Data: 12/11/2015 19:30:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Sta per concludersi l'iter del regolamento sull'esercizio della professione degli avvocati. Le nuove regole hanno già ricevuto l'ok dalla commissione bilancio, con rilievi relativi ai profili finanziari, e dovranno incassare ormai soltanto il parere della commissione giustizia, entro sabato prossimo.

Oltre ai due decreti relativi allo svolgimento dell'esame di Stato (leggi:”Aspiranti avvocati: nuovi esami blindati e a prova di copia”) e sul tirocinio forense, entrambi in discussione presso le commissioni parlamentari per il relativo parere, la riforma forense dunque sta per portare a casa anche il decreto ministeriale che fissa i requisiti per continuare ad esercitare la professione.

Per restare iscritti all'albo, si ricorda, gli avvocati (fatta eccezione per i giovani legali iscritti da meno di cinque anni) dovranno dimostrare l'esercizio “effettivo, continuativo, abituale e prevalente” della professione forense, attraverso il possesso (contemporaneo) dei seguenti 6 requisiti:

- titolarità di una partita Iva attiva (individuale, di società o associazione professionale di cui il professionista faccia parte);

- avere in uso locali e (almeno) un'utenza telefonica destinati allo svolgimento dell'attività professionale, anche esercitata in forma associata;

- aver trattato almeno cinque affari l'anno (ricomprendendovi sia l'attività giudiziale che quella stragiudiziale);

- aver assolto gli obblighi di aggiornamento professionale;

- aver stipulato una polizza assicurativa a copertura della responsabilità civile derivante dall'esercizio della professione.

Non rientra più invece tra i requisiti essenziali, dopo l'espunzione operata a seguito dei pareri del Consiglio Nazionale Forense prima e del Consiglio di Stato poi, l'essere in regola con i pagamenti alla Cassa forense o con i contributi al Consiglio dell'ordine (leggi: “Avvocati tra i requisiti per esercitare rimangono i cinque affari l'anno).

Per la definitiva applicazione dello schema di decreto, dopo l'acquisizione dei pareri del Cnf e del Consiglio di Stato e la conclusione dell'iter al senato, manca all'appello quindi soltanto il sì della Camera, previsto tra due giorni.

Una volta acquisiti anche tali pareri, il ministero della giustizia potrà elaborare il testo definitivo che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.


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