Data: 02/12/2015 10:30:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Ammonta a oltre mezzo milione di euro la sanzione che l'Antitrust ha inflitto al Consiglio Nazionale Forense per le limitazioni alla libera concorrenza degli avvocati.

Si chiude cos� la vicenda iniziata nell'ottobre 2014, con una maxi-sanzione di 912mila euro al Cnf, (leggi: "Tariffe forensi: maximulta da oltre 912mila euro al CNF per le limitazioni alla libera concorrenza"), ritenuto colpevole di aver perpetrato (e continuato) due condotte restrittive: l'aver ipotizzato quale illecito disciplinare la richiesta di compensi inferiori ai minimi tariffari (cfr. circolare n. 22-C/2006) e l'aver ostacolato la pubblicit� dell'attivit� professionale tramite il canale AmicaCard che evidenziava la convenienza economica delle prestazioni offerte (parere n. 48/2012).

Il Cnf aveva proposto ricorso al Tar del Lazio, il quale aveva parzialmente accolto le doglianze, non condividendo in particolare l'assunto dell'Authority, secondo cui l'aver ripubblicato la circolare n. 22-C/2006, sul proprio sito internet, rappresentasse la volont� (anticoncorrenziale e dunque sanzionabile) da parte del consiglio di reintrodurre l'obbligo dei minimi tariffari.

Per cui, a detta del Tar, il quantum della sanzione andava rivisto, tenendo conto anche della durata e non solo della gravit� dell'infrazione. Il giudice amministrativo rimetteva quindi all'autorit� il compito di rideterminare l'ammontare della multa, ferma restando comunque l'illegittimit� della condotta del consiglio relativamente all'utilizzo dei canali digitali per pubblicizzare le prestazioni professionali. Condotta alla quale peraltro il Cnf sta gi� riparando con la rimodulazione dell'art. 35 del codice deontologico (leggi: "Avvocati: cambia il codice deontologico. Via libera alla pubblicit� con ogni mezzo"). 

Alla luce di quanto avvenuto, pertanto, l'Antitrust ha ricalcolato l'importo definitivo, riducendolo a 513mila euro.


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