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Data: 14/09/2015 08:00:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – Al via da oggi al nuovo anno scolastico per quasi 9 milioni di studenti italiani. Ma mentre arrivano gli auguri della Giannini, seguiti da quelli del premier su Facebook che rilanciano la positività della riforma e degli investimenti nella scuola, a gettare ombra su quella che dovrebbe essere “la più grande risorsa italiana”, è un'indagine diffusa da Save the Children che denuncia invece una povertà educativa allarmante per milioni di bambini e adolescenti italiani. Secondo il rapporto “Illuminiamo il futuro 2030”, stilato attraverso la rielaborazione dei dati Pisa-Ocse, infatti, per quasi la metà dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni la lettura è un optional e per ¼ di loro la matematica è un'opinione. Nel dettaglio, il 48,4% circa degli studenti lo scorso anno non ha letto neanche un libro e tra quelli che l'hanno fatto 1 su 5 è sotto la soglia minima di competenze. Analogo il discorso in matematica dove gli “asini” ammontano a circa il 25%. La situazione non migliora sugli altri versanti, dato che la maggior parte dei ragazzi, rispettivamente il 55,2% e il 69,4%, non ha visitato né un museo né un sito archeologico, mentre il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva. Ma la colpa non è certo degli studenti. E se è vero che le percentuali sconfortanti aumentano notevolmente nelle famiglie con basso livello socio-economico e culturale, con una povertà educativa ed economica che vanno di pari passo, d'altra parte molto dipende dalla mancanza dei servizi e delle opportunità formative sia scolastiche che extrascolastiche. Stando ai dati: soltanto il 14% dei bambini tra zero e due anni riesce a fruire di servizi integrativi o a frequentare il nido, il 68% delle scuole primarie non offre il tempo pieno e il 64% dei ragazzi non accede ad attività sportive, ricreative, formative e culturali (con punte estreme al Sud, soprattutto in Campania, 84%, Sicilia, 79% e Calabria 78%). Per non parlare del capitolo “scuola” ex se, che mostra come il 60% degli studenti frequenta istituti non adeguati a garantire la qualità dell'apprendimento, né adeguate infrastrutture, connessioni ad internet o attività extracurriculari. Un fenomeno, in sostanza, a dir poco allarmante che tradotto significa, come sottolinea il direttore generale di Save the Children, Valerio Neri, che nel nostro Paese “una parte troppo ampia degli adolescenti è priva di quelle competenze necessarie per crescere e farsi strada nella vita”. |
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