Data: 01/07/2016 20:30:00 - Autore: Laura Bazzan

Avv. Laura Bazzan - L'avvocato che si trova ad assistere uno o entrambi i coniugi in seguito alla crisi matrimoniale riveste un ruolo particolarmente impegnativo.

Di seguito un pentalogo essenziale a tutela dell'attività professionale e degli interessi dei clienti con indicazioni rivolte al divorzista utili all'assolvimento del mandato:

1) Possedere un'adeguata preparazione non solo professionale ma anche comportamentale

il dovere di competenza professionale imposto all'avvocato divorzista trascende i limiti del correlativo canone deontologico per includere nozioni multidisciplinari e, soprattutto, un'attitudine personale alla comprensione delle vicende personali dei coniugi nel loro turbinio emozionale in un momento così delicato come la fine di un matrimonio. Un'indole sensibile e conciliativa costituisce un attributo particolarmente efficace nella trattazione delle controversie familiari, che richiedono sempre una grande capacità di ascolto e intendimento anche al di là di quanto venga espressamente riferito in occasione del colloquio in studio.

2) Mantenere la propria obiettività

anche dinanzi alle narrazioni più incredibili, è necessario astenersi dal giudicare la condotta dei coniugi e soprattutto evitare di identificarsi con il proprio assistito. L'equilibrio tra la propria indipendenza ed autonomia valutativa e la fedeltà al mandato va ricercato e mantenuto per tutta la durata del rapporto professionale; si tratta del solo criterio che consente di riformulare le richieste del cliente affinché possano trovare tutela nell'ordinamento e, al contempo, permette di agevolare la risoluzione delle questioni, filtrando quelle che non necessitino l'intervento del magistrato per la loro definizione.

3) Comprendere se la crisi di coppia si può comporre

più che di un intuito innato si tratta di una capacità acquisibile con l'esperienza. Al di là delle situazioni davvero drammatiche, nelle quali la separazione e il divorzio costituiscono una scelta obbligata, se la crisi appare superabile, lo stesso avvocato, promuovendo il dialogo tra i coniugi, mediante un approccio maieutico, può accompagnarli nella ricerca di una nuova stabilità nella relazione, anche attraverso l'apporto professionale di altri specialisti (psicologi, terapeuti, mediatori familiari).

4) Non inasprire i contrasti tra le parti

nell'affrontare le procedure di separazione e divorzio è necessario abbandonare la tradizionale impostazione di contrapposizione che caratterizza il contenzioso e perseguire una logica conciliativa per la pacifica composizione degli interessi. Rappresentate all'assistito tutte le alternative disponibili, restano da tralasciare le strategie processuali dettate dal risentimento per limitare il depauperamento affettivo oltre che patrimoniale, evitando a tutti i costi di utilizzare i figli come argomento di ricatto negli accordi tra le parti.

5) Salvaguardare l'interesse dei figli

anche a discapito della puntuale soddisfazione delle richieste formulate dall'assistito, la tutela dei figli deve improntare l'intera attività svolta dall'avvocato. A differenza dei coniugi, infatti, i figli non hanno un loro legale che direttamente li rappresenti e difenda ed è necessario che nel loro interesse vengano mantenuta, per quanto possibile, una certa stabilità nei legami familiari e parentali, attutendo così le conseguenze negative della fine di un matrimonio.

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