Data: 12/08/2015 14:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi – Successioni senza confini e maggiori certezze in tutti gli Stati UE. È quanto si propone di ottenere il nuovo “Certificato successorio europeo” che farà il suo ingresso nell'ordinamento italiano a partire dal prossimo 17 agosto, con l'entrata in vigore del regolamento Ue 650/2012 di riforma del diritto internazionale privato in materia di successioni mortis causa.

Nato con l'intento di omogeneizzare le regole della successione internazionale, data la diversità di norme che regolano la competenza, le leggi applicabili e la molteplicità delle autorità coinvolte, il Cse consente a eredi, legatari, esecutori testamentari o amministratori dell'eredità di far valere all'estero, in altro Stato Ue, la loro qualità e i relativi diritti, ovvero i poteri e le facoltà, in una vicenda successoria che coinvolge un Paese diverso da quello la cui legge disciplina la successione mortis causa.

In pratica, se il de cuius è cittadino tedesco, proprietario di immobili in Francia, ma con residenza abituale in Italia, a meno che lo stesso non abbia optato per l'applicazione della legge tedesca (in quantto paese di cui è cittadino), la sua eredità sarà disciplinata dalla legge italiana (trattandosi della legge vigente nel luogo di residenza abituale). Per cui, ove occorra dimostrare in Francia a chi spetti la proprietà dei suoi immobili, d'ora in poi sarà sufficiente l'utilizzo del Cse.

In Italia, il Certificato, ex art. 32 della l. n. 161/2014, potrà essere rilasciato da un notaio, su richiesta delle persone legittimate dal medesimo regolamento europeo, quando “il defunto aveva la residenza abituale in Italia ovvero quando lo stesso ha scelto la legge italiana, o ancora nelle ipotesi previste dagli artt. 10 e 11 del Regolamento”.

Al fine di fornire un concreto ausilio ai notai che devono dare esecuzione a questa nuova prassi professionale, il Consiglio Nazionale del Notariato ha diramato le prime istruzioni operative (qui sotto allegate).

Una delle questioni “aperte”, secondo quanto osservato dallo stesso Notariato, è se la nuova normativa possa essere utilizzata anche per finalità “interne”, ovvero se il Cse possa essere rilasciato anche per successioni che non rivestano profili internazionali (Italia su Italia). Nell'ordinamento italiano, infatti, sottolineano gli stessi notai, uno strumento simile sarebbe di indubbia utilità, ai fini sia della certezza del diritto che dell'efficienza delle procedure, e non è implausibile che il Cse possa essere utilizzato anche per le successioni interne, anche perché, viceversa, il cittadino italiano sarebbe svantaggiato rispetto a quello straniero che invece vi può ricorrere.


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