Data: 11/11/2015 22:40:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Impossibile copiare allo scritto e niente discriminazioni all'orale. Il nuovo esame per gli aspiranti avvocati sarà improntato insomma alla massima trasparenza, per ridurre al minimo qualsiasi “imbroglio” allo scritto e disparità di trattamento agli orali da città a città. È questa la ratio dello schema di decreto ministeriale di via Arenula (qui sotto allegato) che proprio ieri, unitamente al regolamento sull'accertamento dei requisiti per l'esercizio della professione forense, ha iniziato il suo iter alla commissione giustizia della Camera per ottenere il relativo parere intorno alla metà di dicembre.

La strategia seguita da via Arenula per l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense prevede che la prova scritta venga inviata tramite pec dal ministero dalla giustizia direttamente al presidente della commissione distrettuale “in un arco temporale compreso tra i centoventi e i 60 minuti precedenti l'ora fissata per l'inizio di ciascuna prova scritta”.

I temi saranno protetti da un meccanismo di crittografia a chiavi asimmetriche e sarà attivata una pec per ogni presidente di commissione, mentre il file contenente la “chiave” di decrittazione sarà inserito dal ministero in un'area riservata del sito istituzionale.

All'ora fissata, poi, la commissione procede alla “decrittazione del tema inviato a mezzo pec e redige un verbale in cui dà atto che la decrittazione è avvenuta”.

Quanto alle prove orali, le stesse saranno svolte sulla base delle domande estratte da un database, alimentato dai quesiti immessi dalle stesse commissioni nel corso delle sessioni d'esame e al termine delle prove. La banca dati verrà gestita dalla direzione generale per i sistemi informativi del ministero, coadiuvata da una commissione permanente. Il candidato avrà diritto ad assistere all'estrazione delle domande sulle quali sarà interrogato.

Nel mirino, poi tablet, smartphone e pc. Saranno schermati nfatti tutti i locali dove si svolgono le prove dalle frequenze della telefonia cellulare e dei collegamenti wi-fi e saranno effettuati controlli “random” sui candidati al fine di assicurare che non introducano strumenti informatici “idonei alla memorizzazione di informazione”. Consentiti solo i testi di legge stampati e pubblicati a cura di un editore, ma niente carta da scrivere, appunti, libri o pubblicazioni non autorizzati, borse o altri contenitori che saranno “affidati” al personale della vigilanza e dallo stesso custoditi.

Insomma “copioni” avvisati mezzo salvati.

Ma oltre a fare i conti con il giro di vite sulla trasparenza, gli aspiranti avvocati, dovranno cimentarsi anche con le nuove regole sancite dalla riforma forense che prevedono l'addio all'ausilio dei codici commentati agli esami scritti e l'elevazione a sette materie per l'orale e che entreranno in vigore, a seguito del rinvio del Milleproroghe, a partire dal 2017 (leggi: “Aspiranti avvocati: salvi i codici commentati fino al 2017”).

Dalle future regole, dunque, si salvano i candidati di dicembre 2015 e quelli dell'anno prossimo.


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