Data: 09/08/2015 22:40:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � Chiedere a un legale di valutare quanto una proposta commerciale sia concreta basta per fargli ottenere il compenso professionale, senza che a nulla rilevi il fatto che il contratto sia poi andato a buon fine o meno.

A sancirlo � una recente sentenza della Corte d'Appello di Ancona (n. 978/2014), in una vicenda riguardante un legale che per concludere il contratto, poi saltato, si era dovuto recare persino in Egitto.

Cos�, nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto irrilevante il fatto che la pratica contrattuale fosse seguita anche da un altro avvocato, per gli aspetti strettamente legali, e che l'affare non sia stato concluso: affinch� un contratto di mediazione possa ritenersi perfezionato, e possa essere quindi riconosciuto nel caso di specie un diritto del soggetto interessato ad essere retribuito, � sufficiente che la volont� sia stata manifestata anche solo per fatti concludenti.

Invero, come stabilito anche dalla Cassazione, il presupposto essenziale del diritto alla percezione della provvigione non � il fatto che l'incarico sia stato conferito espressamente, quanto il fatto che il mediatore abbia svolto un'attivit� utile per la conclusione dell'affare e che le parti ne fossero consapevoli e ne abbiano tratto un vantaggio.

Dato che nel caso di specie l'avvocato, oltre ad aver viaggiato appositamente per lo scopo affidatogli, aveva anche con s� una proposta di cessione che il partner in Egitto aveva visionato e firmato per ricevuta, il suo diritto alle competenze maturate deve essere riconosciuto.


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