Data: 13/05/2002 - Autore: Roberto Cataldi
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 173 interpretativa di rigetto depositata il 10 maggio scorso, con riferimento al Testo Unico di cui al Decreto Legislativo 490 del 1999, ha chiarito che perché vi sia contraffazione di opere d'arte non serve che l'autore sia morto.
Secondo la Corte, infatti: le norme incriminatrici relative alla contraffazione, al commercio e alla autenticazione di opere d'arte contraffatte o alterate, contenute nella legge n. 1062 del 1971 e trasfuse nell'art. 127 del decreto legislativo n. 490 del 1999, continuano ad applicarsi anche alle opere di autori viventi o la cui esecuzione non risalga a oltre cinquanta anni.
Ne consegue che la questione di legittimità costituzionale, essendo stata sollevata sulla base di un'erronea interpretazione della norma censurata, deve essere dichiarata infondata.

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