|
Data: 24/07/2015 21:30:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – Certo che la vita a Montecitorio costa cara! Se non bastavano, tra le innumerevoli altre, quelle (riportate da Il fatto Quotidiano) per le spese telefoniche (855mila linee fisse e 450mila mobili), postali (550mila euro), per le “necessità” dei deputati, tra alimentari (490mila euro) vestiario e prodotti igienici (430mila euro) ora si aggiunge anche la luce! Secondo quanto reso noto dal Sole24Ore di oggi, la Camera paga 10mila euro al giorno di corrente elettrica per illuminare i tre palazzi romani in cui si trovano uffici e spazi a disposizione dei deputati. Un conto salato rivelato dal questore della Camera, Stefano Dambruoso (di Scelta Civica) che, a margine del voto sul bilancio interno 2015, parla di “spesa folle” indicando una possibile soluzione nell'efficientamento energetico. Adottando tecniche di risparmio energetico, che la Camera, a detta di Dambruoso si sta impegnando ad introdurre, infatti, si potrebbe ridurre a breve la bolletta fino al 60% per la somministrazione di energia. Ma per risparmiare intanto sarà sufficiente il passaggio ai bandi di gara per tutti i contratti di fornitura e somministrazione, presto a regime, visto che la prassi precedente, ha sottolineato Dambruoso, avveniva con assegnazioni ai fornitori senza passare dal meccanismo della gara pubblica. A salire insieme alle bollette è anche la spesa pensionistica per il personale che si attesta sui 256,7 milioni (+9%). Certo, però, bisogna dirlo, un passo avanti, rispetto al passato, è stato fatto. Il bilancio di spesa della Camera, infatti, dopo un decennio è tornato sotto il miliardo, con una riduzione nel 2015 di quasi il 5% per un totale di “appena” 986,6 milioni di euro, e nell'ultimo triennio di 223 milioni di euro. Ma per contenere realmente i costi, ha affermato la vicepresidente Pd di Montecitorio, Marina Sereni, si dovrà ripensare l'intero funzionamento della macchina amministrativa della Camera. Come? Puntando sulla specializzazione nelle funzioni proprie del Parlamento, anche “esternalizzando” attività non essenziali, valorizzando le competenze del personale e utilizzando al meglio le nuove tecnologie. Intanto, però, bollette e altri costi continueranno a gravare per lo più sul bilancio dello Stato e dunque sui conti pubblici.
|
|