Data: 25/01/2016 08:00:00 - Autore: Lucia Izzo
di Lucia Izzo - Se l'ex marito chiude l'azienda, l'assegno di mantenimento per la ex moglie va ridotto anche se lui continua a mantenere un alto tenore di vita spendendo in viaggi, alberghi e ristoranti.
Lo ha stabilito il Tribunale di Roma, con sentenza n. 16879/2015, in accoglimento parziale del ricorso promosso da un uomo che non intendeva più versare il mantenimento alla ex moglie.
Nel ricorso faceva rilevare che, a causa della chiusura dell'impresa di famiglia, non percepiva più alcun reddito da lavoro e poteva mantenersi soltanto con la pensione e alcuni introiti provenienti da sporadiche collaborazioni.
La moglie, al contrario, chiedeva un aumento dell'assegno ritenendo che il coniuge mentisse sui redditi dichiarati: a sostegno della pretesa evidenziava che l'uomo destinava cospicue somme all'affitto di un immobile in Versilia, ove si recava per il fine settimana. Inoltre l'uomo era solito spendere in hotel, viaggi e ristoranti.
Il Tribunale, operando un accertamento della situazione patrimoniale della coppia, evidenziava innanzitutto che entrambi possedevano proprietà immobiliari da cui percepivano affitti. Tuttavia, la chiusura dell'azienda, si legge in sentenza, ha notevolmente intaccato le disponibilità reddituali del marito che, ciononostante, aveva continuato a vivere da nababbo per scelta personale e utilizzando i suoi risparmi.
Pertanto, conclude il tribunale capitolino, "se è verosimile che un signore in età avanzata e senza figli abbia desiderio di appagare i capricci del momento, ciò nondimeno la capacità di spesa mostrata è comunque indice di una corrispondente condizione economica che, quand'anche egli fosse un dissipatore di patrimoni, incurante della sua futura vecchiaia" non può impedire una valutazione del collegio che decide per la drastica riduzione della somma da versare rispetto a quella stabilita in sede di separazione.

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