Data: 20/06/2015 14:10:00 - Autore: N.R.
L'ex marito non ha diritto al rendiconto su come vengono spesi i soldi versati alla ex moglie per mantenere la figlia. E poco importa che lei abbia omesso persino di pagare le spese condominiali lasciando che la casa coniugale venisse pignorata.
È quanto emerge da una sentenza della Corte di Cassazione la n. 12645/15 depositata il 18 giugno scorso in cui gli Ermellini, richiamano un orientamento oramai consolidato secondo cui l'importo del mantenimento per i figli viene stabilito in modo forfettario tenendo conto della capacità patrimoniale dei due genitori e che pertanto l'onerato non ha diritto a richiedere un rendiconto delle spese sostenute.

Si tratta, secondo la Corte, di una quantificazione ipotetica di un importo diretto a far fronte a diverse esigenze di vita quotidiana.

Stessa Cassazione in precedenti pronunce (Si veda tra queste la sentenza 17089/2012) aveva già chiarito che il mantenimento deve servire per provvedere a una molteplicità di esigenze "estese all'aspetto abitativo, scolastico, sportivo, sanitario e sociale, nonché all'assistenza morale e materiale ed all'opportuna predisposizione di una stabile organizzazione domestica, idonea a rispondere a tutte le necessità di cura e di educazione".
Si tratta di una posizione giurisprudenziale che ha già sollevato in passato non poche obiezioni. Ciò che si contesta è che negando al coniuge onerato la possibilità di sapere come vengono spesi i soldi destinati al mantenimento dei figli, si rischia di accentuare la litigiosità tra le parti alimentando il sospetto che l'assegno versato possa essere destinato ad esigenze che non hanno nulla a che fare con il mantenimento dei figli

Per molti appare inaccettabile che i soldi destinati alla prole possano essere utilizzati dall'altro coniuge per esigenze proprie senza che si possa attuare un controllo richiedendo una rendicontazione.

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