|
Data: 21/11/2015 18:30:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi - Riunione insolita di domenica per il Consiglio dei ministri che, secondo quanto riportato dal Sole24ore, domani sarà impegnato a varare un decreto salva-banche al fine di trovare un "salvagente" per evitare di affogare nel vortice del bail-in in vigore da gennaio. La nuova normativa, si ricorda, prevede il salvataggio interno delle banche, attraverso il coinvolgimento degli obbligazionisti, degli azionisti e, in ultima istanza, dei correntisti con somme depositate oltre i 100mila euro (leggi: "Approvato il prelievo forzoso: dal 2016 le banche si risaneranno con i soldi degli italiani"). Ed è proprio quanto vuole evitare il Governo, per tentare di salvare le quattro banche poste in amministrazione straordinaria (banca Marche, popolare Etruria, Carife e CariChieti) successivamente all'erosione dei requisiti di capitale richiesti. Il decreto legge che dovrebbe fuoriuscire dal tavolo del Cdm, dopo il no di Bruxelles sulla creazione di una "bad bank" dove far confluire i crediti deteriorati, punterebbe, dunque, ad evitare lo scattare del meccanismo di risoluzione interna della crisi introdotto di recente, mediante una strada alternativa, basata, sempre secondo quanto previsto dalla normativa europea (la direttiva Brrd), sulla costituzione di quattro "good bank", una per ogni banca, dove veicolare gli asset positivi, e contemporaneamente di altrettante "bad bank", dove far confluire invece i crediti in sofferenza. Ma dove trovare i soldi, visto che le risorse necessarie per i quattro istituti ammontano a oltre 2 miliardi di euro (per non parlare dei 200 miliardi di euro di crediti in sofferenza del sistema bancario italiano in generale)? Prima di tutto, stando sempre alla direttiva europea, dalle "risorse di mercato". E qui sarebbero le banche chiamate a fare la loro parte con contributi volontari. In subordine, poi ci sarebbe la possibilità di convertire in azioni delle nuove good bank i prestiti sottoscritti dai creditori subordinati (anziché rimborsarli alla scadenza). La direttiva prevede, infine, un'ultima possibilità: il ricorso all'intervento statale. Nel recepire la direttiva, l'Italia però non ha previsto quest'ultimo punto che potrebbe essere "facilmente" integrato con un decreto legge ad hoc. Quello cioè che potrebbe essere varato domani, dando vita quindi ad un nuovo aiuto di Stato alle banche.
|
|