Data: 18/12/2015 14:00:00 - Autore: Avv. Francesco Pandolfi

Avv. Francesco Pandolfi - Una domanda che si pongono in molti è questa: proponendo un ricorso avanti la Corte Europea dei diritti dell'uomo, quali possibilità si avranno in concreto che la Corte lo valuti e … che lo accolga?

Domanda sensata.

Ora, l'aspirazione del ricorrente è quella di riuscire a gestire tutti i momenti processuali antecedenti, che abbiano una qualche rilevanza sostanziale.

In altre parole, il ricorso CEDU, in realtà "nasce" (o è altamente consigliabile che nasca) già quando si sta avviando la causa in primo grado.

Che cosa significa?

Le recriminazioni che nella maggior parte dei casi si segnalano alla CEDU, in realtà si possono già evidenziare nei precedenti processi italiani, corrispondenti alla causa nazionale in primo grado, in appello e in Cassazione.

Queste fasi "domestiche" rappresentano l'antecedente logico della causa avanti la Corte europea, non solo nel senso della "procedibilità" del ricorso ma anche e soprattutto dell'analisi delle doglianze da parte dei magistrati, i quali devono essere opportunamente stimolati (dagli avvocati e dai loro clienti) nella ricerca della norma violata, ponendo (se possibile) già rimedio alla lesione nelle sedi giurisdizionali precedenti alla CEDU.

In altri termini: è vero che oggi come oggi la CEDU cerca solo i "ricorsi meritevoli", ma è innegabilmente vero che in tutti quei casi nei quali il ricorso in sede europea sarà stato adeguatamente preparato in sede nazionale, attraverso l'invocazione delle violazioni della Convenzione immediatamente davanti il Giudice Nazionale (violazioni descritte specificamente e non genericamente), il vaglio della CEDU sarà più preciso ed aumenteranno le probabilità che venga preso seriamente in considerazione, giungendo così ad una pronuncia favorevole.

Come presentare quindi un ricorso CEDU più solido?

1) E' meglio se gli argomenti proposti dal cliente, già nelle fasi processuali nazionali, saranno interpretati tenendo sempre presente la Convenzione;

2) E' consigliabile coinvolgere le autorità giudicanti nazionali nell'interpretazione della Convenzione;

3) E' consigliabile esprimere chiaramente le violazioni della Convenzione nell'atto introduttivo del giudizio in Italia;

4) E' obbligatorio rispettare il rigore processuale richiesto dalla Corte EDU.

Per contattare l'avv. Francesco Pandolfi

3286090590 francesco.pandolfi66@gmail.com

blog: www.pandolfistudiolegale.it



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