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Data: 13/02/2016 19:30:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – 92 milioni di sterline, ossia circa 120 milioni di euro. A tanto ammonta l'investimento di Cassa Forense per l'acquisto di un immobile a Piccadilly Street, nel pieno centro di Londra. Si tratta del primo investimento oltre frontiera dell'ente, realizzato da Fabrica Sgr, la società di gestione di Cicerone, il fondo immobiliare sottoscritto dalla Cassa Forense. Quanto all'edificio, capolavoro architettonico degli anni '30, in passato sede dei grandi magazzini Simpson, dal 1999 è sede del quartier generale di Waterstones, catena di librerie che conta oggi oltre 200mila volumi su più di 8 miglia di scaffali, ed è stato definito dal quotidiano londinese Evening Standard, come la "più grande libreria d'Europa". L'acquisto dell'immobile, di proprietà del fondo Meyer Bergman che lo aveva acquistato soltanto due anni fa per 68 milioni di sterline, è stato effettuato, come reso noto dallo stesso ad di Fabrica Sgr, Fabrizio Caprara, "tramite la controllata Cicerone Holding BV, società di diritto olandese detenuta al 100% dal Fondo". L'operazione è la prima eseguita all'estero dal Fondo Cicerone, prosegue il comunicato di Fabrica, e la seconda "per cassa del fondo – che - porta a 32 immobili gli asset del portafoglio immobiliare per un valore complessivo di circa 665 milioni di euro". Sembra però che questa sia soltanto una delle operazioni che Cassa Forense potrebbe realizzare nel medio periodo, in linea, del resto, con il trend generale degli investimenti delle casse dei professionisti che, denuncia la Covip (l'authority della previdenza) continuano ad essere troppo "sbilanciati" sul mattone. Secondo i dati aggregati (per gli anni 2013-2014) pubblicati in questi giorni dall'authority, nell'ambito delle attività del patrimonio totale dei 20 enti privati di previdenza (che ammonta a 71,9 miliardi di euro) se a primeggiare in generale sono i titoli di Stato (con il 21,2% delle attività totali), se si guarda nello specifico prevale invece la componente immobiliare (ammontante in totale a 19,1 miliardi di euro): per circa 9 enti su 20 infatti tale componente ha incidenze superiori al 30% e per 5 sale addirittura al 48,4%. Anche se, afferma ancora la Covip, c'è stata una riduzione significativa degli investimenti diretti, attraverso conferimenti a fondi immobiliari dedicati (dove l'ente è l'unico quotista), tali operazioni "hanno generato cospicue plusvalenze contabili – si legge nel documento – senza però rappresentare proventi monetari effettivi". Intanto, gli avvocati potranno andare a leggere migliaia di libri nella City.
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