Data: 23/02/2016 13:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - C'è chi si vede negata la ricetta per la risonanza magnetica, chi deve portare i propri figli contemporaneamente dal pediatra e dallo specialista per le prove allergiche e chi non può ripetere i tradizionali esami per controllare il colesterolo. In tutto questo qualcuno si scaglia (fisicamente) contro il medico curante e molti altri si vedono sommersi da una serie di impegnative per poter fare esami che prima si svolgevano con una sola ricetta. Insomma, in una parola il caos.

È questo ciò che ha causato il c.d. decreto appropriatezza, ribattezzato decreto Lorenzin (e figlio del più ampio d.l. sugli enti locali) che dal 20 gennaio scorso ha messo al bando 203 prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale in ambito Ssn con il fine di ridurre gli sprechi e garantire le cure a chi ne ha davvero bisogno (leggi: "Addio ticket su 203 visite ed esami: se superflui si pagano di tasca propria").

Di fatto, aldilà delle intenzioni, l'unico risultato certo, ad oggi, del decreto è tanta confusione. Negli ambulatori, nelle corsie di ospedale, negli studi dei pediatri e degli specialisti.

Il vertice e la revisione del decreto

Una situazione così caotica che ha portato lo stesso ministro della salute, pressata dai camici bianchi e dalle associazioni, ad annunciare, nel vertice dei giorni scorsi, l'arrivo di una circolare esplicativa per fare luce sul provvedimento e ad aprire ad una vera e propria revisione del decreto che avverrà probabilmente con il Dpcm sui nuovi livelli essenziali di assistenza.

Intanto, però, l'unico punto fermo emerso dal vertice è lo stop alle multe per i medici che decidono di "sgarrare" compilando e firmando una ricetta per una prestazione inappropriata. Sanzioni che verranno rinviate ha affermato la Lorenzin "quando sarà tutto a regime".

Quanto all'impianto del decreto, invece, si sta lavorando insieme a una delegazione alla circolare applicativa che dovrebbe tamponare i problemi tecnologici, oltre che alla campagna informativa che dovrebbe rassicurare i pazienti.

Pazienti che, al momento, però, hanno poco di che gioire.

Il superticket

Mentre si lavora, infatti, il decreto esplica i suoi effetti con costi salati a carico dei cittadini costretti o a pagare per intero prestazioni prima mutuabili o, anche su quelle prescrivibili, il superticket dovuto all'emissione di più ricette come prevede il decreto. Così, ad esempio, per gli esami di chi è in grave sovrappeso che in luogo delle precedenti due ricette rosse (con costo di 20 euro per 16 analisi) dovrà farne 5 con costo di 50 euro. O per il bambino che deve sottoporsi ai test allergologici per i quali ora necessitano due prescrizioni, una del pediatra l'altra dello specialista. O ancora i casi limite di esami di laboratorio in teoria mutuabili che il cittadino deve improvvisamente pagare, perché la possibilità di chiedere il rimborso alla regione dopo il decreto non è più possibile, visto che oggi il medico prescrittore non ha la possibilità di inserire le "note" nella ricetta.

È evidente che per sistemare la situazione la circolare non potrà bastare, e neanche il raddrizzamento dei gap tecnologici (come quello dell'inserimento del campo note).

Andranno riviste le scelte di merito del decreto, il quale potrà essere modificato soltanto con un atto avente forza di legge e, dunque, probabilmente, utilizzando il veicolo del Dpcm sui Lea. I tempi però non saranno certo brevi e intanto i cittadini continueranno a pagare.


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