Data: 12/05/2016 15:30:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Azzerare entro il 2050 la cementificazione selvaggia. È questo l'obiettivo del ddl sul "contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato" approvato oggi dalla Camera (con 256 voti a favore, 140 contrari e 2 astenuti) che ora passa al Senato per il sì definitivo. Obiettivo non certo facile tenendo conto che oggi in Italia si perdono circa 7 metri quadri al secondo di terra fertile (una superficie che nell'arco di una giornata corrisponde a quasi 80 campi di calcio) che hanno fatto salire al 7% del territorio nazionale la quota di suolo consumato (in termini assoluti ben 21mila chilometri quadrati, 345 per ogni abitante) ponendo il paese tra quelli a più alto rischio idrogeologico in Europa.

Salutata con soddisfazione dal ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che ha commentato "l'approvazione di oggi alla Camera – come – un passo concreto in avanti verso un provvedimento atteso da troppo tempo", la legge non piace alle opposizioni che hanno esposto uno striscione con la scritta "basta bugie" con foto dei vari ecomostri italiani, ma neanche agli ambientalisti e ai tecnici, per via dello "svuotamento" del testo (sotto le pressioni dei comuni per i vincoli troppo rigidi all'edificazione) che tra emendamenti e deroghe è cambiato parecchio rispetto all'impianto iniziale.

Per la maggioranza, invece, il provvedimento rappresenta il frutto di un buon compromesso che ridurrà gradualmente la cementificazione indiscriminata arrivando entro una trentina d'anni al consumo zero del suolo fertile.

Ecco le principali novità:

Divieto di consumo del suolo in presenza di alternative

Al fine di promuovere e tutelare l'attività agricola, il paesaggio e l'ambiente, il consumo del suolo sarà consentito soltanto nei casi in cui non esistano alternative di riuso e rigenerazione delle aree già urbanizzate.

Le nuove regole

Nel ddl vengono definite le procedure per raggiungere gradualmente il traguardo del consumo di suolo pari a zero entro il 2050. Il primo passo assegna alla Conferenza unificata l'emanazione, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, di una delibera che definisca i criteri e le modalità per la riduzione in termini quantitativi del consumo a livello nazionale, sulla base della quale sarà il ministero delle politiche agricole ad emanare un apposito decreto definendo la riduzione progressiva vincolante. La palla passerà quindi alle regioni che dovranno emanare le disposizioni attuative. A fronte di inadempimenti, deciderà il governo.

Registro degli enti locali virtuosi

Il testo prevede l'istituzione, presso il ministero delle Politiche agricole, di un registro dove saranno iscritti i comuni che avranno adeguato i propri strumenti urbanistici a quanto disposto dalle regioni (e dalle province autonome di Trento e Bolzano) in ordine alla riduzione di consumo di suolo stabilita, i comuni in cui non è previsto consumo di suolo ovvero una riduzione del consumo maggiore rispetto a quella definita dalla regioni di appartenenza.

Ai comuni iscritti nel registro sarà data la priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali per gli interventi di rigenerazione urbana e di bonifica.

Divieto di mutamento di destinazione

Viene inserito espressamente il divieto di mutare la destinazione urbanistica per i terreni che hanno ricevuto finanziamenti europei legati alla Politica Agricola Comune (PAC) e alla politica di sviluppo rurale.

Tali aree non possono, per un periodo di 5 anni dall'ultima erogazione, essere destinate ad uso diverso da quello agricolo, né essere oggetto di interventi di trasformazione edilizia non funzionali all'attività agricola, fatta eccezione per le opere pubbliche.

Riuso e aree degradate

Entro il termine di 180 giorni le regioni "dettano disposizioni per incentivare i comuni a promuovere strategie di rigenerazione urbana individuando gli ambiti urbanistici da sottoporre prioritariamente a interventi di ristrutturazione e di rinnovo edilizio".

Vengono semplificate anche le procedure per gli interventi di rigenerazione delle aree degradate dal punto di vista urbanistico, paesaggistico, ambientale e socio-economico, al fine di garantire la realizzazione di progetti organici basati sul riuso del suolo (come ad es. creazione di aree verdi, pedonalizzate, piste ciclabili, ecc.).

Banca dati degli edifici sfitti

Spetterà alle regioni dettare disposizioni per la redazione di un "censimento comunale degli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati al fine di creare una banca dati del patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato, disponibile per il recupero o il riuso".

Sarà invece compito dei comuni segnalare ogni anno al prefetto le proprietà in stato di abbandono.

Regime transitorio e deroghe

Il ddl prevede una disciplina transitoria volta a regolare il consumo di suolo, dalla data di entrata in vigore della legge e sino all'adozione dei provvedimenti di attuazione della riduzione del consumo stesso.

In base alla stessa, fanno eccezione al divieto di consumo del suolo i lavori e le opere inseriti negli strumenti di programmazione delle amministrazioni aggiudicatrici, ossia nei programmi triennali dei lavori pubblici, oltre alle opere prioritarie.

Il regime transitorio non potrà comunque eccedere i tre anni.


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