Data: 27/10/2015 19:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli
di Valeria Zeppilli � Con la sentenza numero 42993/2015, depositata il 26 ottobre (qui sotto allegata) la Corte di Cassazione ha ricordato che il delitto di violenza sessuale pu� essere integrato anche attraverso una violenza idonea a porre la vittima in uno stato di soggezione, disagio e vergogna, tanto da indurla ad assecondare le avances del molestatore per evitare danni maggiori

Cos�, nel caso di specie, � stata confermata la condanna a quattro anni di reclusione per il ricorrente, che aveva abusato della moglie (e maltrattato anche i figli): la donna, infatti, aveva accettato le richieste a sfondo sessuale fatte dal marito solo perch� stanca, sfinita e impaurita.

In sostanza, per la Cassazione, la violenza e la minaccia vanno valutate utilizzando come riferimento non criteri astratti ma circostanze concrete. Cos�, esse possono essere rilevanti ai fini della configurazione del delitto di abusi sessuali anche nel caso in cui si estrinsechino in una intimidazione psicologica idonea a influire negativamente e condizionare la libera determinazione della vittima. Senza che sia necessario che esse si protraggano anche nella fase esecutiva del comportamento criminoso.

Di conseguenza nessun valore scriminante pu� essere dato alla circostanza che la moglie non si opponga palesemente ai rapporti sessuali se risulti provato che l'autore aveva consapevolezza del rifiuto implicito, consapevolezza derivante chiaramente dalle violenze e dalle minacce poste in essere precedentemente.

Oltretutto, la Corte ha ricordato che nella fattispecie in esame l'errore sul dissenso si sostanzia in un errore inescusabile sulla legge penale e non pu� in ogni caso configurarsi l'esimente putativa del consenso dell'avente diritto.


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