rapida approvazione del provvedimento, date le polemiche e i contrasti che avevano accompagnato l'avvio della discussione in assemblea. La norma prevedeva, infatti, l'introduzione del “divorzio diretto”, ovvero della possibilità di sciogliere il vincolo matrimoniale anche in assenza di separazione legale, per i coniugi senza figli minori, maggiorenni portatori di handicap o inferiori a 26 anni ed economicamente non autosufficienti. Per il divorzio immediato non si tratta però di un addio, ma soltanto di un arrivederci. Da quanto emerge, infatti, la norma (prevista dal comma 2 dell'art. 1 del ddl n. 1504) diventa oggetto di un autonomo disegno di legge che verrà presto calendarizzato in aula. Intanto, il “resto” del ddl prosegue il suo cammino, con l'introduzione nell'ordinamento giuridico del c.d. “divorzio breve” che accorcia a dodici mesi (dai tre anni attuali) la durata della separazione, riducendola ulteriormente a sei mesi in caso di consensuale. Tra le altre novità del ddl rilevano: l'anticipazione dello scioglimento della comunione dei beni al momento in cui il presidente del tribunale procede con l'autorizzare i coniugi a vivere separati e la previsione che le nuove disposizioni vengano applicate anche ai procedimenti in corso (alla data di entrata in vigore della legge). Il voto finale sul provvedimento è atteso per domani (dopo il dibattito sulle comunicazioni del presidente del Consiglio relative al Consiglio Europeo del 19 e 20 marzo) e, vista l'eliminazione della “norma della discordia” non dovrebbe riservare sorprese, facendo così traghettare il testo alla Camera per l'approvazione definitiva.
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