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Data: 26/05/2016 08:00:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – A due anni dalla prima presentazione in Parlamento, la riforma del terzo settore è diventata legge. Nella serata di ieri, infatti, la Camera ha approvato con 239 voti a favore (78 i contrari) la legge che delega il governo a riformare il volontariato, l'impresa sociale e la disciplina del servizio civile. Il testo, che ha ricevuto il via libera definitivo nell'impianto licenziato dal Senato nel marzo scorso senza modifiche né aggiunte (leggi: "Terzo settore: via libera dal Senato"), è stato salutato positivamente da molti degli addetti ai lavori come una "tappa storica" che mette finalmente ordine nella confusionaria disciplina vigente, ma non sono mancate le polemiche da parte di chi, anche in seno alle minoranze parlamentari (tra cui Sel e M5S), vi vede invece il grande rischio di una privatizzazione progressiva del welfare in un comparto che conta (secondo i dati Istat 2011) 300mila organizzazioni non profit, con 681mila addetti e 271mila lavoratori esterni e che produce complessivamente 64 miliardi di fatturato (circa il 4,3% del Pil). In ogni caso, trattandosi di una legge delega, molti degli interventi previsti dalla riforma dovranno ancora essere attuati dal Governo nei mesi a venire tramite i decreti delegati.
Ecco, le principali novità della riforma:
La definizione di terzo settoreIl provvedimento definisce il terzo settore come il complesso degli enti privati che promuovono e realizzano attività di interesse generale, senza scopo di lucro e in vari modi, con azioni volontarie e gratuite o di mutualità o produzione e scambio di beni e servizi. Sono fuori quindi dal terzo settore, sulla base di tale definizione: le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati e le associazioni professionali di categoria economica.
Il codice e il registro unicoIl testo prevede la redazione di un codice del terzo settore che conterrà tutte le disposizioni applicabili ai vari enti, oltre alla definizione delle forme e delle modalità di organizzazione e alle tutele dei lavoratori, ivi compresa la loro partecipazione ai processi decisionali. Verrà creato anche un registro unico del settore presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali, al quale saranno obbligati ad iscriversi tutti gli organismi che si avvalgono di fondi, pubblici o privati, anche europei.
La riforma del servizio civile nazionaleLa riforma revisiona l'attuale disciplina istituendo il servizio civile universale con un meccanismo di programmazione triennale per i giovani, sia italiani che stranieri, con età compresa tra i 18 e i 28 anni che risiedono in Italia e che saranno ammessi tramite bando pubblico.
I centri servizi per il volontariatoI centri di servizio per il volontariato saranno costituti e gestiti dagli organismi del terzo settore e il loro compito sarà quello di fornire supporto tecnico, formativo e informativo al fine di promuovere e rafforzare il ruolo dei volontari. La legge mira a superare l'attuale sistema degli osservatori nazionali per il volontariato e per l'associazionismo di promozione sociale, istituendo il consiglio nazionale del terzo settore, quale organismo di consultazione a livello nazionale per tutti i soggetti coinvolti.
Il fondo per il terzo settoreViene istituito altresì un fondo, presso il ministero del lavoro, per le attività di interesse generale promosse dal terzo settore, dalle associazioni, dalle non profit e dalle fondazioni. La dotazione sarà di circa 17 milioni di euro per il 2016 e di 20 milioni di euro a decorrere dal 2017.
La Fondazione Italia SocialeÈ contemplata anche l'istituzione della "Fondazione Italia sociale": fondazione di diritto privato con finalità pubbliche il cui compito è quello di sostenere, attrarre e organizzare le iniziative filantropiche e gli strumenti innovativi di finanza sociale. La dotazione iniziale è di un milione di euro.
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