Data: 14/07/2016 21:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi – Multe fino a 10mila euro per chi viene beccato ad andare con le prostitute. E carcere fino a un anno se le "condotte" sono reiterate. È quanto prevede il disegno di legge presentato oggi alla Camera, che introduce il reato di acquisto dei servizi sessuali, comminando sanzioni pesanti a chi si avvale delle prestazioni delle "lucciole".

Il ddl (qui sotto allegato), che ha come prima firmataria Caterina Bini del Pd, ha raccolto le adesioni bipartisan di molti deputati. Il fine è quello, si legge nella relazione al testo, "di contrastare efficacemente il fenomeno della prostituzione e della tratta di persone ai fini dello sfruttamento sessuale", estremamente dilagato negli ultimi anni.

Vediamo le novità:

Il nuovo reato di acquisto di servizi sessuali

Il nuovo reato, si legge nella relazione alla proposta, "si mira a eliminare la prostituzione in quanto incentiva la tratta di esseri umani e viola la dignità delle donne" intervenendo direttamente sulla domanda "cioè sui clienti". Viene esclusa invece la responsabilità del soggetto che si prostituisce, giacché riconosciuto "come vittima sia degli sfruttatori e dei trafficanti, sia dei clienti".

Nello specifico, il ddl aggiunge un capoverso all'art. 3 della legge Merlin (la n. 75/1958), prevedendo che è punito "con la multa da euro 2.500 a euro 10.000, salvo che la condotta non costituisca reato più grave, chiunque si avvalga delle prestazioni sessuali offerte da soggetti che esercitano la prostituzione o le contratti, in qualsiasi luogo, pubblico o privato, ovvero nei luoghi e nelle forme vietati dalla legislazione vigente".

Carcere fino a un anno in caso di reiterazione

In caso di reiterazione del reato, il ddl prevede che il fatto sia punito "con la reclusione fino a un anno e con la multa (ndr ulteriore) da euro 2.500 a euro 10mila".

La pena detentiva e pecuniaria, comunque, potrebbe essere sostituita "su richiesta del condannato" con quella del lavoro di pubblica utilità (ex art. 54 d.lgs. n. 274/2000), prestando attività non retribuita presso associazioni, enti e altri organismi. All'esito favorevole di tale attività, il giudice dichiara estinto il reato; in caso contrario viene disposta la revoca della pena sostitutiva con il ripristino di quella originaria. In tutti i casi, il lavoro di pubblica utilità può sostituire la pena per non più di una volta.

Le dimensioni del fenomeno

Ad illustrare le dimensioni del fenomeno è l'associazione Papa Giovanni, in concomitanza con la presentazione del ddl, lanciando anche una campagna al fine di chiederne l'approvazione. Secondo l'associazione, "il traffico di esseri umani è la terza industria illegale (a livello mondiale) per fatturato", e le vittime sono soprattutto donne e bambini. Un fenomeno sommerso sul quale possono farsi solo delle stime, secondo le quali sarebbero 21 milioni le vittime nel mondo, di cui il 49% costituito da donne e 33% da minori.

In Italia, si stima vi siano tra le 75mila e le 120mila donne che si prostituiscono provenienti soprattutto da Nigeria (36%), Romania (22%), Albania (10,5%), ma anche Bulgaria, Moldavia e altri paesi dell'Est. Di queste, il 65% lo fa in strada e il 37% è minorenne. I clienti, invece, sarebbero intorno ai nove milioni con un giro d'affari di 90 milioni di euro mensili.

Le altre proposte per la regolamentazione della prostituzione

Intanto, in Parlamento risultano ferme al palo almeno una dozzina di proposte per regolamentare l'esercizio della prostituzione, tra cui, da ultimo, quella delle senatrici Spilabotte e Cirinnà (Pd), che chiede la riapertura delle case chiuse, dichiarate illegali dalla legge Merlin mezzo secolo fa. Il fine dei vari disegni di legge è quello di regolarizzare il mercato, con case di tolleranza autogestite, zone a luci rosse, abolizione del reato di favoreggiamento e pagamento delle tasse per le prostitute con comunicazione di avvio attività alle camere di commercio.


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