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Data: 28/08/2022 08:00:00 - Autore: Domande e Risposte Talvolta, nel linguaggio di tutti i giorni, si suole far riferimento in maniera indifferente all'acconto e alla caparra. In realtà trattasi di due istituti ben distinti. L'acconto, infatti, non è altro che il pagamento anticipato di una parte del prezzo dovuto per un determinato acquisto, volto a dare una piccola garanzia al venditore circa l'effettiva volontà dell'acquirente di concludere il contratto. Tale garanzia, però, esaurisce i suoi effetti qui. Se, infatti, il contratto non va a buon fine, l'acconto non assume alcuna rilevanza risarcitoria e le parti non saranno in alcun modo vincolate economicamente l'una nei confronti dell'altra. L'acconto andrà quindi restituito, salvo poi chiedere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa del mancato adempimento. Venendo invece alla caparra, questa, al pari dell'acconto, è rappresentata da un anticipo del pagamento sul prezzo dovuto. La caparra, tuttavia, è posta a garanzia sia degli interessi del venditore che di quelli dell'acquirente. Il nostro ordinamento, infatti, prevede che in caso di inadempimento dell'acquirente il venditore potrà trattenere la caparra versata come risarcimento del danno subito. Se, invece, ad essere inadempiente è il venditore, l'acquirente potrà per legge richiedere la restituzione del doppio della caparra versata. In conclusione, la differenza sostanziale tra acconto e caparra risiede nel fatto che mentre il primo non ha alcuna rilevanza risarcitoria in caso di mancata conclusione del contratto, la seconda vincola e garantisce le parti rispetto al mancato raggiungimento dell'obiettivo concordato. Occorre precisare che, se manca un espresso accordo, la somma versata da una parte in favore dell'altra come anticipo di pagamento è considerata acconto. Può infatti considerarsi fatto a titolo di caparra solo il versamento che sia espressamente identificato come tale". Leggi anche La caparra confirmatoria |
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