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Data: 13/04/2016 12:30:00 - Autore: Dott. Roberto Paternicò di Roberto Paternicò - Si é giunti al terzo Documento di Economia e Finanza 2016 (DEF) per dare seguito alla relativa programmazione economica pluriennale. Il percorso é iniziato nel 2014 con gli obiettivi, ormai noti, di rilanciare la crescita e l'occupazione. L'azione che il Governo intende continuare a percorrere prevede: - la riforma strutturale del Paese per stimolare gli investimenti, privati e pubblici; - una politica di bilancio, UE permettendo, orientata alla crescita ed al consolidamento delle finanze pubbliche per ridurre progressivamente il rapporto tra debito e PIL; - la riduzione della pressione fiscale, migliorando la spesa e l'efficienza della pubblica amministrazione; - potenziare lo sviluppo d'impresa e la competitività del sistema Italia. Accanto al prosieguo di tali attività, il Governo si prefigge più forti azioni di stimolo all'economia, tra cui l'ulteriore riduzione della pressione fiscale e l'aumento progressivo degli investimenti pubblici per lo sviluppo. Il tutto in una fase di notevole incertezza economica a livello internazionale. Nell'ambito delle stime: l'ISTAT ha registrato un tasso di crescita dello 0,8% in termini reali; i consumi in flessione nei mesi invernali sembrano dare segnali espansivi in particolare verso alcune componenti dei consumi durevoli, quali gli acquisti di autovetture; pare stabilizzarsi il rapporto debito/Pil nel 2015 e si stima per il 2016 una riduzione dal 132,7% al 132,4% con la speranza di arrivare nel 2019 fino al 124,3%; per l'inflazione, si prevede un tasso all'1,3% nel 2017; la disoccupazione viene stimata in diminuzione all'11,4% nel 2016; pare raggiunta l'intesa sul deficit con l'Unione Europea, che dovrebbe concedere all'Italia maggiore flessibilità per circa 11 miliardi. Le strategie di riforma per l'Italia, in sintesi e tra le principali, attengono: la competitività e gli investimenti; le riforme istituzionali; la Pubblica Amministrazione; la Giustizia; il sistema bancario; la finanza per la crescita; la concorrenza; l'istruzione e la ricerca; la riduzione degli squilibri territoriali; la lotta alla povertà; l'imposizione fiscale; la revisione della spesa pubblica e le privatizzazioni. Vedremo.
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