Data: 19/03/2016 19:35:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Uomini, con un'età media di 51 anni, che si sono ritrovati strangolati dai debiti per aver affrontato un'improvvisa separazione, la perdita del lavoro o una malattia e che il più delle volte non chiedono aiuto perché si vergognano di essere giudicati. È questo l'identikit dei soggetti più colpiti dalla crisi economica, tracciato dall'Osservatorio Prodeitalia nell'ambito del progetto lanciato da un team di professionisti di tutta Italia (avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro) che si sono uniti creando l'associazione Csi-Kronos.

Il quadro che emerge dall'analisi è desolante e vede, in sostanza, i padri di famiglia pagare il prezzo più alto della crisi.

Stando ai dati dell'osservatorio, si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti, commercianti e artigiani, appartenenti per il 56% alle regioni del Centro-Nord, ma l'elemento più sconcertante – sottolinea Francesca Scoppetta, ideatrice del progetto insieme a Josè Giovambattista Carretta – è proprio l'età.

A ritrovarsi improvvisati debitori, infatti, non sono dei ragazzini magari incapaci di gestire il denaro o di farne un buon uso, ma gli adulti, responsabili, le "persone per bene", quelle che nel linguaggio giuridico vengono definite "buoni padri di famiglia" che dopo una vita di lavoro e sacrifici si ritrovano a non sapere gestire una situazione del genere.

Quanto emerge dai dati del resto è suffragato anche dalle cronache dei suicidi che spesso hanno per protagonisti proprio uomini tra i 50 e i 60 anni che non riescono a fronteggiare la morsa del sovraindebitamento.

Ed è proprio questo che il progetto mira ad evitare, fornendo assistenza e informazioni sulle vie d'uscita esistenti.

"Quello che vorremmo si sapesse - affermano infatti Elena Zamuner, coordinatrice nazionale del progetto Prodeitalia e Lario Paccosi, responsabile della regione Toscana, è che – ci si può salvare". E la via d'uscita è proprio la legge italiana a fornirla. Si tratta della legge n. 3/2012, che regola il sovraindebitamento "e introduce nell'ordinamento giuridico italiano la procedura di esdebitazione".

Ma, concludono, i membri del progetto, solo una piccola percentuale di imprese si affida a questa soluzione, mentre la maggior parte "stenta ancora a dichiarare il reale stato finanziario

dell'azienda, spesso per timore di finire nelle blacklist del Registro

delle imprese o di restare impantanato nelle pastoie burocratiche".


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