Data: 12/04/2015 21:32:00 - Autore: N.R.
La Cassazione ha detto stop all'uso troppo disinvolto del redditometro da parte del fisco. E con la sentenza n.7339 del 10 aprile 2015 (qui sotto allegata) ha respinto un ricorso dell'Agenzia delle Entrate affermando che � nullo l'accertamento sintetico che si basa su un rilievo che al coniuge di un contribuente che dichiara troppo poco, sono stati intestati immobili e auto di lusso.

Secondo la Cassazione, il contribuente pu� superare la presunzione con cui gli si attribuisce un maggior reddito per il fatto di aver speso molto, semplicemente dimostrando di avere dei risparmi o di aver disinvestito del denaro.

Del resto l'accertamento sintetico consente al fisco di determinare in base a determinati elementi di fatto quello che potrebbe essere il reddito complessivo netto nel del contribuente ma deve pur sempre riconoscersi l'ammissibilit� di una prova contraria diretta a dimostrare la compatibilit� tra il tenore di vita e il reddito dichiarato.

Come spiega la Corte, va considerato che "i destinatari dell'accertamento sintetico sono - per definizione - soggetti non obbligati alla tenuta delle scritture contabili, sicch� ad essi non si pu� estendere la logica che presiede agli accertamenti fondati sui riscontri con i conti correnti bancari (tante operazioni, altrettanti riscontri documentali ci devono essere circa la provenienza o la destinazione) e non li si pu� gravare di fornire la puntuale dimostrazione della correlazione causale tra il loro tenore di vita e la disponibilit� di risorse prive di rilevanza fiscale".


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