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Data: 08/05/2015 10:40:00 - Autore: Avv. Luisa Camboni Lavoro domestico: come assumere legalmente una colf.
La figura della colf è sempre più diffusa nel nostro Paese. Vediamo quale iter seguire per assumere legalmente una collaboratrice domestica. Il primo passo da compiere è quello, apparentemente ovvio, di trovare la persona giusta. Ma non sempre è facile, neppure con l'aiuto di parenti e amici e, per questo, è possibile rivolgersi alle associazioni di categoria o agli enti di patronato, autorizzati dal Ministero del Lavoro. Ci sono anche agenzie private che si occupano della ricerca e della selezione di personale domestico ma controllate sempre che si tratti di agenzie serie e che operino nel mercato già da tempo. Una volta individuata la persona giusta da assumere è necessario compiere alcuni adempimenti burocratici. Se la persona da assumere è italiana o proviene da un Paese dell'Unione Europea occorre chiedere:
Se, invece, il lavoratore da assumere è un extracomunitario residente in Italia occorre chiedere il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Se questa persona deve alloggiare presso la famiglia che l'assume occorre, in questo caso, darne comunicazione - entro 20 giorni - all'Anagrafe Comunale. Una volta in possesso dei documenti occorre predisporre un contratto scritto, ciò per evitare, ad ambo le parti, spiacevoli sorprese in futuro. Per la predisposizione del contratto è bene far riferimento al Contratto Collettivo Nazionale per il lavoratore domestico. Il contratto deve contenere:
Anche la colf ha diritto a godere del periodo di ferie e alla corresponsione della tredicesima mensilità, questo anche nell'ipotesi in cui presta l'attività lavorativa ad ore. Nota bene. Ogni anno il datore di lavoro deve rilasciare al lavoratore una dichiarazione attestante le retribuzioni percepite nell'anno, ciò ai fini della dichiarazione dei redditi. Comunicazione dell'assunzione all'Inps. Una volta stipulato il contratto di lavoro, un adempimento di notevole importanza è quello di comunicare l'assunzione all'Inps. Comunicazione che deve essere fatta il giorno prima dell'inizio dell'attività lavorativa anche nel caso di periodo di prova o di lavoro occasionale. In questo modo il lavoratore avrà i suoi contributi ai fini pensionistici, tutela per il periodo di maternità, infortuni… I contributi da versare sono assai costosi, ma è più costoso non versarli. Difatti, sono previste per il datore di lavoro sanzioni elevate. Si pensi che per una sola giornata di lavoro “in nero” il datore di lavoro può essere punito con una sanzione di circa € 3.000,00. A tale sanzione potrebbe aggiungersi la sanzione amministrativa prevista per la mancata comunicazione ed iscrizione all'Inps e, ancora, sanzioni sia di natura civile che penale. E, se il contratto di lavoro viene meno perché il lavoratore lascia il servizio o viene licenziato che occorre fare? Prima di tutto è necessario fare attenzione ai termini di preavviso indicati nel contratto. Poi procedere a versare al lavoratore il Tfr, le ferie maturate e non godute ed, infine, la quota di tredicesima che gli spetta. Sotto l'aspetto burocratico occorre: - comunicare il termine del contratto all'Inps (se il lavoratore è un extracomunitario la comunicazione del termine del contratto va segnalata alla Questura nel termine di 24 ore; se convivente occorre comunicare il termine all'Anagrafe). Come ultimo adempimento, a conclusione del rapporto di lavoro, occorre versare all'Inps i contributi relativi all'ultimo periodo lavorativo. Avv. Luisa Camboni - Via L. Garau, 22 – 09025 Sanluri (CA) - Cell: 328 1083342 – mail: avv.camboni@tiscali.it
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