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Data: 04/08/2015 19:50:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – “Sostegno di inclusione attiva” per chi ha più di 55 anni e per le loro famiglie. Così il presidente dell'Inps Tito Boeri chiama la proposta annunciata nei mesi scorsi e appena presentata sul tavolo del Governo sull'introduzione di un reddito minimo garantito per contrastare l'allarmante crescita della povertà in Italia. Anche se a Boeri non piace la definizione di reddito minimo garantito, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, in sostanza si tratta di questo, corrispondere una misura di sostegno alle persone con più di 55 anni di età e di conseguenza ai loro familiari, fascia scelta quale punto di partenza perché è quella che, a detta dell'Inps, ha registrato il maggiore incremento nell'incidenza della povertà. Reddito minimo, dunque, come dichiarato da Boeri nell'intervista di oggi al quotidiano Il Mattino, quale diritto per le persone rientranti in tale fascia, tenendo conto dei livelli di reddito familiari, dei patrimoni (immobiliari e mobiliari) e di tutti i dati in possesso delle amministrazioni pubbliche (incrociando anche quelli dell'Agenzia delle Entrate), per verificare le effettive condizioni di povertà dei potenziali aventi diritto. Diritto cui corrisponderanno una serie di doveri e controlli stringenti e costanti da parte della stessa Inps, ha aggiunto il presidente, previo potenziamento, però, da parte del Governo della capacità di sanzione e intervento dell'istituto. Quanto a entità e costi, ha dichiarato infine Boeri, senza sbilanciarsi, si tratta di una “proposta chiavi in mano”, che non graverà sulle finanze pubbliche. Vuoi restare aggiornato su questo argomento? Seguici anche su Facebook e iscriviti alla newsletter
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