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Data: 02/03/2016 14:30:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – E' pronto il decreto scritto a quattro mani dal ministro dell'economia e da quello dello sviluppo economico che dovrà attuare la "rivoluzione" del pagamento sul canone Rai prevista dalla legge di stabilità 2016. Secondo quanto anticipato oggi sulle colonne di Repubblica la bozza del decreto prevede un meccanismo a prova di furbetto, mettendo in campo una vera e propria task force, una sorta di grande fratello comunicativo che vedrà la compresenza di diversi soggetti (comuni, agenzia delle entrate, anagrafe tributaria, garante e utility di energia elettrica), uniti da un unico obiettivo comune: scongiurare il rischio che a qualcuno venga l'insana idea di non pagare il canone Rai a partire da luglio nella bolletta elettrica. "Se l'enorme radar funzionerà come descritto negli 8 articoli del decreto – scrive infatti Repubblica - sarà difficile per tutti scansare i 100 euro del nuovo canone televisivo".
I contenuti del decretoE già perché nel decreto saranno regolati anche molti casi pratici che potranno realizzarsi: ad esempio, uno fra tutti, quando la moglie ha intestata l'imposta tv e il marito la bolletta della luce. Bene, il decreto ha previsto anche questo, prevedendo una sorta di "voltura automatica": l'agenzia delle entrate in tale ipotesi, infatti, farà sì che il marito intestatario della bolletta elettrica diventi anche il titolare dell'abbonamento televisivo prevenendo così il doppio pagamento, ma soprattutto evitando che la moglie che non è intestataria della bolletta elettrica sfugga all'imposta! Un tasto dolente è invece l'attivazione di un'utenza ad anno in corso: se, ad esempio, viene attivata a novembre, la bozza del decreto prevede che il canone vada pagato per l'intera annualità, e cioè 100 euro in luogo delle ultime due rate mensili di 20 euro! Altra misura impopolare, è quella del capitolo rimborsi. Chi dichiarerà di non disporre di un apparecchio tv o di non rientrare tra coloro che sono tenuti al pagamento dovrà segnalarlo all'agenzia delle entrate, ma se nel frattempo sbaglia a pagare o comunque l'addebito viene effettuato, potrà ottenere il rimborso dalla società della corrente, la quale però avrà 6 mesi di tempo per restituire la somma non dovuta!
Le dichiarazioni dell'Agenzia delle EntrateAlle misure impopolari si aggiungono anche le dichiarazioni "choc" dell'Agenzia delle Entrate, secondo la quale il "sistema è particolarmente complesso" e ad oggi ancora non è individuata la famiglia anagrafica, di cruciale importanza per i corretti addebiti del canone, come affermato dal direttore gestione tributi, Paolo Savini, nel corso di un'audizione alla Commissione Anagrafe tributaria. Per superare questa criticità, fino all'avvio dell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, secondo l'agenzia è il decreto attuativo in corso di emanazione da parte del Mise a dover "prevedere che i Comuni siano tenuti a trasmettere all'Agenzia delle entrate, su richiesta della stessa Agenzia delle entrate, i dati relativi alle famiglie anagrafiche".
L'allarme dei consumatoriSulle misure e sulla "grave ammissione" dell'Agenzia delle Entrate è scattato ovviamente l'allarme delle associazioni dei consumatori. Ad alzare gli scudi per prima è l'Unc che denuncia "possibili errori per ben cinque milioni di famiglie". Quanto alle dichiarazioni del fisco, afferma il segretario Unc, Massimiliano Dona, "il fatto che l'Agenzia delle Entrate, dopo 2 mesi dall'entrata in vigore della Legge di stabilità, ammetta che l'individuazione della famiglia anagrafica non solo non sia stata al momento risolta e sia particolarmente complessa, ma richieda ancora l'invio dei dati da parte dei Comuni, dimostra che a luglio verrà fatta pagare al consumatore il costo di questa operazione". Per non parlare dei rimborsi, "è ancor più inaccettabile – incalza il segretario - che le società elettriche abbiano 6 mesi di tempo per restituire il maltolto al consumatore per i pagamenti non dovuti del canone. Chiediamo che i rimborsi avvengano nella prima bolletta utile dopo l'invio della richiesta da parte del cliente e della dovuta autocertificazione". Infine, aggiunge Dona "il primo avviso di richiesta di pagamento del canone non può avvenire già a luglio, ma nella bolletta precedente, in modo che al consumatore sia dato il giusto tempo per far valere l'autocertificazione ed impedire il prelievo in automatico sul conto corrente".
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