Data: 28/05/2015 12:10:00 - Autore: Avv. Francesco Pandolfi
Avv. Francesco Pandolfi

LE SANZIONI DISCIPLINARI, OVE IRROGATE, DEBBONO ESSERE REALI E NON STRUMENTALI.

Come principio generale � bene tener presente, che laddove il datore di lavoro ponga a base del licenziamento di un suo dipendente sanzioni disciplinari "seriali", queste debbono corrispondere alla necessit� di repressione di fatti concreti e verificabili.
In mancanza, il licenziamento pu� essere di tipo discriminatorio e, come tale, inammissibile. 

SANZIONE E PERSECUZIONE

Una circostanza questa meno rara di quanto si possa pensare a prima vista, siccome spesso coinvolge una variet� di aziende e datori pubblici.
Per esempio, nel caso portato al vaglio della Corte di Cassazione e conclusosi con la sentenza n 10834 del 26.05.2015, la condotta del datore si era indirizzata verso una vera e propria punizione nei confronti del lavoratore ricorrente, collegata ad attivit� sindacale a tutela degli autisti e del loro lavoro.
La Corte ha pertanto ritenuto di respingere le istanze dell'azienda, gi� obbligata a reintegrare il lavoratore dalla Corte di Appello.
Come si pu� agevolmente arguire, il lavoratore aveva sostenuto la finalit� discriminatoria delle multiple sanzioni disciplinari.


IL RAGIONAMENTO DELLA CORTE:

Il cardine attorno al quale ruota il pensiero della Cassazione � che, mentre da una parte non � detto che le sanzioni disciplinari illegittime siano necessariamente discriminatorie, dall'altra emerge come ogni sanzione chiaramente discriminatoria � giocoforza contro legge.

La funzione concreta di questo principio � che la sanzione pu� essere irrogata solo in funzione dello ius corrigendi, ma non pu� essere comminata per finalit� non consentite dall'Ordinamento, quale � quella della ritorsione.

IL RISULTATO DEL RAGIONAMENTO:

La soluzione data al problema � che nel caso in cui si verifichi l'irrogazione da parte del datore di lavoro di sanzioni disciplinari abnormi, prive di senso, ripetute pi� volte e in ristretti spazi temporali oltre che essenzialmente vendicative, il lavoratore potr� agire in giudizio con efficacia avendo dalla sua parte la tutela certa che gli accorda l'Ordinamento giuridico
Lo ricordiamo: la legge presuppone la possibilit� di irrogare una valida e sensata punizione solo se esiste un fatto perseguibile a livello disciplinare.  

CONSIDERAZIONI

I rapporti tra datore di lavoro e lavoratore debbono essere costantemente improntati al rispetto delle regole non solo contrattuali:  � il buon senso, che chiede un governo saggio ed equilibrato del rapporto di lavoro, al di la delle pur legittime recriminazioni che possono eventualmente scaturire durante tutto lo svolgimento dell'attivit� lavorativa.

Per contattare l'avv. Francesco Pandolfi
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