Data: 27/04/2016 15:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � Ben presto nel nostro Paese bisogner� imparare ad essere pi� tolleranti nei confronti dei vicini di casa: in cantiere, infatti, ci sono norme sui rumori che, almeno nelle previsioni, si presenteranno come meno restrittive rispetto alle attuali. 

Si avvicina infatti sempre di pi� il 25 novembre 2016, data di scadenza del termine per l'esercizio della delega al Governo, di cui all'art. 19 della l. n. 161/2014, per emanare uno o pi� decreti legislativi finalizzati al riordino dei provvedimenti normativi che regolamentano la tutela dell'ambiente esterno e di quello abitativo dall'inquinamento acustico. 

In Italia la questione oggi � abbastanza delicata, dato che non sempre quando i vicini ci infastidiscono lo fanno per loro colpa: ad accrescere il problema, infatti, sono anche le caratteristiche degli edifici, nella costruzione dei quali l'isolamento acustico � spesso poco sviluppato

Per legge, infatti, vanno rispettati certi limiti che sono espressi in decibel (dB) di modo che i muri di separazione tra due immobili (adiacenti o sovrapposti) garantiscano il mancato disturbo se il vicino parla, sente la Tv o cammina sopra la nostra testa. Cos�, ad esempio, effettuando le apposite misurazioni (mediante macchine speciali che battono con dei martelli sul pavimento), il rumore non deve superare 63 dB. Questo secondo la legge italiana (dpcm del 5 dicembre 1997), mentre in Europa la situazione � ben pi� restrittiva (basta pensare che in Germania le norme prescrivono di non superare i 53 dB per il calpestio). 

La questione quindi non � di facile gestione  e l'alto grado di litigiosit� che caratterizza l'Italia rispetto a molti altri paesi europei � legato proprio alle notevoli peculiarit� di regolamentazione della materia. O meglio: alle numerose lacune. 

Il d.p.c.m. del 5 dicembre 1997 che regolamenta l'acustica nell'edilizia, ad esempio, � un testo impreciso e poco chiaro, spesso oggetto di diatribe tra i tecnici e di contenziosi giudiziari. Con la conseguenza che la giurisprudenza si � trovata costretta ad assumere un ruolo quasi "normativo" di non scarsa rilevanza, fissando il limite massimo della normale tollerabilit� dei rumori in non oltre 3 decibel (oltre il rumore di fondo).

A ci� dovrebbe sopperire la nuova disciplina che tuttavia stando alle "indiscrezioni" andrebbe ad accrescere i limiti di tolleranza del rumore di calpestio e a ridurre il fonoisolamento tra i muri, ponendo l'Italia in coda alle classifiche dei paesi europei. 

Per ora, comunque, si tratta solo di rumors e bisogner� attendere i documenti ufficiali. 

L'attesa, in ogni caso, sar� breve, visto che l'armonizzazione del diritto interno con la direttiva 2002/49/CE (relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale) e con la direttiva 2000/14/CE (relativa all'emissione acustica ambientale delle macchine e attrezzature destinate a funzionare all'aperto) � ormai divenuta indifferibile. 

Nel frattempo, almeno le modalit� e i criteri direttivi con i quali attuare la delega sono chiari, dato che � lo stesso articolo 19 a prevederli per incoraggiare il raggiungimento dell'obiettivo.

Tra i principi e i criteri specifici enucleati dalla legge del 2014 ricordiamo la coerenza dei piani degli interventi di contenimento e di abbattimento del rumore con i piani di azione, con le mappature acustiche e con le mappe acustiche strategiche; il recepimento dei descrittori acustici diversi da quelli disciplinati dalla legge n. 447 del 1995 e introduzione dei relativi metodi di determinazione a completamento e integrazione di questi ultimi; l'armonizzazione della normativa in materia di sorgenti di rumore delle infrastrutture dei trasporti e degli impianti industriali e l'adeguamento alla disciplina del rumore prodotto nell'ambito dello svolgimento delle attivit� sportive e alla disciplina del rumore prodotto dall'esercizio degli impianti eolici. L'elenco, in ogni caso, non finisce qui ma � estremamente lungo e dettagliato e rappresenta un binario ben tracciato sul quale procedere

La speranza, quindi, � che si coglier� perlomeno l'occasione per fare chiarezza.



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