Data: 19/07/2004 - Autore: Marina Demaria
La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione, con sentenza n. 29232 dello scorso 6 luglio, ha annullato la sentenza di condanna di un avvocato il quale aveva criticato il comportamento di un magistrato, esprimendosi tuttavia in termini del tutto corretti e civili e senza superati i limiti della continenza. I Giudici di Piazza Cavour hanno infatti precisato che: ?il contrappeso all'elevato grado di indipendenza e di autonomia della magistratura non pu� che essere rinvenuto, come autorevoli Autori hanno posto ripetutamente in evidenza, in una ampia possibilit� di critica dei provvedimenti giudiziari che deve essere riconosciuta a tutti i cittadini e non soltanto ai cosiddetti addetti ai lavori?. Di consegenza, in un ordinamento democratico come il nostro, deve essere riconosciuto ampio spazio alla libert� di espressione dei cittadini ed al diritto di critica sui provvedimenti e sui comportamenti dei magistrati che esercitano rilevanti poteri pubblici, poich� ?la critica e le conseguenti discussioni contribuiscono, infatti, alla crescita della sensibilit� collettiva su questioni rilevanti ed ?aiutano? chi esercita un pubblico potere a correggersi?.
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