Data: 19/12/2015 18:40:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi – Ricorsi chiari, sintetici, con limiti di contenuto ben fissati e compilati su schemi "predefiniti". È questa, in sintesi, la previsione dei due protocolli firmati ieri dal Consiglio Nazionale Forense e dalla Corte di Cassazione, al fine di abbattere la mole delle pronunce di inammissibilità e agevolare il lavoro di amministrazione della giustizia oltre che, ovviamente, accelerare i tempi delle decisioni.

Entrambi i protocolli, uno per la materia civile e tributaria e l'altro per quella penale, perseguono l'obiettivo di fornire indicazioni e raccomandazioni, per la redazione dei ricorsi, osserva il Cnf nel comunicato stampa, "funzionale a facilitarne la lettura e la comprensione da un lato e a dare maggiori certezze agli avvocati circa i criteri di autosufficienza e quindi di ammissibilità degli stessi dall'altro".

Redatti da due gruppi di lavoro paritetici, composti da consiglieri della Suprema Corte e del Cnf, i due protocolli, si ispirano ai principi della massima sinteticità e chiarezza degli atti difensivi e ad una effettiva comprensione del loro contenuto essenziale.

Viene indicato in particolare uno "schema" redazionale che definisce i limiti di contenuto (evitando così che il mancato rispetto della regola sui limiti dimensionali comporti un'automatica sanzione di tipo processuale) e fornite indicazioni anche per l'attività di difesa, l'osservanza delle quali ottempera al principio di autosufficienza (alla luce degli effettivi e concreti dati normativi, della necessità di allegare al ricorso un fascicolo nel quale raccogliere gli atti e i documenti ai quali si fa riferimento, ecc.).

Per quanto riguarda il modello di ricorso in sede civile, ad esempio, il contenuto non potrà superare il limite massimo di 30 pagine, con un "tetto" di parole chiave (max 10) a disposizione per indicare la materia oggetto del giudizio; poche righe per enunciare i singoli motivi di ricorso che dovranno essere contrassegnati numericamente, con l'indicazione per ciascuno inoltre delle norme di legge che il ricorrente ritiene siano state violate (ecc.).

L'iniziativa ha ricevuto il beneplacito dei vertici delle due istituzioni. Per il primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, "si tratta di un momento storico", grazie al raggiungimento di un obiettivo al quale, si legge ancora nel comunicato, "ho sempre creduto dal momento del mio insediamento e per questo voglio ringraziare la Corte e l'attuale Cnf che hanno a loro volta creduto nella possibilità di lavorare insieme nell'interesse della giurisdizione e sono convinto che questo metodo debba avere un seguito per affrontare anche altri importanti temi".

"L'avvocatura e la magistratura hanno dimostrato di poter governare insieme i cambiamenti e di sapere ricercare soluzioni comuni nell'interesse del sistema giustizia" gli fa eco il presidente del Cnf, Andrea Mascherin, per il quale "il risultato è destinato a garantire un miglior approccio alla decisione da parte dei giudici della Suprema Corte da un lato; e maggiori certezze a tutela delle garanzie di difesa dall'altro".

L'auspicio comune è ora che le professionalità di magistratura e avvocatura "sappiano ottimizzare ed interpretare al meglio l'esito dei lavori".

Qui di seguito i pdf dei due schemi di ricorso di cui al protocollo:

- Schema di ricorso per Cassazione in sede civile e tributaria

- Schema ricorso per Cassazione in sede penale

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