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Data: 04/01/2016 07:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli di Valeria Zeppilli – La tessera professionale europea è in arrivo. Il 18 gennaio 2016, infatti, scade il termine concesso agli Stati per il recepimento della direttiva 2013/55/UE che l'ha prevista. Da tale momento, quindi, anche per i paesi (come l'Italia) che non vi abbiano ancora provveduto, il provvedimento europeo diverrà direttamente applicabile. La direttiva in parola, infatti, ha tutti i caratteri per essere considerata self-executing. Ma quali conseguenze porterà con sé l'operatività della tessera professionale europea? I professionisti che rientrano nelle categorie per le quali la direttiva prevede l'operatività della cd. EPC avranno con essa la possibilità di veder riconosciuta in maniera semplificata la propria qualifica professionale negli Stati UE diversi da quello di residenza. Con notevole abbattimento di tempi e costi della circolazione. Ad essere interessati della novità, in particolare, sono quei professionisti generalmente soggetti a una maggiore mobilità, come infermieri, ingegneri, farmacisti, fisioterapisti, guide alpine e agenti immobiliari. Data l'imminente scadenza del termine per il recepimento della direttiva, e in attesa che lo schema di decreto legislativo per adeguarsi diventi realtà, il Ministero dello sviluppo economico ha diffuso una circolare, la numero 3685/C del 30 dicembre 2015 (qui sotto allegata), con la quale ha fornito le indicazioni relative alla tessera professionale europea, diffondendo anche il testo del decreto legislativo in approvazione. A tal proposito si sottolinea in particolare che, come ricordato dal Mise, i professionisti interessati potranno comunque scegliere di presentare richiesta per la tessera o meno. Se non lo faranno, ad essi, come agli altri professionisti, continueranno ad applicarsi le procedure ordinarie previste dalla direttiva per la libera prestazione di servizi. La circolare ha poi sottolineato che la direttiva 2013/55/UE dà la possibilità di accedere alla disciplina con essa introdotta anche solo in maniera parziale. Tale evenienza può verificarsi laddove nello Stato membro ospitante il settore per il quale il professionista è qualificato rientri in un'attività regolamentata in maniera più ampia e comprendente profili per i quali egli sia invece privo di qualifica. Dal prossimo 18 gennaio, insomma, le categorie interessate potranno ufficialmente fare domanda per ottenere l'EPC, in attesa che lo Stato italiano si adegui, magari offrendo qualche possibilità in più.
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