Data: 27/05/2015 09:30:00 - Autore: Marina Crisafi
di Marina Crisafi – “La febbre del sistema
è scesa” ha esordito così il ministro Orlando nella conferenza stampa di
ieri trattenendo a stento l'entusiasmo per i risultati del monitoraggio condotto sul contenzioso della giustizia civile italiana.
I
dati, aggiornati al 30 aprile 2015, segnalano un vero e proprio “crollo” delle cause iscritte a ruolo di
ben il 20%.
Un
quinto di giudizi in meno, quindi, nei 15
tribunali nazionali interessati dallo studio (tra cui i 5 più rappresentativi
per dimensioni, Milano, Genova, Roma, Napoli e Palermo) rispetto allo scorso
anno e a quello precedente, nei quali la diminuzione registrata era di poco più
del 13%.
Sono gli italiani che sono diventati
meno litigiosi? O è la giustizia che funziona meglio? Il ministro non ha dubbi. Il merito, ammette “senza
trionfalismi” il capo di via Arenula, è
delle riforme e in particolare delle nuove norme su separazioni e divorzi.
Su
questo fronte, infatti, non solo diminuiscono le iscrizioni di giudizi davanti
al giudice, ma si “impennano”, continua Orlando, “le registrazioni degli
accordi dinanzi agli ufficiali di stato civile dei Comuni, che passano dai 78 dell'inizio
dell'anno 2015 ai 413 dell'aprile scorso”.
Ma,
giusto per fare “gli avvocati del
diavolo”, non potrebbe anche essere che sui risultati abbiano pesato la
crisi economica e l'incapacità di sostenere i costi necessari per valere i
propri diritti, oppure l'aumento delle spese per avviare un giudizio o ancora
la consapevolezza dei tempi “biblici” della giustizia?
Forse da via Arenula non ci hanno
pensato.
E
non sia mai che con questi ragionamenti si possa far scemare l'entusiasmo del
ministro, il quale afferma con convinzione che se i dati saranno confermati, l'Italia
comincerà ad “uscire da una situazione
assai critica della giustizia civile e ad avere tribunali che danno risposte in
tempi ragionevoli”.
|