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Data: 15/06/2016 20:30:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi - Bollette con consumi stimati che hanno portato a richieste di pagamento eccessive ai consumatori così come eccessivi ritardi e ostruzionismo nel restituire il dovuto agli utenti. Sono queste le principali motivazioni che hanno portato l'Antitrust ad infliggere una maximulta di 14,5 milioni di euro complessivi a tutti i big dell'energia: Acea, Edison, Eni, Enel energia ed Enel servizio elettrico. I provvedimenti dell'autorità (4 avviati nel luglio dello scorso anno, a seguito delle denunce dei consumatori e delle associazioni) riguardano, le pratiche aggressive perpetrate per aver messo in atto "meccanismi di fatturazione e ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi". Ma non solo, ad essere incriminati anche "gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi", giacché se l'utente segnalava errori in bolletta nessuna delle compagnie multate si è mai dimostrata sollecita nel controllarne l'esistenza. E per di più, nelle more venivano proseguite le attività di riscossione nei confronti degli utenti, con la messa in mora e il successivo distacco della fornitura anche senza preavviso. Inoltre, tornando ai consumi stimati, una volta effettuati i conguagli, talvolta "pesanti" e insostenibili per le famiglie, le società in questione non prospettavano neanche la possibilità di rateizzare, addebitando peraltro (questo solo per le due società del gruppo Enel) interessi di mora per ritardato pagamento, anche nel caso di bollette recapitate in ritardo, con reclamo in corso. Da qui la megasanzione che, comunque, le associazioni dei consumatori giudicano non sufficiente date le "scorrettezze perpetrate". "C'è da chiedersi perché l'Autorità per l'Energia, che da anni è a conoscenza di tale situazione, non sia intervenuta prima, modificando le norme, specialmente quelle sull'attivazione dei contatti non richiesti, a favore dei cittadini e non a favore delle aziende" scrivono Federconsumatori e Adusbef in una nota congiunta. "A fronte di questi comportamenti inappropriati, che penalizzano da anni gli utenti, le sanzioni comminate sono del tutto insufficienti" secondo le due associazioni, sia per "l'importo irrisorio" sia perché al "danno si aggiunge anche la beffa – perché ricorrendo al TAR le aziende finiscono quasi sempre per scampare al pagamento di tali importi". Per questo chiedono che insieme alle sanzioni "si preveda anche un meccanismo di sospensione delle autorizzazioni ad operare nel mercato per le aziende coinvolte".
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