Data: 16/07/2015 17:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi – Non si sono ancora dispiegati gli effetti dell'ultima riforma del Governo alla legge fallimentare e alla procedura esecutiva (leggi “Tutte le novità del decreto legge n. 83/2015 in vigore dal 27 giugno) che è già in arrivo un nuovo intervento.

In realtà, si tratta di un intervento annunciato visto che la commissione istituita presso il ministero della Giustizia è al lavoro ormai da mesi per elaborare un testo che rivoluzioni la disciplina fallimentare una volta per tutte, dicendo addio alla storica legge del 1942 (“Fallimento: addio alla 267, entro l'estate il testo unico dell'insolvenza”). E rispettando la tabella di marcia, anzi accelerando i tempi che non hanno consentito però di evitare l'adozione delle misure settoriali dell'esecutivo per attenuare la “sofferenza” per i crediti delle banche, nonostante il monito lanciato dallo stesso presidente Renato Rordorf, la bozza del nuovo testo unico dell'insolvenza è stata messa definitivamente a punto.

Composta da 16 articoli, la proposta traccia le coordinate per la futura disciplina dei fallimenti, prevedendo tante novità (sull'uso “spregiudicato” del concordato, la bancarotta, ecc.), e su tutte il debutto delle misure d'allerta.

Grande assente, nell'ambito delle riforme che negli ultimi anni hanno interessato le procedure concorsuali, è infatti, un meccanismo di tempestiva emersione della crisi d'impresa, cui si è sopperito con diversi metodi, tra cui il concordato “in bianco”.

Ora la legge delega prevede la possibilità di mettere in luce anticipatamente le difficoltà economiche in cui versa un'impresa, affidandone la competenza agli organismi di composizione della crisi (istituiti con la legge n. 3/2012), costituiti sia da enti pubblici sia da professionisti, che avranno il compito di ricevere le segnalazioni d'allarme effettuate dagli organi di controllo deputati.

Saranno, quindi, sempre gli organismi di composizione ad identificare un gestore della crisi che dovrà, entro termini stabiliti, favorire la mediazione tra l'imprese in crisi e i creditori, indicando o pervenendo a tutte le possibili soluzioni, ovvero dichiarando l'irreversibilità dello stato di insolvenza.

Queste per sommi capi le novità che arriveranno a settembre, sul tavolo del Consiglio dei Ministri, probabilmente come testo autonomo ma agganciato alla delega sulla procedura civile, approvata dall'esecutivo lo scorso febbraio (leggi: “Riforma Giustizia: il Cdm approva la delega sul processo civile”), contenitore di altrettante piccole “rivoluzioni” della giustizia: dai tempi del processo, alla sintesi degli atti, sino al rafforzamento del tribunale delle imprese e all'istituzione del tribunale della famiglia.


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