Data: 15/07/2015 14:00:00 - Autore: Davide Abantesciani
di Davide Abantesciani - A maggio 2013 una capra ha scoperto un varco in una recinzione di un'azienda agricola situata nei dintorni di Milano ed � fuggita raggiungendo un edificio in stato d'abbandono degli ex magazzini del Commissariato Taliedo. 

L'avvistamento della capra � stato prontamente segnalato da una telefonata alla polizia. Ma la storia non finisce qui. 

Dall'evento, infatti, � scaturito un processo dalle tinte surreali e tragicomiche. 

Una volta "identificata" la fuggitiva, grazie al marchio ad un orecchio, gli agenti di polizia hanno denunciato per maltrattamenti e pascolo abusivo il proprietario, il quale si � beccato un decreto di condanna a 50 euro di multa

L'imprenditore agricolo, per�, ha deciso di fare ricorso, con rito abbreviato. 

I due avvocati difensori hanno sostenuto, a gran voce, che la capra non era destinata al macello ma curata e accudita come si conviene e che comunque non era stata mandata al pascolo, essendo scappata autonomamente. 

Chiamato a valutare la questione, il giudice per l'udienza preliminare (Cristina Di Censo) ha decretato l'innocenza dell'uomo: alla prova dei fatti non reggevano n� i maltrattamenti (considerato che la capra godeva di ottima salute) n� l'accusa di pascolo abusivo, visto che l'animale non era stato portato dal proprietario nell'area "incriminata", oltretutto luogo in cui era impossibile pascolare. Si � conclusa cos� la storia della capra smarrita e del suo proprietario.

Una storia surreale che, con un p� di buon senso, si sarebbe potuta evitare, consentendo cos� alla giustizia di occuparsi di compiti ben pi� seri. 

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