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Data: 05/08/2015 19:00:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – Già bastavano il doppio binario, le contraddizioni intrinseche del deposito della copia di cortesia e le difformità dei vari protocolli d'intesa sul giorno del deposito della stessa, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, scatenando letteralmente le proteste degli avvocati in rete, è stata la norma sul Processo Civile Telematico innestata all'ultimo minuto nel decreto fallimenti diventato poche ore fa legge dello Stato. La disposizione “ambigua”, ex art. 19 del d.l. n. 83/2015 prevede, infatti, che “con decreto non avente natura regolamentare il Ministero della Giustizia stabilisce misure organizzative per l'acquisizione anche di copia cartacea degli atti depositati con modalità telematiche nonché per la riproduzione su supporto analogico degli atti depositati con le predette modalità, nonché per la gestione e la conservazione delle predette copie cartacee”. Ciò non è piaciuto alle migliaia di avvocati (quasi 4mila in due ore) che, aderendo alla campagna online “Caro ministro Orlando, la copia di cortesia #io non te la stampo”, lanciata dal gruppo di MGA (Mobilitazione generale degli avvocati), hanno bombardato virtualmente il ministro della Giustizia, Andrea Orlando per chiedere chiarimenti. Lamentele legittime quelle dei professionisti che dopo aver dovuto svecchiare la professione, prendere confidenza con i sistemi informatici e i linguaggi tecnici, affrontare le emergenze relative alle incompatibilità degli strumenti, in una parola, essere diventati telematici e aver cominciare ad apprezzarne i vantaggi, non sono più disposti a tornare indietro. Per il Ministero, il decreto servirebbe a “porre fine alle prassi distorte di un eccessivo ricorso alla copia di cortesia”, mentre per l'MGA la norma è così generica che potrebbe portare non solo ad un ritorno al “doppio binario” facoltativo (con fascicoli formati sia da atti telematici che cartacei) ma persino a un doppio binario obbligatorio con il deposito di ogni atto in forma cartacea e digitale. Di fronte a queste preoccupazioni, il ministero non ha potuto esimersi dal “tranquillizzare” gli animi e nel comunicato diffuso nelle scorse ore ha annunciato l'incontro di domani con l'avvocatura, al fine di chiarire il tutto. In ogni caso, ha ribadito via Arenula, il regolamento, già in lavorazione, “avrà il principale obiettivo di una più corretta gestione delle copie cartacee che negli uffici giudiziari ad oggi vengono prodotte, indipendentemente, ed anzi a prescindere, dall'esistenza di protocolli di prassi sulle copie di cortesia”. In altri termini, il decreto ministeriale sul PCT detterà le regole per acquisire e conservare il materiale cartaceo, legittimamente prodotto allo stato, indicando in maniera esplicita che le copie di cortesia non saranno più gestite né accettate dalle cancellerie. |
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