Data: 22/01/2016 19:30:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi � "C'� crisi, c'� grossa crisi" diceva Corrado Guzzanti nei panni del profeta Quelo nel Pippo Chennedy Show. Una crisi che colpisce chiunque e che, negli ultimi anni, ha intaccato la categoria degli avvocati aumentando il numero di coloro che abbandonano l'attivit� e meritandosi l'appellativo di "nuovi poveri".

Sono almeno ottomila quelli che nel 2015 hanno dismesso la toga, non rinnovando l'iscrizione alla Cassa Forense, spiega all'Agi, il presidente dell'ente Nunzio Luciano. E se a qualcuno il numero pu� sembrare esiguo, contro i 240mila professionisti del foro esistenti in Italia, gli altri non stanno certo meglio. Certo negli 8mila in fuga "sono comprese molte persone che hanno sempre avuto un altro impiego principale � ma � resta il fatto che la cifra � elevatissima" e il futuro non � certo roseo, perch� sono "oltre 80mila gli avvocati che hanno un reddito da fame" continua Luciano.

Tra i pi� colpiti ci sono i giovani professionisti e le donne, con redditi dimezzati rispetto ai colleghi uomini, ma a soffrire iniziano anche le fasce intermedie, soprattutto se non specializzate.

Di chi � la colpa? La crisi certo gioca la sua parte, "i contenziosi hanno costi altissimi � spiega ancora il presidente e trascinare qualcuno in tribunale � ormai un lusso. Ma i fattori sono anche altri: "l'avvocato d'ufficio � ad esempio � viene pagato pochissimo", per non parlare degli anni che servono per essere pagati. Tuttavia, a detta di Luciano, un altro problema � rappresentato dalle "grandi assicurazioni che non retribuiscono il legale in base a parametri di minimo perch� non esistono pi�. La retribuzione � ridotta all'osso a scapito della qualit�".


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