Data: 10/05/2016 11:10:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Si può dire che Equitalia il suo compito di riscossione lo prende davvero sul serio: nella ricerca dei cittadini morosi, infatti, non risparmia di scandagliare anche le carceri!

E le cartelle esattoriali stanno iniziando a varcare le soglie dei penitenziari a porte spalancate.

Forte della possibilità di soddisfare i propri crediti mediante il pignoramento presso terzi, Equitalia si sta ricordando che terzi sono anche le case circondariali, specie se i detenuti svolgono al loro interno dei lavoretti retribuiti a scopo di riabilitazione.

Rivolgersi all'istituto/datore di lavoro è cosa agevole ed evita una serie di trafile che, per la predetta tipologia di debitori, sarebbero ancora più complesse di quanto già normalmente non siano.

Così l'ente della riscossione ha deciso di approfittare della possibilità con sempre maggiore frequenza e di apporre un vincolo di indisponibilità sui beni del debitore quando questi sono nelle mani di terzi. Anche se i debitori sono dei detenuti.

A tal proposito, è di poco meno di un mese fa la storia di un detenuto napoletano, in cella ad Ancona: per un suo debito nei confronti dello Stato, il carcere presso il quale egli è rinchiuso si è visto notificare un pignoramento presso terzi.

Il carcere, insomma, isola dal mondo esterno ma non dai debiti!

Molti si chiederanno quale è stato l'oggetto del pignoramento. Ecco qui: la diaria di circa venti euro al giorno che il carcere corrisponde al detenuto come contropartita per i lavori di giardinaggio che egli svolge a scopo riabilitativo.

Questa storia, peraltro, non è isolata: i detenuti che, alle pene del carcere, vedono sommate quelle derivanti dalla riscossione di Equitalia non sono pochi. Le conseguenze di un bollo, una multa, una qualsiasi tassa non pagata in passato non si arrestano neanche dinanzi alle sbarre.

Sui giornali rimbalza l'allarme lanciato dal legale dell'uomo, l'Avvocato Pisani: davvero la riscossione è così importante e legittima la messa all'angolo del buon senso? La stessa sorte dei carcerati potrebbe toccare anche a molti altri cittadini in una condizione di debolezza e difficoltà, come i pensionati. Che sia il caso di alleggerire il metro di valutazione di simili situazioni?


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